Buongiorno,
Una cosa a mio parere strana, mio marito, siamo sposati da 15 anni, non mi chiama mai per nome. In realtà non mi chiama proprio, trova un modo alternativo per attirare la mia attenzione, tipo: oh..
Questa cosa accade con me e con sua madre che non chiama ne “mamma” ne per nome. Con tutte le altre persone non succede.
L’ho sentito pronunciare il mio nome solo quando ci siamo sposati e dopo se deve parlare di me con qualcuno. Ma mai lo usa direttamente per chiamarmi. Non ne capisco il motivo e mi piacerebbe. Anche perché gliel’ho fatto notare più volte e non si da una spiegazione, dice che non gli viene..
Buonasera Vale,
le rispondo volentieri perchè la sua domanda mi colpisce.
Fa sorgere in realtà in me nuovi interrogativi più che la risposta ad un quesito.
Mi sono domandata quale significato ha per lei Vale il suo nome.
E che 'valore' da a se stessa e a chi ricorda e nomina il suo nome.
In realtà si firma con un diminutivo, leggero, famigliare, rassicurante, un fraterno Vale.
Valeria? Valentina?
E' singolare inoltre che lei associ l'anonimia nei suoi confronti a quella della madre di suo marito, forse a partire dalla medesima modalità prevalente di interazione: quella acquisita, famigliare..materna?
Vedo una donna piena di vita, acuta e perspicace che soffre di consuetudine e che desidera nuovi percorsi di individuazione, a partire da se stessa, nei confronti di se stessa.
Buon cammino Vale..
Milano
La Dott.ssa Nicla Viviana Morfini offre supporto psicologico anche online
Cara Vale, mi sembra che suo marito utilizzi con lei, rispetto a questo aspetto della relazione, le stesse modalità che utilizza ed ha utilizzato con la madre. Del resto la madre rappresenta la prima persona con la quale entriamo in relazione ed impariamo con lei, per trasmissione, a relazionarci con noi stessi, con gli altri e viviamo la prima importante relazione affettiva della nostra vita. Provi ad osservare se questa modalità di richiamo è utilizzata solo da suo marito o anche da sua suocera e se può osservi anche la relazione tra sua suocera e suo suocero: potrebbero esservi questa ed altre similitudini.
Il richiamare l’attenzione senza pronunciare il nome della persona alla quale ci si rivolge può far pensare ad una modalità di relazione molto centrata alla soddisfazione dei propri bisogni, però non so abbastanza per andare oltre nelle ipotesi.
La saluto cordialmente
Gentile Vale,
essere chiamati per nome sia esso anagrafico / di Battesimo o legato al ruolo in famiglia (mamma, papà) è parte dell'essere riconosciuti come persona unica e con una sua storia e come membro pienamente appartenente del nucleo famigliare. Un: "Oh!" non identifica, non riconosce, né valorizza.
Ottimo il fatto che ne abbia parlato con i diretti interessati, quantomeno per comprenderne i motivi che tuttavia paiono non essere emersi chiaramente, semplicemente "non gli viene". Quello che emerge è che per lei essere chiamata per nome è importante.
Ora avanzo un'ipotesi. Com'è per lei se affermasse apertamente a suo marito e a sua suocera: "Voglio essere chiamata per nome o "mamma", per me è importante"?
Resto a disposizione tramite modulo contatti.
La saluto.
Se per lei è possibile proverei ancora a fare la richiesta, il che vuol dire rischiare di ricevere anche un rifiuto, di chiamarla per nome, se per lei è importante, senza chiedere il motivo per cui lo fa, a volte è difficile saperlo, altre nemmeno utile. Magari può parlare di come si sente lei quando si sente chiamare "oh", o con altri nomignoli, e quale è il suo bisogno. Ovviamente sarebbe importante anche capire come è la vostra relazione in tutti gli altri campi.
Saluti
Modena
Il Dott. Marco Carione offre supporto psicologico anche online