Gentile Roberta,
per quanto un bambino possa essere adattabile e vivere "serenamente" la separazione dei genitori, tale evento è sempre fonte di un certo grado di destabilizzazione.
Proviamo a metterci nei loro panni: da un giorno all'altro devono frequentare i genitori separatamente, trascorrere parte della settimana, o delle vacanze, con l'uno o con l'altro, abituarsi a una nuova casa e ad una nuova routine, continuando a portare avanti gli impegni (scuola, sport, corsi..). In qualche caso i genitori trovano nuovi partner e arrivano nuovi fratelli o sorelle. È comprensibile che sentano la fatica dei distacchi ripetuti, del riadattamento continuo, anche se i genitori sono entrambi amorevoli e se i rapporti sono gestiti al meglio, come sembra che stiate facendo voi.
Il fatto che la fatica stia venendo fuori "alla distanza" non è così inconsueto: innanzitutto la bimba sta crescendo e maturando nuove consapevolezze e nuovi bisogni, inoltre i bambini, a volte, coltivano l'illusione che tutto torni come prima e, quando si rendono conto che non è così provano delusione (ovviamente è solo un'ipotesi, non so se sia il caso di sua figlia).
Detto questo, trovo che lei faccia molto bene ad accogliere il pianto della bambina e a consolarla, ma non deve preoccuparsi di "accentuare la fatica del distacco": sentire che la mamma è in sintonia con lei e la comprende profondamente è una cosa importante.
Sì potrebbero cercare delle strategie pratiche per alleggerire il peso della lontananza, ad esempio con dei bigliettini, un suo oggetto da portare con sé, qualche piccolo rituale da inventare insieme e che diventi solo vostro.
Questi sono solo alcuni spunti, se volesse approfondire il discorso può riscriverci, oppure può contattarmi privatamente.
Cordiali saluti