Percorso psicologico: abusante e abusato

Nicolò

Salve, vorrei sapere qual è percorso dovrebbe intraprendere un/a ragazza/o che ha subito abusi da piccolo e la concepisce solamente molti anni piú tardi dopo averla subita. Invece per una persona che ha abusato? Come può essere aiutata? Grazie

5 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno,

Vi è una probabilità elevata che i perpetratori abbiano subito da piccoli delle violenze; psicologiche, fisiche, sessuali. Nel caso di persona abusata, occorre uno specifico trattamento per il trauma complesso che dipende dalle esperienze esperite dal singolo e dalla gravità, continuità degli abusi subiti. Nel caso di maltrattanti occorre agire anche sul senso di responsabilità degli atti commessi, con la riduzione del fenomeno della minimizzazione del comportamento agito, inoltre se trattasi di modalità appresa da ambiente familiare o esperienze vissute in età infantile od in adolescenza occorre intercettare i pensieri intrusivi, le aspettative disfuzionali che ne sono scaturite.

Resto a disposizione per qualsiasi integrazione e/o chiarimento.

Dott.ssa Federica Zunino

Dott.ssa Federica Zunino

Dott.ssa Federica Zunino

Savona

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Buongiorno Nicolò,

la situazione che lei descrive porta in sè moltissima sofferenza e mi dispiace molto che lei stia provando tutto questo.

L'abuso rimanda sicuramente al tema del trauma, che per ogni persona è diverso a seconda della situazione specifica. Nel caso da lei descritto, sarebbe opportuno un percorso psicologico che possa agire sia sul ricordo e l'elaborazione di ciò che accaduto, sia sul presente, in modo tale che l'effetto del trauma stesso sia contenuto e non incida in maniera negativa sulla quotidianità.

Le teorie sul ciclo della violenza ci permette di avere un'idea abbastanza chiara sul fatto che l'abusante molto probabilmente è stato egli stesso un abusato, anche in tenera età. 

La situazione più comune e diffusa, ma quella che porta in sè più segreti e tabù, è quella in cui abusato e abusante appartengono alla stessa famiglia. In questi casi sarebbe opportuno un percorso di natura familiare, con professionisti ad orientamento sistemico-relazionale, che possano aiutare entrambi (abusato e abusante) a capire come e in che modo l'abuso sia entrato come modalità relazionale nella famiglia. Il percorso ideale sarebbe iniziare con due professionisti diversi per elaborare i vissuti individuali, ognuno meritevoli di uno spazio proprio di tutela e protezione, e poi unirsi in incontri familiari, anche con altri membri della famiglia, per un percorso familiare.

Le soluzioni che ho scritto sono ovviamente frutto di ipotesi, solo lei conosce la sua storia e i suoi bisogni. 

Le auguro tanta forza nella scoperta di sè e nella rielaborazione di questo suo passato così doloroso.

Se ha bisogno anche solo di informazioni in più sull'orientamento che le ho consigliato, mi contatti.

dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Dott.ssa Alessia Serio

Torino

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Gentile utente in entrambi i casi un percorso psicologico è la scelta migliore poiché bisogna elaborare i vissuti che hanno accompagnato la persona fino a quel momento. io sono disponibile, un grande abbraccio

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli

Palermo

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Buonasera Nicolò, un percorso che ha evidenze scientifiche e che potrebbe rivelarsi utile per affrontare un passato traumatico derivante da abusi è sicuramente quello Cognitivo Comportamentale.

Attraverso tecniche varie, come ad esempio l’esposizione associata a rilassamento, la persona viene accompagnata gradualmente ad affrontare tutti quei traumi che creano spesso dei corto circuiti nella vita presente.

A seguito di abusi, in particolari momenti possono emergere e crearsi problemi di notevole stress oppure addirittura attacchi di panico con ansia che impediscono di vivere una vita normale.

In questi casi è necessario lavorare sia sulle emozioni che sui pensieri, che portano poi spesso il soggetto a rimuginare su quanto accaduto in passato, e rivivere costantemente il trauma.

A questo proposito può essere utile anche la Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI), valida anch’essa per lavorare sulle emozioni e sui pensieri disfunzionali.

Poi vi sono anche altre tecniche, quali l’EMDR che utilizza gli stimoli celebrali bilaterali per i traumi subiti, l’Ipnosi e il Rescripting che consiste nello stimolare a livello corticale una ri- iscrizione dell’evento traumatico in una modalità attenuata o modificata.

Approcci questi, efficaci in situazioni di abuso, e dal momento che solitamente anche l’abusante è una vittima, che è stata a sua volta abusata, torna utile utilizzare anche in questo caso, gli approcci sopra descritti.

Anche a fronte di una emergente consapevolezza degli atti perpetrati, un importante obiettivo, si pone per attenuare i conseguenti sensi di colpa, generati da tali comportamenti.

In ultimo diventa di primaria importanza porre rimedio dove possibile, saper perdonare e perdonare sé stessi.

Saluto cordialmente e auguro buona fortuna.

Buongiorno, ciascun professionista potrebbe risponderle che il proprio approccio è quello più indicato, per cui potrebbe essere utile chiedersi lei o la persona per cui sta facendo la domanda con quale approccio si sentirebbe più a suo agio o quale sente che potrebbe fare più al caso suo. 

Non parlando di altri approcci posso spiegarle il mio, il sistemico relazionale. 
Ci si concentra sulla propria storia personale e familiare, andando a indagare le vite dei genitori del paziente e dei loro stessi genitori (la generazione dei nonni), al fine di comprendere che tipo di influenze ci sono state e come si è arrivati alla situazone attuale del paziente. Attraverso questo lavoro si cerca di dare un senso ai sintomi e/o ai traumi vissuti e fatti vivere. Si lavora sulle emozioni orbitanti attorno a momenti salienti della propria storia e si inquadra tutto all'interno dell'ottica della teoria dei sistemi complessi. Secondo quest'ultima, al fine di avere maggiore consapevolezza di sè e di ciò che è accaduto, bisogna prendere consapevolezza del sistema nel quale si è immersi (famiglia, contesto sociale, scolastico, lavorativo ecc), all'interno del quale ogni relazione tra le parti, anche quella vissuta come più dolorosa o negativa, ha la sua importanza. 

Al netto di questo e trasversalmente all'approccio, è bene che lo specialista al quale si rivolge sia specializzato in EMDR, strategia ottimale per l'elaborazione e la diminuzione dell'intensità emotiva dei traumi.

La domanda che le pongo è dunque quale sia l'obiettivo che vorrebbe raggiungere con una terapia. 

Rimango a sua disposizione per qualsiasi cosa e le auguro il meglio,

Dott.ssa Alessandra Papi

Dott.ssa Alessandra Papi

Dott.ssa Alessandra Papi

Roma

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