Dott.ssa Elena Scarsoglio

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Dott.ssa Elena Scarsoglio

psicologo, psicoterapeuta, sessuologa, emdr

È disamore verso mia moglie?

Gentilissimi,

ho 35 anni e sono sposato da 2 anni con mia moglie, dopo una convivenza di 4 anni. Non abbiamo mai avuto (almeno apparentemente) problemi particolari e tutto sembrava procedere per il meglio. Mia moglie ha mostrato nei confronti sempre tantissimo amore, a volte con qualche punta di esagerazione “materna”. Qualche mese fa conosco una ragazza 27enne e la mia fede quasi incrollabile verso l’amore monogamo per mia moglie inizia a vacillare, per la prima volta. La ragazza in questione non dà alcun segno di interesse dei miei confronti, mentre io la ritengo irresistibile. Dopo un paio di mesi in cui cerco di contenermi, esplodo, e inizio a provarci spudoratamente. La ragazza, cede alle mie avances verbalmente, e si dichiara interessata a me a sua volta. Dopo qualche freno legato al mio status di uomo sposato iniziamo una relazione clandestina. Le settimane scorrono, l’attrazione cresce e appena c’è un momento libero ci vediamo. Ed è bellissimo.

Tuttavia, io inizio a essere divorato dal senso di colpa, dall’ansia e a casa cambio completamente: dopo il primo rapporto sessuale consumato dichiaro a mia moglie che ci sono problemi tra noi e che non mi sento piu’ innamorato come prima. Lei crolla, ma accetta la cosa e spera che possiamo andare avanti e risolvere. Nel frattempo io vado in psicoterapia, dove viene fuori che mi trovavo da anni in una relazione simbiotica con mia moglie, alla quale mi sto evidentemente ribellando. Passano i mesi, l’ansia c’è il dubbio anche, ma la voglia di andare avanti a vedere la mia amante è irrefrenabile.

Cosi’ via via, i rapporti sessuali con mia moglie si annullano e dallo scorso novembre il mio atteggiamento diventa sempre piu’ freddo, si azzera la progettualità, mi infastidisce se mi accarezza o mi tocca: si inizia parlare (su mia proposta) di possibile separazione. Mia moglie non sospetta nulla di questa relazione, anche se forse incosciamente, con le mie continue uscite e rientri a orari improbabili è come se volessi darglielo a far capire, ma zero.

A gennaio ho provato anche farmi le valigie per trasferirmi in un residence: alla fine sono entrato in crisi e non l’ho fatto. Dopo una giornata intera di pianti, si è risolto tutto con grandi abbracci e la promessa di lavorare insieme al massimo per salvare la relazione. Così, ho anche provato a chiudere con l’amante per vedere cosa provassi in definitiva. La chiusura, tuttavia, dura pochi giorni: io mi aspettavo, naturalmente, che una volta eliminato il “problema” esterno, sarei automaticamente ritornato tra le braccia di mia moglie (pensate che stavo già pensando alla confessione del tradimento!), e invece sono entrato in uno stato depressione e non riuscivo ad accettare l’idea di non poter vedere più la mia amante. Inutile dire che non ci sono stati nemmeno fuochi e passione... semplicemente un grande afffetto tra adulti.

Riguardo l’amante... ci ho messo un po’ ma sono riuscito a riconquistarla, così da marzo sono tornato a vederla e le cose tra noi sono andate sempre meglio. Quello che sembrava inizialmente un rapporto di solo sesso si sta estenendo a 360 gradi. Andiamo insieme al cinema, a mostre, a fare week end in agriturismo... tutte cose che con mia moglie ho perso l’entusiasmo di fare (e dire che ci ho provato anche in parallelo, ma zero).

A questo punto io vedo mia moglie come una sorella, non ho piu’ attrazione sessuale nei suoi confronti e in automatico faccio continuamente paragoni con la mia amante, che mi appare sempre piu’ sexy, curata e attraente rispetto a mia moglie. Ovviamente vedo anche caratteristiche in mia moglie che l’amante non ha (sa cucinare bene, è più adulta, è una professionista affermata etc.), ma tutto questo mi pare annebbiato da mesi ormai.

Oggi io all’idea di separazione non vado piu’ in crisi, se ne è tornato a parlare piu’ volte: ogni volta che se ne parla pero’, lei crolla e inizia a piangere per ore. A me questo dispiace a logora, tuttavia siccome non ritenevo giusto continuare a condividere il letto con mia moglie avendo una relazione extra, sono riuscito almeno a far passare la separazione di letto: ognuno in una stanza.

Dopo i primi giorni di imbarazzo e tristezza, ora è una cosa praticamente naturale. Io nelle ultime settimane non provo piu’ alcun senso di colpa a tradirla e mi continuo a vedere con la mia amante.

La mia terapeuta dice che questa ragazza si è palesata, per combinazione, in un momento particolare della mia relazione di coppia, il momento in cui stavo per esplodere e ribellarmi dalla simbiosi. E che non fosse stato per lei, sarebbe stata qualcun altra.

Io sono mesi che cerco di tenere botta e non arrivare alla separazione: un po’ perché mi implora mia moglie (vuole tempo per capire, dice che ora non è in grado di reggerla... in realtà spera che io cambi) e un po’ perché forse aspetto anche io che avvenga qualcosa nella mia testa/cuore... che in realtà a questo punto immagino non avverrà mai.

Sono rimasto totalmente spiazzato da quanto mi è accaduto nell’arco di pochi mesi e a soli 2 anni dal matrimonio. Sono incredulo e a volte non mi sembra vero che nell’arco di soli sei mesi ci si possa disinnamorare cosi’ fortemente di una persona con la quale si è cresciuti e vissuto bene per anni. Se penso a lei con un altro uomo, non sono geloso ma sono felice se la riesce rendere felice. Tuttavia c'è ovviamente un po' di malinconia a pensare a quello che sarebbe potuto essere. A volte vorrei quasi che tutto cio’ non fosse mai accaduto, ma non è stata una relazione di una notte ed è processo che ho scientemente messo in atto io, un pezzo alla volta.

Premesso che continuero’ il percorso con lo psicoterapeuta, mi farebbe piacere ascoltare anche un altro parare.

Vi domando dunque: è un caso palese di disinnamoremento? È una infatuazione fortissima verso un’amante più giovane che rischia di esaurirsi in pochi mesi? È una normale fine di relazione che io stesso devo ancora accettare?

Quello che le sta capitando potrebbe essere tutto quello che lei pensa: la terapeuta che la segue si sarà fatta un’idea di quale sia la sua personalità e di come funzionino i suoi meccanismi di adattamento e di difesa. È difficile, non conoscendola, capire quale sia la risposta che lei cerca. Sarebbe un azzardo. Un consiglio che mi viene da darle è quello di non fare nulla, prendersi un po’ di tempo per riflettere e continuare a lavorare in psicoterapia. Così capirà quale sarà la strada da percorrere. Buona fortuna.

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Dott.ssaElena Scarsoglio

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