comprendo profondamente il dolore e la frustrazione che state vivendo nel vedere la bambina soffrire in questi momenti di transizione tra i due genitori. È importante, prima di tutto, considerare il benessere della piccola e cercare di comprendere le cause del suo rifiuto nel tornare dalla madre.
Cercherei di riflettere su:
Le cause : La bambina manifesta un disagio evidente. È importante capire se questo dipenda da fattori emotivi (paura della separazione, attaccamento più forte a un genitore), relazionali (un rapporto difficile con la madre) o esperienze negative vissute nella casa materna. Un supporto psicologico potrebbe aiutarla ad esprimere le sue emozioni e a comprendere meglio il suo rifiuto.
Forzarla non è la soluzione: Costringere fisicamente una bambina a tornare dalla madre può generare ulteriore trauma. È fondamentale trovare un modo più sereno per accompagnarla nella transizione tra un genitore e l’altro, magari con strategie graduali e rassicuranti.
Comunicazione tra i genitori: L’ideale sarebbe che entrambi i genitori collaborassero per rendere il passaggio più fluido possibile. Se la madre non mostra apertura al dialogo, può essere utile coinvolgere un mediatore familiare per trovare strategie più adatte al benessere della bambina.
Supporto professionale : Vista la durata e l’intensità della sofferenza della bambina, potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo infantile che possa lavorare sia con lei che con i genitori per facilitare un adattamento più sereno alla situazione di affidamento.
Dal punto di vista legale, vi consiglio di consultare un avvocato esperto in diritto di famiglia per capire quali strumenti si possono utilizzare per garantire il miglior interesse della bambina.
L’obiettivo principale deve essere sempre il suo benessere emotivo, cercando soluzioni che riducano la sua sofferenza e la aiutino a vivere il rapporto con entrambi i genitori in modo più sereno.
Un caro saluto,
Dott. Albino Elia