Gent. Sonia, la sua lettera esprime le difficoltà che vivono i congiunti e/o i partner di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, soprattutto da molto tempo. Da ciò che racconta, sembra che il suo compagno, abbia iniziato percorsi di recupero, interrotti dopo breve tempo. Il suo compagno ha chiesto aiuto a lei, quindi ha delegato a lei la ricerca di strumenti e la motivazione a "cambiare" la propria vita. Purtroppo, ciò è tipico in un tossicodipendente. Potrà sembrarle "duro o poco benevolo" ma nei casi di tossicodipendenza è indispensabile la piena assunzione di responsabilità del proprio stato, da parte della persona che soffre di questo disturbo. Responsabilità, che prelude alla motivazione a cambiare, cioè a trovare strumenti, risorse, diversi dalle sostanze, per affrontare l'angoscia di vivere. E' un percorso esclusivamente personale, le persone vicine, possono sostenere e/o rinforzare la volontà di cambiamento del tossicodipendente, ma non possono sostituirsi a lui. Per esempio, la ricerca della strada "giusta" da percorrere, dopo 20 anni di tossicodipendenza, doveva essere fatta dal suo compagno e non da lei!Quello che posso dirle è di fare molta attenzione a non sostituirsi, nè ad accogliere e fare propri, bisogni e responsabilità che non possono che essere individuali. Concretamente la ricerca di centri, comunità, terapeuti, farmaci per la disintossicazione, etc., deve essere fatta dal suo compagno, viceversa c'è il rischio che tutti gli sforzi che lei fa per "trovargli la strada giusta" siano inutili e non funzionali al problema. Cordiali saluti.