Rapporto troppo difficile con mia madre

Alessandra

Buonasera a tutti,
Questa é la prima volta che mi rivolgo a professionisti esterni per chiedere un consiglio/parere.
Lo faccio ora perché a causa di questa situazione del virus (purtroppo drammatica), mi sto rendendo conto di quanto pesi sul mio umore e sulla mia stabilità emotiva il rapporto con mia madre e la nostra convivenza.
La storia è veramente lunga ed articolata, cercherò di sintetizzare più possibile. Sono la terza di tre figli e i miei genitori si sono separati (purtroppo trascinando nelle loro dinamiche sbagliate anche noi figli) quando avevo 6 anni. Dai pochi ricordi della mia infanzia, posso affermare che già quando ero più piccolina mia mamma è sempre stata una madre severa, autoritaria e quasi per nulla disponibile al confronto e alla comprensione dell’altro (a letto senza cena, tante sculacciate, tanti rimproveri, grida). Ho sempre avuto timore direi quasi paura di lei e delle sue reazioni esagerate.
Dopo la separazione da mio padre, si è risposata con un altro uomo che si è poi stabilito in casa con noi e io ero l’unica dei tre (perché ancora piccola) ad accettare questa nuova figura. Nel frattempo Il rapporto con mio padre si limitava a vederci qualche volta nel week end per pranzare insieme e passare qualche pomeriggio insieme per poi affievolirsi maggiormente nel corso degli anni (non so perché non ne ho mai fatto una colpa a mia madre mi sono semplicemente abituata alla sua “assenza”). Mia mamma non ha mai avuto quella dolcezza, quella voglia di contatto fisico o altre carinerie “tipiche” delle mamme. Anche con i miei fratelli ha avuto molti scontri nel corso della nostra adolescenza, per via delle sue regole che non potevano mai essere neanche un briciolo modificate oppure per trovare un punto d’incontro con noi figli.
Io sono sempre stata una persona molto pacata, contraria alle liti, ma con mia mamma é stato ed è impossibile non arrivare allo scontro. All’età di 18 anni mia mamma si è separata nuovamente e devo ammettere che ero dispiaciuta perché mi ero affezionata al suo compagno. Dopodiché ha avuto un’altra relaZione a distanza, a volte lei andava lì a volte lui veniva a casa e posso affermare con certezza che quando la sua relazione la appagava, litigavamo molto meno ed era più tranquilla, ma quando le cose andavano male.. lo sfogo cadeva e tutt’ora cade su di me. Adesso viviamo insieme io e lei in un piccolo appartamento (i miei fratelli vivono soli) Quando litighiamo io ormai le rispondo e alzo la voce, mi rendo conto di mettermi subito sulla difensiva ogni volta che mi critica o dice qualcosa, perché ho capito che non posso più fare finta che tutto ciò che mi viene detto vada bene,, lo faccio perché vorrei farmi sentire (anche se invano perché lei è mia madre e lei “ha sempre ragione”)
Mi tratta come una sprovveduta, mi dà ordini, fai questo fai quello, non c’è dialogo.
Non usa mai parole gratificanti anzi.
E ormai ho paura che da parte mia sia irrecuperabile, ricordo che ogni tanto mi chiese se mi andava di andare al cinema con lei, beh la risposta è No, e la cosa assurda è che al solo pensiero mi imbarazzo, avere dei momenti di intimità con mia mamma mi causerebbe un forte imbarazzo che non so neanche spiegare il perché ma è così. Non saprei cosa dire non avrei nulla da dirle, da chiederle
Io voglio allontanarmi voglio prendere in mano la mia vita, voglio essere me stessa, leggera, a volte frivola, pazza ma appassionata della vita e lei mi sta tagliando le ali e soprattutto non sento di avere una figura di riferimento con cui potermi confidare o sfogare, ne mio padre ne mia madre
Si può risanare un rapporto allontanandosi?
Cosa posso fare per migliorare il modo in cui vedo mia madre?
Grazie mille

