Non so come liberarmi della mia insicurezza
Buongiorno, ho 31 anni e vi scrivo probabilmente per due motivi. Il primo è che ho bisogno di un momento di sfogo e il secondo è legato alle difficoltà che sto attraversando ultimamente, ai miei problemi di autostima, alla mia insicurezza cronica. Non sono mai stata una persona che si definirebbe consapevole delle proprie potenzialità, anzi. Sono la prima sabotatrice di me stessa. Non mi reputo particolarmente intelligente, mi sono sempre imposta dei limiti alle mie scelte, che fossero esse legate alla scelta dell'università o ai legami con le persone. Ho grosse difficoltà a sentirmi sicura durante il lavoro (lavoro in ambito sanitario), tendo ad accollarmi responsabilità che non dovrei avere (complice la totale assenza di collaborazione con il comparto dirigenziale e un continuo atteggiamento da "scaricabarile" perpetuo). Ho due lauree, lavoro, ho un fidanzato e una famiglia che mi vuole bene. Ma non riesco a sentirmi felice. Da parte della mia famiglia, a essere onesti, non ho mai ricevuto grossi incoraggiamenti. Ho sempre visto incoraggiare e lodare gli altri. Ogni cosa che ho fatto non mi ha mai fatto sentire orgogliosa di me, come se tutti i traguardi raggiunti fossero frutto di una valutazione sbagliata. Come se non meritassi qualcosa, come se fossi stata sopravvalutata tutto il tempo. Qua al lavoro mi sento allo stesso modo. Mi sento sopravvalutata quando invece la sensazione di inadeguatezza mi accompagna da sempre. Sento di non essere all'altezza, di non essere abbastanza e di non avere ciò che i colleghi pensano che io abbia. Questo mi porta a vivere nell'ansia di venire quasi smascherata e finire con il deludere tutti. Ho attraversato un periodo di forte ansia, ansia sociale e attacchi di panico frequenti. Ho provato a consultare una psicologa ma il fatto che la conoscessi di persona mi ha molto limitato nel riuscire ad aprirmi. Ho poi lasciato per mancanza di tempo. Da qualche tempo non tollero il rapporto con le persone, non sto bene con gli altri. Non ho interesse a sentire le opinioni di nessuno e mi irrita tutto ciò che viene detto o fatto. A casa sono irritabile e scontrosa. Ultimamente lo sono anche sul posto di lavoro. Ho anche pensato di stare attraversando una fase del burnout, perché mi sento del tutto inutile, demotivata e tentata di lasciare il posto di lavoro. La parola che forse mi descriverebbe meglio è "sfibrata", con un senso di vuoto. Non mi riconosco più, sto diventando ciò che ho sempre sperato di non diventare...
Non so che fare.
Gentile Roberta, è comprensibile questo suo senso di sfinimento e vuoto che prova dopo aver ottenuto comunque dei brillanti risultati, due lauree, un lavoro. Sembra che ciò che fa non è mai abbastanza e non è mai utile a farla sentire una persona appagata: si poteva fare di meglio. Non fa mai ciò che è utile fare e i colleghi di certo la sopravvalutano, chissà se poi la scoprono..Certo che si sente sfibrata, nonostante l' impegno e la fatica che ripone nelle cose, non è mai abbastanza. Una domanda è, chi è che pone la norma, l'obbiettivo, l'ideale che persegue? Cosa deve fare ancora per avere la certezza di essere accettata per quello che è... Peccato che ha interrotto o non ha trovato ancora un/una terapeuta con cui aprirsi...direi che le è ora indispensabile. Anche per il suo lavoro. Un caro saluto.