Mia moglie non vuole rassegnarsi che non l'amo più e non si rassegna a darmi la separazione

Marco

Gentili Psicologi,
mi chiamo Marco ho 44 anni sposato da 11 con una figlia di 10 anni, vi scrivo perché vorrei un consiglio su come gestire la mia richiesta di separazione.
Mi spiego meglio, ci siamo sposati nel 2006, già dopo pochi mesi lei ha avuto un calo del desiderio nei miei confronti, ma almeno una volta al mese riuscivamo ad avere intimità, ma da due anni a questa parte nulla, il vuoto assoluto e così il nostro matrimonio è cominciato ad andare in crisi, praticamente io e mia moglie pian piano siamo diventati degli estranei, stavamo insieme solo per inerzia, ho cominciato a guardarmi in giro e ho cominciato a conoscere delle altre donne con cui ho tradito mia moglie, inizialmente provavo rimorso, ma dopo le prime volte nemmeno quello.
Ad aprile ha scoperto dei capelli nei miei boxer mi ha fatto una scenata pazzesca, a questo punto le ho detto che volevo la separazione, all'improvviso il suo atteggiamento si è ribaltato, improvvisamente esistevo di nuovo, ma a questo punto lei per me era come una sorella non riuscivo più a toccarla.
Dopo mesi, siamo stati anche da una psicoterapeuta, ancora oggi non si rassegna a darmi la separazione, addirittura anche la psicoterapeuta gli ha detto di lasciarmi andare ed a elaborare il lutto, ma lei non si rassegna, ogni tre-quattro giorni, dopo non avermi nemmeno rivolto la parola riparte e comincia a urlarmi che sono uno sfascia famiglie, che mia figlia mi sputerà in faccia se lascerò la famiglia, che i nostri amici mi schiferanno, che la mia e sua famiglia mi ripudieranno, che la separazione ci renderà poveri entrambi, che lei non potrà mantenere le spese della casa che abbiamo comprato insieme e di cui stiamo pagando ancora il mutuo, mi fa chiamare da mia sorella per farmi cambiare idea, ecc... ecc...
Mi sento combattuto, non voglio più stare con lei, e ne sono certo, ma non riesco a lasciarla in questa condizione di stress psicologico, come mi consigliate di comportarmi? Come posso fare a convincerla che è la strada migliore?
Vi ringrazio anticipatamente per le vostre risposte.

Saluti

5 risposte degli esperti per questa domanda

Caro Marco, credo che arrivati a questo punto le condizioni psicologiche di sua moglie non sono più un suo problema. Restandole accanto non fa altro che alimentare la sua illusione di poter restare insieme. Sua figlia non le sputerà in faccia, se lei sarà in grado di starle a fianco in modo costruttivo e paterno, prendendosi cura di lei nonostante la separazione dalla mamma. Credo che sia ora di lasciar perdere il buonismo e separarsi, prenda questa decisione e si trovi un'altra sistemazione. Per sua figlia è peggio subire la situazione di non amore quotidianamente. Sarebbe meglio per lei godersi l'amore di mamma e papà nei momenti dedicati solo a lei. L'importante è fare il primo passo, poi le cose si sistemeranno da sole, sua moglie ha la terapeuta che la sosterrà. In bocca al lupo!

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online

Gentile Marco,

il matrimonio è un'istituzione complessa, entro la quale convergono molteplici fattori legati sostanzialmente ad un "patto" che le parti in causa hanno sottoscritto . Che la passione sessuale abbia dei cali che il quotidiano faticoso e routinario, tende inevitabilmente a intensificare è ormai cosa risaputa, quindi sarebbe logico per entrambe le parti , una volta conclusasi la fase esaltante del desiderio, voltare pagina e andare ognuno per la propria strada , ciò, se le possibilità fossero per entrambi alla pari, ma così purtroppo non è. Forse è vero che sua moglie ha perso interesse sessuale nei suoi confronti , ma è pur vero da ciò che esprime, che nulla è stato fatto da parte sua per riaccendere nuove scintille , nè pare lei abbia messo in guardia la sua compagna facendole presente la possibilità di una rottura tra voi a causa della sua infelicità , Marco, se non dopo che era stata scoperta la sua infedeltà. Lei è un uomo del sud e come tale ,sa benissimo come la morigeratezza e la continenza sul piano sessuale siano "qualità" ancora molto apprezzate nelle donne e soprattutto nelle madri . Intendo dire che forse sua moglie è stata educata ad un pudore che può averla frenata sul piano dell'espressione del desiderio erotico e come ella forse, abbia ritenuto quindi normale ad un certo punto , non più sollecitata , a starsene al suo posto di brava moglie e madre. Certo questa è solo una ipotesi , ma se così fosse , altro che elaborazione del lutto , con un figlio da crescere e un mutuo da pagare! Quindi se lei ha deciso di abbandonare la sua famiglia, non c'è nulla che possa impedirglielo , ma bene sarebbe che si assumesse la responsabilità morale del suo gesto, garantendo a moglie e figlia un futuro sereno almeno sul piano del decoro economico, non facendo loro mancare nulla sul piano della sussistenza e permettendo quindi alla sua compagna di pensare a rifarsi una vita esattamente come auspica per se stesso . Certo il dolore sarà sarà comunque grande. Non potere più contare quotidianamente sull'uomo che è stato il proprio marito, sostegno, conforto, per lunghi dieci anni, sarà comunque molto doloroso, ma solo a condizioni accettabili sarà possibile per questa ragazza iniziare a pensare di "elaborare questo lutto".