10 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Alessandra,

la situazione che descrive presenta diverse criticità e la situazione emergenziale che stiamo vivendo può certo contribuire ad acuire la tensione nella convivenza con sua madre. Credo che sia importante sviluppare un progetto che le consenta di autonomizzarsi e di uscire dalla casa di sua madre. Per ciò che riguarda questo momento non assecondare le conflittualità e i contrasti la può aiutare a sopportare la condizione di isolamento domestico; è importante dedicarsi ad attività che gratifichino, limitare l'uso dei social/ l'esposizione a notizie più o meno fondate, dedicando 2 momenti al giorno alla informazione su canali istituzionali, chiamare amici e confrontarsi con persone di cui si fida e che la fanno stare bene, oltre che darsi orari, creare nuove abitudine, routine in un momento instabile, praticare attività che rilassino e trovare il modo di fare attività fisica. Ci si può rivolgere anche a diversi servizi e progetti che forniscono supporto psicologico in questa fase straordinaria. Per quanto riguarda il rapporto con sua madre è importante capire quanto la svalutazione che ha subito sia stata interiorizzata da lei e che impatto abbia generato su di lei. Se percepisce che il disagio è elevato può rivolgersi a specialisti per comprendere e modificare schemi interpersonali disfunzionali.

Cordiali saluti

Dott.ssa Giovanna Canziani

Dott.ssa Giovanna Canziani

Bologna

La Dott.ssa Giovanna Canziani offre supporto psicologico anche online

Ciao Alessandra, ho letto con attenzione le tue richieste e mi sento di rispondere in questo modo. Premetto che la situazione è alquanto complessa e non è semplice rispondere con qualche riga, ma ci provo.

Innanzitutto, credo che sia una cosa molto importante che, proprio in questo momento di crisi legato all’emergenza sanitaria emerga anche in maniera così decisa e netta il tuo rapporto difficile con tua madre.

Dovresti, Alessandra, vivere questa tua esigenza profonda, che è emersa proprio ora, come una possibilità ed momento di profonda riflessione su te stessa, che ti porterà con il tempo e l’ausilio di un supporto psicologico, se deciderai di intraprendere un percorso, a migliorare il modo in cui vedi tua mamma e di conseguenza troverai, dentro di te, le risorse e le modalità per poter risanare il rapporto con lei.

Infine, rimango a disposizione per ulteriori informazioni e / o chiarimenti.

Dott.ssa Viviana Coniglio

Dott.ssa Viviana Coniglio

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Gentilissima Alessandra, brava! Hai fatto una sintesi esaustiva e hai chiuso con una domanda che sembra proprio avere già la sua risposta. Si, si può salvare un rapporto allontanandosi. Non specifichi la tua età, nè se hai o meno un lavoro, ma verrebbe da pensare che tu sia abbastanza adulta ormai, da averlo, o da essere nelle condizioni di trovarne uno. Sfrutta questo strano periodo per fare un piano di autonomia, rivedi il curriculum, leggi, studia, tieni alta l'energia pensando a progetti per te, per la tua vita, per aprire le ali. Quando questo periodaccio finirà sarai pronta. Un supporto psicologico potrebbe darti in questo momento, o appena finirà l'isolamento, un giusto supporto perché tu impari ad avere fiducia nelle tuie capacità. Mamma capirà....quando un figlio si allontana i genitori possono finalmente riuscire a volgere quello sguardo adirato verso sè stessi, e a loro volta, prendersi cura di sè. La vita di mamma sembra infatti non essere costellata di relazioni positive e supportive adeguate. Vedrai, iniziando ad essere l'adulta che desideri, e ti sei descritta come se già vedessi realizzato il tuo sogno, darai anche a mamma una spinta a prendersi cura di sè. Non avrà più la tua figura a farle da pungbob....! Coraggio! Hai già iniziato a percorrere la strada giusta con questa riflessione, continua così!

 

Cara Alessandra, sicuramente stai vivendo un momento di grande disagio psicologico reso più doloroso dalla stretta convivenza forzata con una mamma che tu descrivi come centrata su se stessa, emotivamente “inaffidabile”, estremamente critica. Quello che mi sento di consigliarti è di imparare, con l’aiuto di uno psicoterapeuta, a sviluppare un comportamento assertivo, che nel breve termine ti aiuterà ad esprimere i tuoi bisogni, desideri e pensieri (come è diritto di ogni essere umano) e ad avere un ruolo costruttivo nella relazione, imparando a gestire in modo produttivo le divergenze. Nel lungo termine l’assertività ti permetterà di aumentare il tuo senso di autoefficacia e la tolleranza alla frustrazione legata all’interloquire con una persona che è molto diversa da te, accogliendola per quello che è. Io ritengo, cara Alessandra, che per risanare un rapporto bisogna viverlo, portando sé stessi all’interno della relazione non in modo passivo, non in modo aggressivo, bensì in modo assertivo…e questo lo si può imparare per vivere meglio non il tuo presente, ma anche il tuo futuro.

