Dott.ssa Roberta Porta

Dott.ssa Roberta Porta

Psicologa clinica - Neuropsicologa

Le figlie della mia compagna non accettano la nostra relazione

Salve, mi chiamo Fabio e da 4 mesi ho una relazione con una mia collega, ci conosciamo da 20 anni. Abbiamo sempre avuto un ottimo feeling, rispetto e amicizia. Il problema è il muro che hanno creato le figlie nei miei confronti nonostante abbiano capito che sono una bella persona e un buon padre. Le figlie della mia compagna hanno rispettivamente 19 e 16 anni. La prima si è schierata a favore del padre ma vive con lei e non se ne vuole andare, la seconda è molto gelosa. Premetto che l'anno scorso la signora si è separata in modo burrascoso dal matrimonio dopo 27 anni tra fidanzamento e matrimonio. Idem io dopo 30 anni, vivo in questo momento con mia figlia. Abbiamo passato del breve tempo insieme alle figlie, le ragazze vanno anche d'accordo. La signora purtroppo vive ancora gli strascichi della vecchia unione, le ragazze hanno ripreso i contatti con il padre e la maltrattano psicologicamente con offese e parolaccie. Cosa dobbiamo fare per cercare di non rovinare il nostro rapporto? E' possibile che le figlie accettino la nuova convivenza del padre nonostante sia stato lui la causa della fine del rapporto di coppia per maltrattamenti psico fisici verso la mia compagna e non accettino la nostra relazione. Grazie.

Caro Fabio, piacere mio.

Si evince un quadro difficile da accettare sia per Lei che per le ragazze, le quali ai fatti non accettano neanche la figura del padre scegliendo di rimanere con la madre. Dopo anni esposte a modalità relazionali violente e possessive, sembra che conoscano solo quelle per interfacciarsi con la stessa. Direi di non orientare i Suoi sforzi nel far cambiare opinione alle ragazze, o costruirne una specifica sulla vostra relazione, bensì mi concentrerei sulla vostra stessa unione.

Mi spiego: la situazione è molto delicata inoltre e non per ultima, per la Sua compagna, che dopo anni di sofferenze e sopportazioni da parte del suo ex marito, finalmente può riscattarsi. Al contempo è Lei stesso ad addentrarsi in una dinamica complessa, che La impegna oltre il superamento del Suo precedente matrimonio. Innanzitutto è necessario legittimare le vostre posizioni, senza chiedere un consenso a terzi (seppure questi ultimi sono i vostri figli), attraverso innanzitutto la riorganizzazione materiale di come il vostro legame si è concretizzato in una relazione. Se avete deciso di convivere, mi concentrerei sulla riorganizzazione degli spazi e delle tempistiche delle varie attività domestiche e di gestione della casa. Se avete deciso di vivere separatamente sarà utile organizzare dove, come, quando e quanto trascorrere tempo insieme. Qualsiasi vostro accordo va però basato sulle vostre stesse esigenze, in qualità di coppia costituita da due persone adulte che autonomamente integrano le proprie vite. Le vostre vite, a loro volta, comprendono anche le vostre figlie ma non ne obbligano una partecipazione su ogni fronte, men che meno in quello sentimentale.

Di fronte ad eventuali opposizioni e provocazioni, non giustificate da richieste che non posso essere prese in carico dalle due ragazze, è bene accoglierne il loro vissuto di ingiustizia e tutelarle nel loro ruolo di figlie.  

Una psicoterapia tenta esattamente di dare un significato ai comportamenti apparentemente incomprensibili delle persone coinvolte in dinamiche complesse da gestire, rispondendo agli stessi in modo assertivo e trovando un obiettivo comune che rispetti i desideri di tutti.

Mi rendo conto di non poter percepire appieno la difficoltà che sta attraversando Lei Fabio, se non dovessi aver colto il Suo quesito spero di aver dato comunque il giusto valore alla sua apertura, per la quale La ringrazio. Non è mai facile parlare di ciò che si sente.

Un caro saluto,

Roberta