Rifiuto minore di 4 anni di andare dalla mamma

Giovanna

Si può costringere una bambina con la forza (mia nel giorno in cui deve stare con il padre non collocatario in affidamento condiviso ad andare dalla madre. Mio figlio padre della piccola è disperato perché la figlia quando alle 19.30 deve essere riaccompagnata dalla madre piange, urla disperata che non vuole andare, ci implora di voler dormire da noi. La madre non ne vuole sapere di aiutarci per evitare questo strazio a noi ma soprattutto la bambina. Questo succede da quando la bambina aveva quasi tre anni, nel lasciarla a casa dalla madre urlava e piangeva. La mia domanda principale è: si può prendere con violenza una figlia per portarla obbligatoriamente dalla madre! Nonostante le parliamo amorevolmente in tutti i modi non ne vuole sapere. Non sappiamo più cosa fare, la madre vuole la bambina a casa e non c'è nessuna collaborazione da parte sua.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Capisco quanto questa situazione sia dolorosa per tutti. È fondamentale comprendere le ragioni del suo rifiuto e cercare un dialogo costruttivo tra i genitori, magari con il supporto di un mediatore familiare o di uno psicologo infantile. Il benessere emotivo della bambina deve essere la priorità, trovando strategie che la aiutino a vivere i cambi di casa con maggiore serenità. Se la sofferenza persiste, potrebbe essere utile un confronto con un esperto per valutare il modo migliore di sostenerla.

comprendo profondamente il dolore e la frustrazione che state vivendo nel vedere la bambina soffrire in questi momenti di transizione tra i due genitori. È importante, prima di tutto, considerare il benessere della piccola e cercare di comprendere le cause del suo rifiuto nel tornare dalla madre.

Cercherei di riflettere su:

Le cause : La bambina manifesta un disagio evidente. È importante capire se questo dipenda da fattori emotivi (paura della separazione, attaccamento più forte a un genitore), relazionali (un rapporto difficile con la madre) o esperienze negative vissute nella casa materna. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla ad esprimere le sue emozioni e a comprendere meglio il suo rifiuto.

Forzarla non è la soluzione: Costringere fisicamente una bambina a tornare dalla madre può generare ulteriore trauma. È fondamentale trovare un modo più sereno per accompagnarla nella transizione tra un genitore e l’altro, magari con strategie graduali e rassicuranti.

Comunicazione tra i genitori: L’ideale sarebbe che entrambi i genitori collaborassero per rendere il passaggio più fluido possibile. Se la madre non mostra apertura al dialogo, può essere utile coinvolgere un mediatore familiare per trovare strategie più adatte al benessere della bambina.

Supporto professionale : Vista la durata e l’intensità della sofferenza della bambina, potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo infantile che possa lavorare sia con lei che con i genitori per facilitare un adattamento più sereno alla situazione di affidamento.

Dal punto di vista legale, vi consiglio di consultare un avvocato esperto in diritto di famiglia per capire quali strumenti si possono utilizzare per garantire il miglior interesse della bambina.

L’obiettivo principale deve essere sempre il suo benessere emotivo, cercando soluzioni che riducano la sua sofferenza e la aiutino a vivere il rapporto con entrambi i genitori in modo più sereno.

Un caro saluto,
Dott. Albino Elia

Dott. Albino Elia

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Novara

Il Dott. Albino Elia offre supporto psicologico anche online

Ciao Giovanna, capisco quanto questa situazione sia dolorosa e difficile da gestire per tutti, in particolare per la bambina. È sempre straziante vedere un bambino in difficoltà emotiva, specialmente quando si tratta di un rifiuto così forte verso un genitore. Nessun bambino dovrebbe essere forzato fisicamente a stare con un genitore, soprattutto se manifesta disagio così forte. Tuttavia, essendo l'affidamento condiviso stabilito legalmente, è necessario trovare un modo per rispettare le disposizioni senza causare traumi alla bambina.

Il rifiuto della bambina può avere diverse origini:
1) Ansia da separazione: è comune nei bambini piccoli, soprattutto se non si sentono sicuri nel passaggio tra un genitore e l'altro.
2) Abitudini diverse tra le due case: potrebbe sentirsi più a suo agio in un ambiente rispetto all’altro. 
3) Forte legame con il padre e/o la famiglia paterna: se ha passato più tempo con voi o si sente più sicura, può rifiutare il cambiamento.
4) Difficoltà nella relazione con la madre: questo non significa necessariamente che la madre abbia fatto qualcosa di sbagliato, ma potrebbe esserci un problema di comunicazione o di connessione emotiva. Evitate che il momento del ritorno diventi traumatico o teso.

Potrebbe aiutare avere un piccolo rituale, come leggere un libro prima di andare via o preparare insieme la borsa con qualcosa di confortante. Invece di dire "adesso devi andare dalla mamma", provate con "la mamma non vede l’ora di vederti e domani ci rivediamo!" per renderlo più positivo. Se possibile, cercate di stabilire un dialogo con la madre, magari con l'aiuto di un mediatore familiare  per trovare un modo più armonioso per gestire il passaggio. Anche se la madre non è collaborativa, è importante che la bambina percepisca serenità da entrambe le parti. Vista la persistenza del problema, potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo infantile per capire la radice del rifiuto e aiutare la bambina a vivere il cambiamento con meno ansia. Un esperto potrebbe anche consigliare strategie pratiche da adottare nel momento del passaggio. Non è giusto né per la bambina né per voi vivere questa sofferenza. La chiave sta nel trovare strategie che possano rassicurarla, rendere il passaggio più dolce e, se necessario, coinvolgere un esperto che possa aiutare tutta la famiglia. Se la madre non collabora, potrebbe essere utile anche un supporto legale o di mediazione familiare  per discutere eventuali modifiche agli accordi, nell’interesse della piccola. Se vuoi approfondire qualche aspetto, sono qui per aiutarti

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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