Qualche anno fa ho conosciuto un uomo che poi è diventato il mio compagno. All'epoca era sposato (da più di 25 anni) ma già da anni in uno stato di crisi. Dopo pochissimi mesi decide quindi di lasciare la moglie e di andare a vivere per conto suo. (Io sono a mia volta separata, con una figlia e ho 42 anni, lui 48). Iniziamo così a frequentarci con molto tatto e discrezione ma lui soffre di grandissimi sensi di colpa per aver lasciato la moglie (non hanno figli).
Con il tempo le cose migliorano, piano piano torna il sereno e con tutte le dovute attenzioni rendiamo pubblica la nostra relazione, mia figlia pare gradire la sua compagnia.. Facciamo anche qualche progetto per il futuro... Non conosco la sua famiglia ma non mi interessa in quanto lui la frequenta poco e nulla.
Il problema è la "ex" moglie. Che si rifiuta di concedere la separazione legale. Ormai sono quasi 3 anni che lui vive per conto suo, non si vedono mai, si sentono pochissimo ma quando lei si fa viva alterna dichiarazioni d'amore a ricatti morali. Fatto è che "sparendo", cioè evitando di affrontare il problema quando lui cerca delicatamente di invitarla ad agire, evita quindi di separarsi.
Ora, a me personalmente potrebbe anche non importare, se non fosse che lui mi ha chiesto in futuro una convivenza. E per questo penso che una persona debba svincolarsi legalmente.. Non so che fare. Lui non insiste perché non vuole sentirsi ulteriormente in colpa, io da una parte lo capisco, ma allora cosa posso fare?