Un approccio condiviso verso una separazione matura, consapevole e ragionata.
E’ un intervento professionale di consulenza rivolto alle coppie che hanno già deciso di separarsi o per lo meno che hanno espresso questa volontà.
L’intervento sostiene gli obiettivi che la coppia, come tale, porta e/o che invece pensa o sente, come singolo, quali conseguenze relative alla decisione della separazione stessa. E’ per questo motivo che non tutte le situazioni che si presentano in consulenza sono “mediabili”. Situazioni più complesse sono quelle relative alle separazioni che presentano un conflitto giudiziale in corso.
La caratteristica della mediazione familiare è infatti quella di intervenire in un contesto che è al di fuori del sistema giudiziario. Come tale l’intervento è richiesto da entrambe le parti, o comunque la coppia viene “inviata” alla pari dai loro legali o da altro conoscente. Di fatto non è un intervento imposto e c’è quindi la possibilità che, ad intervento avviato, lo specialista rifletta anche sull’opportunità di continuare l’intervento a fronte di alcune resistenze. (la coppia viene dichiarata non mediabile).
Il mediatore familiare è un terzo imparziale rispetto alla coppia che ha l’obiettivo di sostenere la coppia durante la fase della separazione/divorzio.
Lo spazio è pertanto neutrale, uno spazio alternativo a quello giudiziario, che vuole favorire la negoziazione di tutte quelle questioni relative alla separazione e/o al divorzio. Il mediatore, quale attivatore di processi, guida la coppia ad affrontare sia gli aspetti emotivi che quelli più strettamente materiali (divisione dei beni, assegni mantenimento..assegnazione della casa coniugale ecc), incoraggiando la coppia a strutturare gli accordi che meglio rispondono alle esigenze di tutti i componenti familiari.
E’ un intervento che prevede la presenza solo della coppia e non si allarga alla consultazione dei figli e/o parenti. E’ la coppia stessa che, attraverso un “sano” rapporto con il consulente, apprende la metodologia per mediare a sua volta le varie questioni conseguenti l’evento della loro separazione, emotive e materiali, con i propri familiari di riferimento e/o con il contesto esterno (figli, suoceri, genitori, scuola ecc).
L’intervento prevede un colloquio individuale per uno ed alcuni incontri di coppia. (in media 10). Ma la coppia va seguita nel tempo in quanto i risultati vanno monitorati durante il normale corso degli eventi in relazione alla “fisiologica” evoluzione del contesto. La frequenza tra un incontro ed un altro, è in media ogni 15 giorni per poi subire un rallentamento (un incontro ogni 3 o 4 settimane) al fine di favorire, come detto, una esperienza più approfondita delle nuove dinamiche e monitorare gli effetti degli accordi già stabiliti e concordati.
La mediazione familiare è di fatto un intervento diverso dalla terapia di coppia e familiare. L’obiettivo è opposto di fatto in quanto la mediazione favorisce la separazione consensuale della coppia stessa mentre la terapia familiare sostiene la cura della coppia e del sistema famiglia.
Da un punto di vista metodologico la mediazione non è rivolta all’analisi delle dinamiche interne passate e presenti e alla cura sintomatologica ma si ferma nel qui e ora con lo specifico intento di raggiungere accordi. La storia del passato può essere utilizzata per dare un senso in termini di consapevolezza ed un contesto alla storia presente ma non nasce da presupposti di analisi e cura.
La mediazione non è quindi una terapia anche se di fatto, il raggiungimento di accordi favorisce una maggiore consapevolezza del passaggio dalla rottura del legame della coppia al riconoscimento di sé come individuo e allo stesso tempo di sé come genitore.