Penso una parola ma ne scrivo un’altra

Salve, ho un problema da quando ero bambina, ossia mi capita molto spesso quando devo scrivere qualcosa, di sbagliare parola, mi spiego meglio: l’altro giorno dovevo scrivere ottobre ma ho scritto settembre, poi ho letto il testo più volte senza accorgermi fino a oggi che mi hanno fatto notare l’errore. Altre volte scrivo la parola giusta ma nel modo sbagliato, tipo gatto=matto o gratto, stò parlando di scrittura a mano non con il cellulare. Tendo a precisare che ho avuto un’infanzia con dei genitori “difficili”, separati in casa. All’età di 8 anni mi è stato proibito di rivolgere la parola a mio padre (fino al giorno della sua morte) e mia madre per attirare l’attenzione si inventava crisi di ogni tipo e malattie inesistenti, questo mi ha provocato grossi problemi sia a scuola di apprendimento, che personali di insicurezza.

Gentile Agata, 

quello di cui parla non lo chiamerei problema: diciamo che si tratta di parti non ancora accessibili alla sua coscienza che si fanno sentire: riescono finalmente ad affiorare al conscio, ma comunicano a modo loro. Si tratta dei famosi lapsus linguae di cui ci ha parlato Freud per primo. Scrivere settembre per ottobre potrebbe voler dire tante cose, a me per esempio viene in mente che se lo facessi potrebbe essere perchè una parte di me è spaventata dal progredire verso l’autunno/il Natale/il freddo, etc… e vorrebbe rimanere nel tiepido settembre, mese ancora estivo per la maggior parte. Il gatto può diventare matto se magari ci vediamo in lui una capacità di andare fuori dagli schemi, magari nella sua capacità di essere spontaneo e poco “corruttibile” (nel senso che è sempre lui che conduce le danze, nella sua capacità di andare e venire, di essere autonomo e non legarsi troppo alle situazioni). Sicuramente la situazione che ha subito a 8 anni ha fatto sì che certe sue parti siano rimaste forse in sottofondo e abbiano avuto poco modo di esprimersi in maniera diretta, per cui presumibilmente lo fanno - anche- tramite questi lapsus…

Mi spiace molto per le esperienze che riporta, che hanno contribuito a creare un clima di poca sicurezza e stabilità, stando a quanto affiora dalle sue parole.

E’ sempre consigliabile quindi ritagliarsi un proprio spazio con un/a professionista per poter elaborare le proprie vicende e i propri contenuti mentali.

Un caro saluto

Dott. Andrea Di Monte

Psicologo psicoterapeuta

Studio privato in via Cominotti, 6 - Tolmezzo (Ud)