Come ''dimenticare'' una persona del passato?
Buongiorno!
Ho sempre avuto pensieri ossessivi per una donna della quale mi innamorai circa una ventina di anni fa. Nonostante lei mi avesse respinto e quindi non abbiamo mai avuto una storia, questi pensieri non sono mai cessati. Questa persona compare regolarmente nei miei sogni da vent'anni a questa parte. Ho fatto tutto quello che si deve fare "da manuale" per dimenticare un amore non corrisposto, ma sembra non funzionare. Non parlo più con lei da quasi vent'anni. Non la incrocio nemmeno casualmente da almeno una quindicina di anni, in quanto non vivo più nella stessa città e da molto tempo vivo all'estero. Non torno nella mia città da anni anche per evitare di incontrarla. Non sono in rapporto con persone che siano a sua volta in contatto con lei. Insomma non abbiamo nessun tipo di contatto già dall'inizio degli anni 2000. Ma i pensieri ossessivi e i sogni continuano. Come potete immaginare, questa situazione ha portato una grande quantità di dolore psichico, che sembra non cessare mai.
Recentemente ho iniziato una psicoterapia per cercare di risolvere il problema (lo so, dovevo farlo prima ma pensavo di poter risolvere la cosa autonomamente). Sto cercando qualche informazione in più per fare delle ipotesi circa il significato di questa vicenda e del perché la mia mente si sia fissata su questa persona in particolare...Esiste una definizione del problema dal punto di vista clinico e una letteratura scientifica in proposito? Qualcuno ha esperienza di pazienti con storie analoghe? Grazie mille a chi vorrà rispondere.
Gentile Roberto, io credo che le potrebbe essere utile anche al fine del buon andamento della sua psicoterapia, domandarsi che cosa le può servire ricevere risposte alla domanda che ha posto qui. Una curiosità intellettuale? Un modo per mostrare al/alla sua terapeuta di essere attento a ciò’ che sta succedendo in seduta? Sentirsi preparato? Un bisogno di controllo? Facciamo sul salto indietro. Non ha potuto vivere un amore, non è stato corrisposto, forse si è sentito rifiutato. Quel rifiuto è rimasto, negli anni come un tarlo, nonostante tutti i suoi tentativi di allontanarsene e mettendo in atto un comportamento di evitamento verso lei per proteggersi, non soffrire più. Un tarlo che "serve" a che cosa? Le proporrei di provare a considerare quel rifiuto o non corresponsione dell’amore più in generale, non tanto più’ legato a quella persona, ma in senso più ampio. Cioè di non sentire la persona come reale, ma come un simbolo. Si sente meritevole di poter essere amato oppure no? Che rapporto ha con il rifiuto? E rispetto al/alla suo terapeuta, si sente accettato, considerato, sente che il terapeuta potrebbe provare affetto nei suoi confronti? Spero di averle dato qualche spunto utile. Un caro saluto.