Dott. Renato Vignati

Dott. Renato Vignati

psicologo, psicoterapeuta, consulente sessuale

Disagio relazionale in famiglia e prospettive future

Buonasera, sono una ragazza di 31 anni, sono single e vivo ancora con i miei. Ho un lavoro che mi appaga ma non sono invece affatto soddisfatta della mia vita familiare e sociale. Apparentemente siamo una famiglia tradizionale e serena, in realtà io sono cresciuta tra i continui litigi tra mio padre e i miei nonni materni, in cui mia madre ha cercato sempre di fare da mediatore senza prendere posizione ma cercando solo di appianare contrasti per far tacere tutti. Da piccola non ho mai preso posizione pur facendomi una mia idea, ma la reazione comunque è stata sempre del pianto di nervosismo. Anche ora, quando succedono episodi di liti forti, reagisco col pianto ma tra le lacrime cerco di dire a chi sbaglia in cosa sbaglia secondo me, prendendo posizione sul singolo episodio. In tale situazione mia madre interviene per zittirmi perché non vuole che manchi di rispetto ai suoi genitori, mio padre inveisce contro di me dicendo che parlo troppo se dò ragione a loro anziché a lui. Per quanto credo fortemente necessaria una terapia psicologica per tutta la famiglia, attualmente credo che l'urgenza sia il mio benessere. Evitare le situazioni non mi è possibile perché, essendo di carattere molto mite, vengo spesso usata come valvola di sfogo da tutti i miei familiari quando devono parlare per sfogarsi di tale situazione; quando per un periodo abbastanza lungo ho lavorato in un'altra città mi sono spesso sentita dire che li avevo abbandonati e spesso mi hanno fatto sentire in colpa,quindi allontanarmi fisicamente non aiuterebbe. Cosa posso fare per preservare la mia salute mentale? Credo che tutta questa situazione abbia influito fortemente sulle mie relazioni amicali e sociali: non mi fido degli altri, ho diverse conoscenze ma poche reali amicizie storiche e non riesco a farmene di nuove. Quando conosco persone nuove tendo a parlare poco, mi sento noiosa o poco interessante, preferisco ascoltare ma non sono di certo una compagnia piacevole. Ho avuto una relazione sentimentale di diversi anni con un ragazzo, anche lui di poche parole, che soltanto quando non poteva più rimandare ha avuto il coraggio di dirmi che non aveva le stesse mie prospettive future. Da tanto tempo medito sull'intraprendere un percorso per poter stare meglio : quale figura sarebbe più adatta alla mia situazione?

Sicuramente, essere in mezzo a tali conflittualità familiari costituisce una posizione veramente scomoda! Tentare di dirimere le questioni, cercando di riportare calma, assumendo una sorta di neutralità è la cosa più difficile da realizzare, perchè ognuno ti vuole dalla sua parte, e quindi rischi di entrare in collusione con una posizione, scontrandoti poi con l'altra (rappresenti sempre - come scrivi - una valvola di sfogo).

Come venirne fuori? Intanto hai sperimentato che lavorare in un'altra città ti ha aiutata a sentirti meglio, anche se poi le accuse di abbandono e tradimento ci sono state lo stesso, ma è questa comunque la strada giusta, tirarti fuori per non rimanere invischiata nello scontro generale. C'è bisogno di maggiore individuazione e di autonomia, che puoi raggiungere anche con un sostegno psicologico fornito da uno psicoterapeuta: un percorso di crescita che ti aiuti a guardarti dentro, a riconoscere le tue fragilità e migliorare la tua capacità di sentirti sicura, e soprattutto di poterti fidare delle persone che tu potrai scegliere come amiche. Allargare il cerchio delle amicizie potrà allentare la tensione e la pressione, diventata troppo coinvolgente, che proviene dalla tua famiglia. Così, potrai predisporti anche ad un rapporto affettivo con una persona che sappia valorizzare i tanti lati positivi del tuo carattere, e sappia amarti come persona.