Sono mamma di un bimbo di 16 mesi e viviamo a casa dei suoceri

Federica

Sono Federica, mamma di un bimbo di 16 mesi e io ed il mio compagno (siamo insieme da 17 anni) viviamo a casa dei suoceri. Mio suocero è malato da tanti anni ed ora è nella fase terminale e mia suocera invece è super dipendente dal mio compagno. Lui negli ultimi 3 anni sta dedicando tutto il suo tempo ad accudire i genitori ed ora che è nato il nostro bimbo speravo ci fosse un cambiamento, ma no… organizza le vacanze solo con i suoi genitori (lui deve occuparsi in tutto e per tutto del papà ) 3 nell’ultimo anno, una da 2 settimane e due da 3 giorni. Noi siamo andati via dopo tanta insistenza da parte mia 2 giorni. Mi dice che per lui va bene così ed il mio lamentarmi è solo indice della mia cattiveria. Non ha intenzione di avere una casa nostra anche se ho chiesto più volte che ci trasferissimo in una casa tutta per noi tre, ed i miei lamenti vengono sempre ridotti ai capricci di una bambina. Se gli dico che non è normale per me il suo super attaccamento ai genitori mi dice che non gli importa e che sono solo gelosa. Io sono gelosa del tempo che porta via a noi per dedicarlo a loro. Non mi sento una famiglia (io lui ed il nostro bimbo). Sono sentimenti sbagliati ? Da persona cattiva come dice sempre lui? Io ho perso entrambi i genitori (la mamma da un’anno), non capisco se sono sbagliata io…

4 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera cara Federica,

innanzitutto di fronte alle proprie emozioni e vissuti Nessuno di noi è sbagliato. Il suo desiderio di vivere in un  ambiente fisico e psicologico separato da quello genitoriale, è consequenziale alla creazione di un nuovo nucleo familiare composto da lei e il suo compagno e poi il bambino. In Lei non c'è nulla di sbagliato, e comprendo quanto disagio possa crearle questa situazione di vita di spazio e tempo condiviso con i suoceri. È certamente giusto dedicarsi alla famiglia di origine e ai genitori quando sono anziani e/o bisognosi, tuttavia l'attaccamento e l'accanimento  non deve  impedire un fisiologico processo di separazione genitori/figli.

Dietro il legame così stretto tra il suo compagno e la famiglia Ci sarà Certamente qualche motivazione profonda, mi sento di consigliarvi una terapia di coppia per potervi confrontare in modo costruttivo sul tema e lasciare emergere le reciproche paure, aspettative, insoddisfazione e frustrazioni e  trovare una soluzione abitativa e di vita, e prima ancora una comprensione di coppia,  adeguata a tutti i membri.

Spero di essere stata utile e resto a disposizione.

Caramente 

Dottoressa Simona D'Urso 

Dott.ssa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso

Torino

La Dott.ssa Simona D'Urso offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Federica, mi dispiace per quello che sta vivendo. Una situazione purtroppo difficile che le crea un comprensibile malessere. Penso sia importante ritrovare un equilibrio psicofisico per potersi dedicare a sé stessa e a suo figlio, soprattutto in un momento così importante della sua vita. Le auguro di trovare un tempo e uno spazio per le risposte e le energie di cui ha bisogno. Rimango a disposizione. Cordiali Saluti

Dott. Semovigo Giorgio 

Dott. Giorgio Semovigo

Dott. Giorgio Semovigo

Genova

Il Dott. Giorgio Semovigo offre supporto psicologico anche online

Da ciò che dice sembra che lei soffra di non avere uno spazio solo e tutto vostro, del vostro nucleo familiare, un'esigenza che suo marito non sembra capire o avvertire. Le consiglierei di migliorare la comunicazione con suo marito attraverso la Terapia della Gestalt, come da me applicata (su questo sito o su internet trova dei miei articoli sull'argomento Gestalt-relazioni) perché cambiare/migliorare la relazione produce quasi sempre dei positivi cambiamenti nelle situazioni e le chiarifica.

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buongiorno Federica. no, non sono sentimenti sbagliati e non è cattiveria desiderare che il proprio partner voglia stare con lei e il bambino. E' lecito e giusto voler spazi sia fisici che temporali e mentali per la sua famiglia (lei, suo marito e suo figlio) ed è un desiderio sanissimo. Meno sano è l'attaccamento che ancora sembra avere suo marito verso i propri genitori; se da una parte è assolutamente comprensibile che voglia essere presente in questo periodo di fine vita del padre, dall'altra il rischio che resti invischiato nel rapporto con la madre è alto (soprattutto se davvero vuole restare in casa dei genitori e condividere la vostra vita con loro). Cosa può fare lei? Proporre una psicoterapia di coppia in cui parlare delle vostre diverse posizioni e se suo marito non vuole partecipare, le consiglio una psicoterapia individuale in cui pure lei può fare il punto sui suoi bisogni ed emozioni. In bocca al lupo!

Dott.ssa Anna Carrozzi

Dott.ssa Anna Carrozzi

Bologna

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