Salve,
ho 45 anni e questa è la mia storia. Sul finire del mese di dicembre del 2018 il mio rapporto matrimoniale entra in crisi. La crisi è generata dalla scoperta da parte mia di una relazione extraconiugale intrattenuta da mia moglie con un collega (mio e suo) di ufficio. Probabilmente la relazione da platonica si è trasformata in reale subito dopo l'estate. La datazione della relazione l'ho effettuata sulla base di una serie di elementi: subito dopo l'estate mia moglie ha cominciato a prendersi più cura di sé cominciandosi ad allenare ed acquistare, in maniera più frequente del normale, nuovi capi di abbigliamento; ha mostrato (forse per lenire il suo senso di colpa per il tradimento) molto più interesse sessuale nei miei riguardi dopo un periodo di astinenza durato circa un anno dopo la nascita della nostra secondogenita (a tal proposito sottolineo che dopo la nascita della bambina e per circa sei mesi ho ricevuto continui rifiuti da mia moglie fino a quanto ho cominciato a non provarci più ritenendo che sarebbe stata lei a dover fare il primo passo quando se la sarebbe sentita); dopo l'esplosione della crisi (dicembre 2018) lei ha riferito a persone che era da settembre che eravamo in crisi (cosa evidentemente vera, ma di cui solo lei era a conoscenza).
Dopo avermi comunicato che non mi amava più, cominciandomi ad accusare di averla lasciata sola per 12 anni, di non averla capita, di aver cresciuto da sola la nostra primogenita, di essersi sempre forzata a stare fisicamente insieme a me e tutta una sfilza di accuse non vere o forse vere ma nella realtà che lei aveva costruito nella sua testa (la verità è che per 12 anni io ho amato e rispettato mia moglie e mi sono completamente dedicato a lei ed alle nostre figlie, ahimé, annullando la mia persona), mi ha praticamente costretto ad andare via di casa dopo avermi per mesi umiliato davanti alle mie figlie ed accusandomi anche di averla aggredita fisicamente (la verità è che lei ha indotto mia figlia a piangere ed io per consolarla la ho portata in camera da letto, lei ci ha seguito e mentre io chiudevo la porta dando le spalle alla stessa lei ha infilato il braccio ed ha cominciato ad urlare che le avevo rotto il braccio e che avrebbe chiamato i carabinieri). Dopo tutto questo e cioè tradimento, umiliazioni, false accuse di aggressioni continua ancora oggi a mostrare risentimento nei miei confronti. Mi chiedo come sia possibile dopo aver amato, rispettato, supportato, sopportato ed accontentato una persona, ed aver avuto con lei due splendide bambine che adoro (e loro adorano me), che questa arrivi ad odiarmi compiendo azioni spregevoli, nonostante io non abbia mai avuto comportamenti disdicevoli nei suoi confronti neanche dopo aver scoperto il suo tradimento. Tradimento consumato con una persona che rappresenta l'opposto di me (44 anni, convivente con genitori anziani, senza responsabilità familiari e lavorative). La domanda è in sintesi cosa spinge una persona ad assumere quest'atteggiamento nonostante sia essa stessa ad aver procurato un'offesa e non ad averla subita? Grazie.