Gentili psicologi espongo il mio caso. Io 50 anni sposato da 11 anni 3 figli di 10 8 e 6 anni. Mia moglie 41 anni. Da circa 4 anni ho cominciato ad avvertire un crescente distacco affettivo da mia moglie che mi ha portato dall epoca a dormire da solo su un divano e a diradare sempre più i rapporti intimi e a sospenderlo del tutto negli ultimi mesi. Ho grande rispetto per la persona ma che considero oramai quasi una sorella, tanto da provare quasi un senso di fastidio anche ad in semplice abbraccio e sempre più frequenti sono i litigi a volte anche "vivaci". Dopo un primo periodo in cui ho dovuto metabolizzare le origini di questa situazione, ho manifestato tutte le mie difficoltà in maniera esplicita già circa un anno fa ma ho sempre riscontrato reazioni "negazioniste" e tendenti a chiamare in causa il benessere dei bambini l'unità familiare ecc.
Comprendo il suo disagio ma in me e' sempre più forte la determinazione a separarmi che vorrei avvenisse nella maniera meno traumatica possibile prendendomi tutte le responsabilità ovviamente verso i bambini. Il suo atteggiamento invece tende a procrastinare ogni decisione confidando probabilmente in un mio calo di mordente e determinazione. Come reagire? Come uscire da una situazione come questa? Come spiegare che a questo punto sarebbe meglio una pur dolorosa separazione in luogo di una pietosa messinscena? Grazie.