Dott.ssa Silvia Grendene

Dott.ssa Silvia Grendene

Modena

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Buongiorno

Riguardo alle problematiche da lei esposte penso proprio che sia lei che sua madre abbiate bisogno di allontanarvi per poi ritrovarvi perché no più vicine e complici di quanto lo siate ora. Immagino che i suoi fratelli che non vivono con voi abbiano un rapporto diverso dal suo con la madre, confrontarsi con loro le potrebbe essere molto utile. Non abbia paura che il cambiamento possa allontanarvi. Quando in una relazione qualcosa ci turba solo un cambiamento può aiutarci a stare meglio. Da come scrive si percepisce che lei prova sia affetto che reverenza nei confronti di sua madre. Serve che riusciate ad interagire ponendovi sul medesimo piano e che lei riesca a prendere in mano la sua vita avendo un rapporto adulto con sua madre, sono certa che il vostro rapporto evolverà cosi per il meglio

E' difficile risanare una ferita se non la si apre, la sicura, la si disinfetta. Solo dopo una presa di coscienza piena del suo rapporto con sua madre e dopo un "incontro" reale con lei in cui fosse possibile un processo di chiarimento, si può pensare a recuperare un rapporto. Generalmente questo è un processo che viene facilitato all'interno di una psicoterapia che lei potrebbe iniziare anche di questi tempi via Skype ( ci sono molti psicoterapeuti che lavorano tramite Skype). Tra l'altro lei non dice la sua età. Quando si è piuttosto avanti nell' "adolescenza" (oggi si considerano adolescenti gli ultratrentenni) la convivenza con i genitori diventa difficile se non impossibile perché è fisiologico, naturale, svincolarsi e realizzare la propria autonomia. Quindi il rapporto con sua madre sconta sicuramente questo mancato svincolo. IN questo momento di forzata convivenza e permanenza in casa la situazione diventa più difficile. Che cosa può fare? Intanto cercare per quanto possibile un minimo di privacy; impari a farsi scivolare addosso quello che sua madre può dirle di fastidioso: prima di rispondere faccia una pausa e rifletta su quella che dirà. IN questa situazione non è utile l'escalation dei conflitti. Si dedichi a qualcosa di piacevole, che sia significativo ed importante per lei. Suggerisca la medesima cosa a sua madre. Come ultima risorsa provi (e difficile!) a mettersi nei panni di sua madre e a rendersi conto che neanche per lei la situazione è facile. In questo momento se non è possibile la coesione che ci sia almeno la collaborazione.

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Dott.ssa Maria Felice Pacitto

Frosinone

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Cara Alessandra,

sei stata esaustiva nella descrizione.

La situazione di emergenza nazionale e le restrizioni imposte, tendono ad esacerbare dinamiche già presenti, proprio come tu stessa hai osservato.

Spesso la “troppa vicinanza” crea dinamiche di invischiamento e la rabbia è una reazione naturale che ha come scopo la difesa dei propri confini. Credo sia questo quello che sta succedendo.

La troppa vicinanza di cui parlo, non è solo una vicinanza fisica, ma soprattutto una vicinanza emotiva.

Sicuramente l’allontanamento fisico aiuta, ma per un vero cambiamento nel rapporto, occorre fare un buon lavoro su se stessi, magari aiutati da un professionista, per “allontanarsi internamente” dalle figure genitoriali interiorizzate.

Spero di essere stata chiara, per quanto possibile, attraverso questa modalità.

In bocca al lupo per tutto.

 

Dott.ssa Graziella Torrisi

Dott.ssa Graziella Torrisi

Milano

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Cara Alessandra,

è molto difficile poterle dare delle risposte ai dei quesiti così importanti solo a partire dalla lettura della sua sintesi della sua vita (molto emotivamente sentita, peraltro). Lei non descrive alcun altro "personaggio" se non i membri della sua famiglia d'origine e i compagni della mamma. Nulla dice dei suoi studi, delle sue prospettive lavorative (o magari già lavora), delle amicizie e se ha avuto delle relazioni sentimentali significative. Anche il rapporto con i suoi fratelli non è descritto.

Le dico questo perchè, dalle sue parole, il suo rapporto con la mamma sembra occupare moltissimo del suo spazio mentale, anche in una fase del ciclo di vita in cui le relazioni esterne al nucleo familiare tendono a rivestire una grande importanza.

Per ciascuno di noi è importante essere visto, riconosciuto, ascoltato ed amato e sembra che lei abbia cercato per tutta la sua vita quest'attenzione della mamma che non ha avuto nella modalità che lei desiderava e si aspettava. Sembra che lei abbia comunque mantenuto questa speranza.