Ci pensi!

Cordiali saluti.

Gentile Marco,

rompere un matrimonio può essere tutt'altro che facile e, anche quando è doveroso, è comunque un trauma.

Detto ciò non credo sia possibile darle dei consigli che possano valere in linea generale. Infatti occorre tenere in considerazione le vostre individualità, le vostre personali e particolari problematiche che rendono unico anche il vostro attuale rapporto nel matrimonio. Non si può prescindere da una tale analisi per qualunque consiglio o terapia di coppia.

Se la psicologa consultata non è riuscita ad ottenere risultati per voi soddisfacenti o non vi ha almeno dato una "lettura" plausibile e convincente dei motivi del vostro allontanamento e della irrevocabilità dello stesso, le consiglierei di consultarne un'altra, analogamente a come ci si comporta quando un medico non ci guarisce o non ci convince.

Anche una consulenza on line sarebbe sufficiente per darle la "lettura" di cui parlavo.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online

Salve Marco non c è modo di "convincere" una moglie ad accettare una separazione. L accettazione  è un lavoro che deve fare sua moglie con i suoi tempi. Lei dice di aver maturato questa scelta e nonostante la difficoltà ed il dolore che manifesta sua moglie deve fare ciò che è bene per entrambi. Stare accanto ad una persona solo per paura delle conseguenza non è rispettoso per nessuno dei due e soprattutto per vostra figlia. L ambiente familiare e ciò che si respira all interno è un esperienza che i figli si portano dietro nel loro percorso di crescita e di maturazione. Rifletta sulla possibilità di farsi sostenere da uno psicologo. In bocca al lupo.

Dott.ssa Giovanna Cappello

Dott.ssa Giovanna Cappello

Roma

La Dott.ssa Giovanna Cappello offre supporto psicologico anche online

Gentile Marco, 

non esiste un modo "delicato" per allontanare un partner, inoltre, a complicare la situazione vi è anche l'impossibilità nel sospendere i contatti per via della condivisione dell'ancora giovanissima figlia. 

Lavoro con molte coppie e purtroppo tali dinamiche dolorose in cui subentra ansia di abbandono, senso di colpa, difficoltà pratiche e purtroppo anche legali, sono all'ordine del giorno. 

Cerchi di avere fiducia nel trattamento terapeutico intrapreso da sua moglie, se sarà costante, infatti, piano piano lascerà andare questo rapporto logoro già da tempo, per il bene di se stessa e anche suo e della vostra bambina. 

Chiaramente è indispensabile che lei ponga dei confini netti e limiti le conversazioni allo stretto indispensabile, con toni docili ma distaccati, per far si che sua moglie elabori la perdita di lei come compagno ma che allo stesso tempo non venga ulteriormente ferita. 

Provare dei sensi di colpa è lecito, considerando anche il suo passato da fedifrago, ma farsi guidare da questi nella gestione del momento è collusivo con la richiesta che sua moglie gli sta ponendo. Mi spiego meglio: in tal modo asseconderà i desideri di sua moglie a discapito dei suoi, e continuerà comunque a danneggiarla, considerando che la sua scelta è ormai fatta.

Qualora necessitasse di un supporto in questa fase delicata, può trovare i miei contatti su questo sito. 

Saluti

Dott.ssa Federica Cosenza

Dott.ssa Federica Cosenza

Roma

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