Dott.ssa Valentina Cozzutto

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Dott.ssa Valentina Cozzutto

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale

La mia vita è vuota.

Ho 42 anni e una vita vuota, inutile.
Non so neanche da dove cominciare.
Non ho nessun amico/a, non riesco a relazionarmi. D'altronde cosa potrei raccontare di me: nulla.
Non sono una persona interessante, sono la noia fatta a persona.
Ho paura di tutto. Sono sempre ansiosa.
Se qualcuno cerca di avvicinarsi a me, riesco ad allontanarlo perché temo capisca che non valgo niente.
Ho una bassissima autostima dovuta al fatto che sin da ragazzina ho ricevuto sempre critiche su come ero (troppo magra e per niente graziosa), su quello che facevo e come lo facevo. Non andava mai bene a nessuno quello che ero e che sono. E noi esseri umani abbiamo sempre bisogno di sentirci apprezzati e accettati.
Purtroppo la mia vita è pura finzione.
Anche a lavoro è lo stesso. Sembrerà strano ma ho ricevuto una promozione, i colleghi a dirmi che è un lavoro fatto su misura per me. Alla fine, tra mille dubbi, ho accettato. Ma a distanza di mesi mi sono pentita, non mi sento all'altezza, non fa per me.

Per non parlare del fatto che a causa di ciò si sono incrinati gli unici due rapporti, anche se di lavoro, che mi davano un minimo di serenità. Non mi rimane più nulla. Fingo che è tutto a posto ma la verità è che mi sento annientata dalla vita.

Non viaggio praticamente mai, non frequento nessuno, sono impacciata e la vita mi spaventa. Non riesco a lasciarmi andare, mi sento costantemente giudicata.

So di essere vittima di me stessa, che sono l'unica colpevole di come vanno le cose, ma non riesco ad uscirne. Spero sempre di non svegliarmi più.
Sono solo io la causa dei miei mali....

Raffaella, la sua intera richiesta è un atto d'accusa verso se stessa. Si è processata e condannata,ed attende biasimo.
Oppure attende speranza. Vede, se così non fosse, non avrebbe scritto qui. C'è una parte di lei, seppur soffocata dal magistrato zelante che ha redatto l'atto d'accusa, che pensa valga la pena fare un tentativo. Di converso, quella parte così soffocante e giudicante, ha una notevole forza, capisco quanto sia difficile, quasi inumano, opporvisi.
Capisco quanto sia stato difficile per lei accettare la promozione, ed anche la fatica che fa a sostenere il suo nuovo incarico. Accettare infatti le ha richiesto di opporsi alla sua pesante autocritica, alla sua convinzione di non essere capace.
Alla fine lei dice di essere l'unica colpevole di come vanno le cose. In realtà lei non è colpevole. Lei sta soffrendo le conseguenze di alcune convinzioni su se stessa e sul mondo che ha formulato in un'età in cui probabilmente era ancora troppo piccola e non non aveva la capacità di giudizio necessaria; lei stessa individua la causa della sua bassa autostima nelle troppe critiche ricevute.
Pensi, invece, che lei è responsabile di quella coraggiosa parte di sé che vuole cambiare, può prendersene cura e darle spazio, ha la possibilità di farla crescere, ed al contempo soffocare tutte queste accuse poco utili, e fondate, probabilmente, su esperienze lontane nel tempo.
Guardi alla responsabilità verso se stessa come ad una preziosa risorsa, e lasci le colpe a chi ne ha.
Faccia a questa parte di sé un bel regalo, inizi un percorso di psicoterapia.

Fiduciosamente, le porgo i miei più cari saluti.

domande e risposte

Dott.ssaValentina Cozzutto

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale - Monza e della Brianza

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