Sono in un tunnel senza via d uscita
Ho 47 anni vivo con mia madre vedova di 78 anni non autosufficiente non le faccio mancare niente e mi occupo di lei 24 al giorno da anni mettendo così da parte la mia vita privata e tutti i miei sogni. Ho perso mia sorella 7 anni fa e da lì la mia vita è cambiata per sempre. Inoltre in casa con noi vive mio fratello più grande con problemi di ludopadia che vanno avanti da anni senza risoluzione. Ho tutto sulla mia schiena ma nessuno apprezza i miei sacrifici. Sto frequentando da 6 mesi un ragazzo separato con 2 figli che non mi fa mancare niente una persona buona e presente. Ma questa situazione va in conflitto con la mia famiglia in quanto mia madre è mio fratello lo odiano perché vogliono che lui si prenda carico economico sia di me che delle loro problematiche familiari. Il mio compagno lavora e oltre me mantiene casa e figli e come tutti ha un lavoro onesto non può di certo mantenere anche i capricci della mia famiglia e le problematiche di mio fratello. Oggi dopo anni la situazione è esplosa e mi hanno rinfacciato tutto senza mai pensare a me e alla mia felicità. Mia madre difende mio fratello e la io ho avuta una brutta crisi di nervi durante il litigio. Mi sento inutile e legata ad una situazione che mi sta spezzando la voglia di combattere ed andare avanti. Non so più come fare.
Gentile Levin, la prima cosa che mi ha colpito in questo suo scritto è stata l’ironia, la sottile ironia con cui descrive la sua situazione. Sebbene provi ansia ed angoscia per aver avuto quella percezione nitida di poter essere e diventare solo “un bastone da vecchiaia”, l’ironia che traspare indica una persona forte, capace, quelle persone che hanno sempre una soluzione per tutti. Descrive molto bene: non può’ permettersi di sbagliare, di creare preoccupazioni. Non può’ pensare di pretendere qualcosa per se stessa ché se poi le sue scelte possano provocare un qualche danno alla famiglia, anche solo un po’ di disturbo..Il senso del dovere dice che non si può. E’ comprensibile che sia arrivata all’esasperazione, praticamente vive in funzione di altri, anche se questi altri sono la sua famiglia. Cerca di essere trasparente, non pesare, non desiderare. Ci sarebbe da chiedersi da dove proviene quella percezione di essere di troppo, di dover solo camminare in punta di piedi ed essere presente quando qualcuno ha bisogno del suo aiuto. La seconda cosa che mi ha colpito è la sua giovane età: 20 anni. Decisamente, sembra la lettera di una persona più adulta. Ha bisogno di riprendere la sua vita in mano, partendo da se stessa. Sto dicendo una cosa scontata. Sappiamo che non è così facile quando si è sempre fatto il contrario e quando ci sono compromessi con noi stessi o con noi stessi e la realtà che talvolta siamo obbligati a seguire. Come scriviamo sempre, un terapeuta potrebbe aiutarla. Un caro saluto.