Ansia quando il partner esce, paura che muoia.
Buonasera, ho 23 anni e sono una studentessa.
Scrivo per avere un consiglio: ho avuto solo due grandi relazione amorose fino ad'ora, la prima con un ragazzo, attualmente con una ragazza.
In entrambi i casi, il legame era molto forte. Nessun tipo di gelosia o nessuno è mai stato possessivo\a, solo sincerità.
Non ho mai dubitato della loro fedeltà. Io purtroppo mi trovo in difficoltà, ogni volta che la mia ragazza (e prima l'ex ragazzo) esce con altre persone, si insinua dentro di me il panico. Panico, ansia perchè le possa accadere qualcosa, dalle più banali: che cada e si faccia male, fino alle peggiori, per il ragazzo un incidente in auto, per la ragazza che venga non so, violentata\ uccisa.
Ora, Io ho consapevolezza di avere bisogno di aiuto, non so perchè mi succede, ma sento di avere attacchi di ansia. I miei partner sono stati comprensivi, e spesso mi scriveva lui, spesso mi scrive lei per ricordarmi che è viva e non è successo niente.
Ma sento di avere un problema, un perno che mi opprime e non riesco a liberarmene. L'unica causa che posso rintracciare, è che sono cresciuta con mia nonna che continuamente, tutt'ora mi dice di non uscire "perchè chissa cosa può succedere, c'è tanta gente cattiva in giro". Io so che è una paura irrazionale, ma non riesco a respirare.
Ho bisogno di un consiglio vostro, e anche un consiglio su quale tipo di terapeuta è il migliore in questo caso, grazie mille.
Andreina
Salve Andreina, “se esci chissà che può succederti, c’è tanta gente cattiva in giro”, questo è l’imperativo che le risuona nella mente. E’ cresciuta con la nonna, da sola? In un rapporto a due, senza un terzo che si ponga in mezzo o tra i due, gli imperativi possono risuonare molto forte. Ora sembra che questa “paura del mondo”, il terrore che possa succedere qualcosa di terribile sia proiettata da se stessa fuori, verso i suo partner. Proiettare vuol dire proprio “spingere fuori” da sé sentimenti ed emozioni, nel tentativo di liberarsene o perlomeno di controllarli. E’ un meccanismo della mente ed è del tutto inconscio. Non razionale, la ragione lo giudica inappropriato e incomprensibile. Le consiglierei un percorso psicodinamico-psicoanalitico che possa esplorare e approfondire questi meccanismi di cui avverte la presenza, ma che le mortificano l’esistenza. Saluti.