Salve, sono Emanuele e la mia compagna ha una bambina di 6 anni che purtroppo deve dividersi con il babbo (suo ex da ormai più di un anno) dopo una convivenza durata 5 anni di molti bassi e poco alti. Più che il tempo va avanti e più la mia compagna la vedo sofferente quando deve lasciare la figlia al babbo. In questo periodo la bambina ha passato una settimana consecutiva con la mamma (e con me ovviamente) ed ora sta passando una settimana con il babbo. La mia compagna soffre di questo distacco, prova gelosia e rabbia e secondo me vive poco i momenti con la figlia in virtù del fatto che inizua subito a pensare che "passati questi giorni di vacanza la bambina andrà dal babbo per giorni consecutivi. Come potrebbe fare la mia compagna a stare meglio e come posso io aiutarla? in condizioni normali la bambina rimane dal padre una sera a settimana ed un week end alternato che parte dal venerdì alla domenica sera.
Caro Emanuele, le separazioni con la conseguente famiglia allargata è sempre una sofferenza psicologica per il minore e un lutto per adulti.
Il giudice ha deciso per una consensuale condivisa che secondo me non è mai attuata alla regola cioè il figlio rimane in casa e i genitori roteano nall'abitazione.
Capisco la sofferenza della madre, in questo caso consiglio di iniziare una psicoterapia psicodinamica per rafforzare la parte inconscia e conseguentemente la relazionalita fra lei figlia e ex marito , la gelosia non è una buona consigliera.
Auguri
Buonasera Emanuele,
il suo desiderio di aiutare la sua compagna a stare meglio e a vivere in modo più rilassato la situazione è apprezzabile, temo però che sia di difficile realizzazione. Da parte sua, Emanuele, lei può solo mostrare comprensione alla compagna e accogliere la sua preoccupazione cercando di rassicurarla. In questo atteggiamento rientra per esempio anche il non parlare male dell'ex anche se può mostrare punti critici. Mi spiego meglio: se lei mostra alla sua compagna di nutrire, nonostante tutto, fiducia per il babbo della bimba, la sua compagna potrebbe nutrirla a sua volta. Al di là di questo non c'è molto da fare da parte sua, ma ritengo importante che lei possa consigliare alla sua compagna di intraprendere un percorso psicoterapeutico o almeno qualche seduta di supporto psicologico, perchè è molto probabile che ci siano delle ferite ancora aperte, che col passare del tempo sembrano far più male invece che rimarginarsi. Se la sua compagna riesce a lavorare su questo, credo che la situazione possa migliorare notevolmente per tutte le persone coinvolte, compreso lei e la bimba.
Buon giorno Emanuele. Capisco bene il suo dispiacere nel vedere la sua compagna soffrire per una situazione che non riguarda lei (Emanuele) direttamente, e non è neppure così semplice suggerire come aiutarla. Per come lei descrive la situazione, sembra che siano proprio la gelosia e la rabbia a farla da padrone nel vissuto della sua compagna relativamente alla gestione condivisa della figlia, facendole perdere un pochino di vista quale sia il vero bene della figlia, a prescindere da come siano andate le cose tra i genitori. Quello che talvolta aiuta in questi casi, oltre ovviamente ad un percorso psicoterapeutico, è tenere presente che la figlia è “per metà” costituita dalla madre e per l’altra “metà” dal padre, e che queste due metà nella piccola sono mescolate e indivisibili. Se uno dei genitori non accetta l’altro come genitore del proprio figlio, inevitabilmente non accetta del figlio quella metà che viene dall’altro, è come se lo rifiutasse per una grossa parte di quel che è e che viene dall’altro genitore. Questo il figlio lo sente, può sentirsi sbagliato, separato dentro di sé, e ne possono nascere problemi sia relazionali che psicologici che condurranno a conseguenze pesanti sia per la madre che per il figlio. Il figlio sentirebbe in qualche modo di essere amato parzialmente, e giudicato per gli aspetti in cui il genitore riconosce l’altro genitore. Alla lunga vince una regola che si è sempre dimostrata valida: il figlio sta meglio con il genitore che rispetta di più l’altro genitore. Con molta delicatezza e sempre che la sua compagna gradisca una sua intromissione in un argomento così privato, può provare a dirle questo. Un cordiale saluto.
Firenze
Il Dott. Enrico Ruggini offre supporto psicologico anche online