Dott.ssa Mirella Caruso

Dott.ssa Mirella Caruso

psicologo, psicoterapeuta.

Psicopatofobia

Salve a tutti. Ho deciso di raccontarvi la mia storia dall'inizio, seppur lunga. Circa 2 anni fa mentre mi trovavo con dei miei parenti, accusai degli strani dolori addominali, accompagnati da sudorazione, vampate di calore, tremori alle gambe, palpitazioni ma soprattutto ansia e terrore. Terrore di poter agire in modo folle, di poter commettere qualche azione irreversibile. Ci dormii sopra e tutto passò, e per due anni non ebbi più quelle sensazioni (tranne qualche eccezione penso). Queste sensazioni ritornarono circa 1 mese fa, senza un'apparente spiegazione (io ho accusato lo stress dovuto a tre mesi di lavoro estivo come causa di quello che sto vivendo). Riconobbi subito i sintomi, ma cercai di non pensarci molto e di dormire, credendo che dormire mi avrebbe aiutato come 2 anni fa. Invece è ormai un mese che questi sintomi mi affligono, ho cercato su internet e ho trovato che sono tutti sintomi di attacchi di panico, così mi sono informato. Ho scoperto che questi si alimentano di una mia grande paura, la psicopatofobia, ovvero appunto la paura di poter “impazzire“ e/o quindi di commettere gesti appunto folli. Del resto mi ha rassicurato molto il fatto che è solo una paura, che però non mi permette di vivere la vita in modo spensierato, come un 15enne dovrebbe fare. Queste paranoie mi stanno stressando, così ho deciso di prendere la situazione in mano per ribaltarla, parlandone innanzitutto con i miei genitori,e quindi qui su questo sito scoperto pochi giorni fa. Ho scoperto che con la positività e la forza di volontà posso contrastare questi ostacoli, che del resto non riesco a battere se non vengo aiutato e giudato da qualcuno. Voglio sapere come devo comportarmi, chi contattare e quindi come agire in generale. Aspetto vostre risposte! Grazie in anticipo

Gentile Enrico, mi hanno colpito le sue parole: lei ha solo 15 anni, ma ne dimostra molti di piu'. Tre mesi di duro lavoro estivo fanno pensare a un ventenne o giu' di lì, piuttosto che a un 15enne di oggi che immaginiamo come assiduo frequentatore di pub e discoteche. Lei descrive molto bene un'angoscia che però non è nella mente soltanto sua e degli adolescenti, ma di tutto il genere umano, cioè la paura di poter compiere improvvisamente gesti inconsulti, la paura di impazzire. Il terrore di perdere il controllo della propria mente, di non riuscire piu' a governarla. In realtà sono due le paure fondamentali con cui ciascuno di noi deve fare i conti nella propria esistenza. La seconda paura, ma non seconda per importanza, è la paura della morte. Quindi, la paura di smarrire la mente, nel primo caso, la paura della disintegrazione del corpo dall'altra. Entrambe rimandano a un vuoto con cui gli essere umani debbono fare i conti. Ne hanno parlato a lungo i filosofi. C'è chi non ci pensa, chi cerca di distrarsi, chi si affanna col lavoro, chi si distrugge con droghe e alcool. A volte questo vuoto esistenziale si manifesta con i sintomi. L'attacco di panico ha alla sua radice proprio questo senso di vuoto.Solo gli adolescenti, come gli antichi filosofi, rimuginano su questi concetti. Ne parlano tra di loro, a volte, o scrivono poesie chiusi nella loro stanzetta. Ora è importante che lei ne parli con qualcuno, che trovi qualcuno che l'ascolti e l'aiuti a elaborare questa paura ancestrale. Al momento, l'unica risposta è quella del suo corpo, una risposta primaria, viscerale. C'è bisogno di un ripensamento piu' complesso. Ha fatto bene a parlarne con i suoi genitori, i quali potranno aiutarla a trovare un centro giovanile, un consultorio, dove qualcuno potrà cercare insieme a lei le risposte di cui ha bisogno. In bocca al lupo.