Risanare un rapporto importante allontanandosi è difficile, se prima non c'è stata una condivisione del dolore e delle reciproche fatiche e senza una reciproca dichiarazione di amore. Può però essere utile allentare un pò la vicinanza, prendersi degli spazi personali in cui arricchirsi grazie al rapporto con altre persone e con esperienze personali. Questo può dare "respiro" e smorzare le tensioni, rendendo più accettabile la convivenza.

Cambiare il modo di vedere la mamma è possibile ponendosi da suo punto di vista, facendosi magari raccontare i momenti emotivamente importanti della sua vita, per capire il motivo di alcune scelte che possono sembrarle discutibili. Ossia occorre empatia, mettersi nei panni dell'altro.

Forse la vostra comunicazione potrebbe migliorare se vi diceste di più di quello che sentite reciprocamente (ossia meno "tu" e più "io... sento, provo, desidero,...").

Spero che queste mie righe le possano essere utili.

Le suggerisco però di fare almeno una consultazione psicologica (si tratta di tre quattro sedute), per una diagnosi del sistema familiare e per una analisi della sua domanda che possano dare luogo a degli eventuali obiettivi di lavoro. Suggerirei un approccio sistemico relazionale familiare, visto che le questioni vedono coinvolte le relazioni, in particolare con la mamma, e questo anche se emergesse l'utilità di un percoso individuale.

Un caro saluto

Cara Alessandra,

Alla sua età è molto frequente provare i sentimenti che descrive...

La sua situazione può avere in sé delle criticità oggettive ed è comprensibile che senta il bisogno di diventare autonoma, infatti l'ambivalenza e il disagio che prova può essere dovuta sia al vostro pregresso rapporto che alla sua attuale necessità di donna giovane adulta di emanciparsi...

Non vorrei dilungarmi nell'analisi del rapporto che ha con sua madre...

Lei chiede se allontanarsi potrebbe giovare al vostro rapporto...

La mia risposta è "probabilmente sì", ma dipende dall'intenzione che muove la sua decisione di farlo. Se nel suo cuore permane la volontà di "risanare" il vostro rapporto allora può essere utile prendere delle distanze e ciò può essere fatto con gradualità, ovvero consapevolizzato prima che agito.

Tuttavia, io credo che con "allontanamento" non si debba intendere necessariamente un trasferimento altrove... ma anche semplicemente un distanziamento psicologico utile per farle prendere consapevolezza delle dinamiche sottostanti al rapporto con la sua mamma.

Avere maggiore coscienza delle problematiche che esistono tra di voi (da sempre) l'aiuterebbe nel diventare abile nel prendere in mano la sua vita, con inoltre la possibilità di sciogliere i suoi "nodi" emotivi... 

Sono certa che per fare un buon lavoro in questo senso sia necessario l'aiuto di un professionista.

Se ha necessità mi può contattare attraverso il modulo presente sulla mia scheda; sono disponibile ad aiutarla o a chiarire i suoi dubbi.

Un saluto.

Ciao Alessandra,

trovo splendida la modalità che hai utilizzato per descriverti "voglio essere me stressa, voglio prendere in mano la mia vita, leggera e a volte frivole, pazza ma appassionata della vita".

Tutti questi bisogni sono legittimi a 24 anni e non solo e se percepiamo che qualcuno non ce lo permette dobbiamo mettete in atto qualcosa per cambiare.

Ovviamente hai dovuto essere sintetica, ma la tua storia di vita dall'infanzia all'adolescenza sarebbe da approfondire con uno Psicoterapeuta per capire quale tua difficoltà a spiccare il volo dipende da una storia familiare così complessa.

Parti dal presupposto che i desideri che hai espresso possono essere soddisfatti, e che insieme ad uno Psicoterapia puoi capire quali siano le strade migliori per soddisfarli.

In un lavoro Psicoterapeutico, pupi anche imparate a gestire in modi migliore il rapporto con tua madre e capire quali sono le possibilità per crearti una tua vita autonoma.

Mi ha molto colpito che non diano stati soddisfatti da tua mamma i bisogni di calore, vicinanza affettiva, protezione che permettono al bambino di esplorare il mondo con fiducia, proseguendo poi verso l'adolescenza, in cui il gruppo dei pari diventa molto importante e il bisogno di separazione/individuazione fondamentale.

Carissima Alessandra, ho provato molta empatia per te e mi piacerebbe lavorare insieme per liberare quella splendida farfalla che puoi essere.

Se mi contatti puoi darmi latte informazioni che per brevità hai omesso.

Un abbraccio

Dott.ssa Ileana Fringuelli