Da dove provengono i sogni?
Gli innumerevoli studi che hanno tentato di chiarire la natura umana hanno preso ben poco in considerazione proprio la fonte della conoscenza di sé, il massimo serbatoio delle informazioni su noi stessi:, ovvero l’inconscio, soprattutto quando si manifesta nei sogni.
Freud definì il sogno la via regia all’inconscio, Jung sostenne che i sogni contengono elementi essenzialmente ignoti, i quali emergono creativamente dal profondo della psiche inconscia, bisogna perciò sottoporli ad un esame oggettivo-sperimentale. Finora nessuno è riuscito a spiegare in maniera esaustiva il fenomeno del sogno, sappiamo che è una manifestazione comune a tutti gli animali superiori. Tutti facciamo circa quattro sogni ogni notte e se si impedisce a qualcuno di sognare insorgono gravi disturbi psichici e somatici.
Il sogno ha due radici: una risiede nei contenuti coscienti, nelle impressioni del giorno precedente e l’altra riguarda contenuti inconsci. Su questa base possiamo formulare il significato del sogno come: una reazione inconscia ad una situazione reale e quotidiana; come una situazione conflittuale tra coscienza e inconscio; come una tendenza dell’inconscio che mira a modificare un atteggiamento cosciente del sognatore; infine, come processi inconsci che non hanno alcun legame con la coscienza. A prescindere dai cosiddetti sogni traumatici, un sogno non ripete mai semplicemente un evento accaduto.
Il sogno può essere concepito come un dramma in cui il sognatore recita tutti i ruoli, quello di autore, regista, attore, suggeritore e anche quello di spettatore. Se esaminato in questa prospettiva il sogno offre una comprensione sorprendente di ciò che avviene nella psiche del sognatore, a sua insaputa, per così dire.
Spesso il sogno presenta contenuti ed immagini che hanno la funzione di bilanciare o riequilibrare un atteggiamento unilaterale della coscienza o di integrare dei contenuti che sono poco valutati dal sognatore nella sua vita diurna. In questo senso il sogno svolge una funzione di compensazione e complementarietà rispetto all’atteggiamento e al comportamento cosciente del sognatore.
Ad esempio, pensiamo ad una persona che soffre di sentimenti di insicurezza e di inferiorità e che nel sogno, si rappresenta nel ruolo dell’eroe o un uomo che ha provato una fuggevole simpatia per una donna e che sogna un’appassionata scena d’amore con lei. Nell’ultimo caso, il sogno esprime una forza emotiva superiore a quella rilevata a livello cosciente o consapevole, dove l’incidenza del sentimento era stata trascurata dal sognatore.
La comprensione dei sogni produce una modificazione delle nostre convinzioni coscienti, sia sull’esperienza che facciamo nel quotidiano, sia cosa più importante, su quello che pensiamo di noi stessi. Il sogno, se compreso corregge i nostri atteggiamenti e convinzioni, aiutandoci a conoscere la nostra vera personalità, le nostre autentiche inclinazioni e i pericoli che dovremmo evitare.
Da dove provengono i sogni
Potremmo definire il sogno come un occhio interiore, immateriale, esistente nell’uomo, così quando, durante il sonno, l’uomo chiude gli occhi del suo corpo, la sua anima vede la verità in sogno (p. 8). Sappiamo che l’occhio, o il motivo del mandala, denota un rispecchiamento della nostra visione di noi stessi. Jung ha definito questo centro psichico dell’inconscio con il termine “Sé”, sul modello della filosofia indiana, si tratta del nucleo psichico più intimo dell’individuo, che gli indù hanno equiparato a Dio. Un Dio inteso come spirito cosmico, molto affine alla nostra essenza interiore.
Il mandala (immagine cardine del Sé) ha un rigido ordine matematico, come il simbolo dello specchio. A quanto pare nel nostro nucleo più interiore si rispecchia la verità del nostro essere: da lì provengono i sogni che ci mostrano come siamo veramente. Una sorta di intelligenza superiore sembra essere all’opera nei sogni, quella che Jung definì “personalità numero due”, una specie di spirito collettivo.
Così Jung stesso lo definisce: “Sebbene noi esseri umani abbiamo una vita personale, tuttavia siamo in gran parte rappresentanti, vittime e promotori di uno spirito collettivo i cui anni si contano in secoli.
Può ben darsi il caso che pensiamo per tutta la vita di tirar dritto per la nostra strada, e possiamo anche non scoprire mai che, in massima parte, siamo comparse sul palcoscenico del teatro del mondo…quindi almeno una parte del nostro essere vive nei secoli…e da questa parte provengono i grandi sogni densi di significato, dei quali si può presumere che riguardino non solo i nostri piccoli problemi quotidiani”.
È molto plausibile ritenere che la funzione terapeutica, equilibratrice del sogno agisca anche nelle persone che non se ne curano, ma quando si prendono in considerazione i sogni e addirittura li si capisce, questo effetto si rafforza straordinariamente. Il sogno è uno degli strumenti migliori, secondo Jung, di risolvere problemi psichici e disorientamenti interiori ed è ancora più d’aiuto nel conseguire la completezza interiore, quel processo di individuazione che in fondo, è la meta principale della vita umana.
Fonte: Sguardo dal sogno, M.L. Von Franz.
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