Come uscire da una gabbia mentale?
Gentili professionisti,
Mi rivolgo a voi perché è da qualche tempo che mi sento in trappola. Ho solo 22 anni, ma sento che la mia vita non abbia nulla da offrirmi. So bene che è un pensiero assurdo, se ci ragiono in modo logico, so che questa condizione è facilmente risolvibile. Eppure non riesco ad uscirne. Non so come si faccia. Ogni aspetto della vita quotidiana, anche il più banale, mi provoca una gran ansia, a tal punto che, in alcune situazioni, non riesco a respirare. Un esempio più infantile è quello dei bagni pubblici: mi sono trovata più volte davanti alle porte dei bagni pubblici a piangere perché non riuscivo a entrare, ero paralizzata dall'ansia e in uno stato di immotivato terrore. Dal punto di vista sociale non ho più amici, non perché sia antipatica o cose simili, ma perché, me ne rendo conto, ho allontanato le poche amicizie che mi erano rimaste. L'ho fatto inconsciamente, perché anche solo chiedere loro di uscire mi procurava disagio e ansia,sebbene non sappia dire perché. Ho un ragazzo da 5 anni. Ne sono innamorata, ma negli ultimi mesi mi sembra di aver aperto gli occhi e mi sembra che lui non mi ami come dice. Non so se queste "rivelazioni" siano dettate da uno stato di foschia mentale che sto vivendo o se siano reali, fatto sta che sono stanca di dover elemosinare affetto. Anche la situazione con lui mi mette in ansia, perché non capisco se ho ragione o no e parlarne con lui non ha aiutato. Ultimamente questo è diventato il mio umore principale: sono stanca di tutto. Soprattutto mentalmente. Mi sento in trappola in una vita che non ho mai voluto e quello che mi fa più arrabbiare è che, anche se so che si può uscirne e che non è un dramma, io lo vivo come tale. Questa situazione mi agita molto perché sono sempre stata una persona pragmatica e trovarmi in questo stato mi provoca, ancora una volta, molta ansia. Non so proprio come andare avanti senza peggiorare. Mi sento in colpa, perché so che ci sono cose peggiori nella vita, eppure non riesco a fare a meno di disperarmi senza riuscire a far nulla.
Vi chiedo scusa se sono stata ripetitiva e prolissa, ma mi sento un macigno nel petto e, con questo messaggio, speravo di potermi liberare di un po' di questo peso.
Gentile Noe, è comprensibile questa sua situazione esistenziale in cui si sente “in trappola”. In pratica non riesce più a compiere le normali azioni quotidiane, anche quelle più banali. E’ come se non sapesse più da che parte andare, cosa cercare. Se va, ripercorre luoghi interiori e strade già tracciate, conosciute, ma che sembrano portarla in direzione di un’immobilità in cui non cambia niente. Interessante è ciò che scrive dopo, “mi sento in trappola in una vita che non ho mai voluto”. Se “vive”, sta vivendo in una vita che non è la sua. O che le appartiene molto poco. Forse soddisfa alcune esigenze, ma ne mette da parte molte altre. Si allontana da tutti in un ritiro sociale che aumenta ancora di più lo stato ansioso. Credo che sarebbe opportuno comprendere più approfonditamente quali sono le ragioni consce e inconsce che l’abbiano portata ad accettare di non ascoltare se stessa, cosa avrebbe voluto e potuto fare se avesse avuto maggiori possibilità di scelta. C’è sempre tempo per ricominciare. Tanti saluti.