Salve, sono una ragazza di 24 anni e vi scrivo perchè sto vivendo una situazione di sofferenza legata alla mia relazione con un ragazzo di 23. Lo conosco e ci frequentiamo da 6 mesi, e in questo tempo ho avuto modo di conoscerlo, ma ancora ad oggi non posso dire di conoscerlo perchè non riesco a capire i suoi comportamenti. Innanzitutto è una persona che parla molto poco di sè e fa fatica a esternare quello che sente davvero dentro, rimane sempre alla superficie dei suoi sentimenti, e in generale è piuttosto silenzioso. Io cerco di parlare con lui ma pare proprio che non voglia affrontare i suoi problemi e i suoi dolori, perchè le sue reazioni sono violente, o a volte menefreghiste, come se non si trattasse di lui ma della vita di qualcun altro. So che la sua infanzia è stata dolorosa, fino ai 9 anni ha vissuto in una famiglia in cui il padre picchiava la madre, strillava in casa rompendo oggetti, muri, o faceva uso di cocaina davanti al figlio con gli amici; è stato anche picchiato per punizione del padre. Poi i suoi genitori si sono separati ed è rimasto con la madre, che però a 13-14 anni l'ha lasciato a vivere da solo per andare a vivere con un nuovo uomo in un'altra città vicina facendogli visita ogni tanto. Lui ha lasciato la scuola e ha iniziato a lavorare. Verso i suoi genitori mostra rancore e dolore, ma rispetto e anche devozione, specie per il padre, nonostante i loro rapporti siano quasi inesistenti. Ogni volta che deve vedere il padre è ansioso e nervoso e pronto al litigio con me per qualsiasi scusa. E con la madre cambia atteggiamento e diventa docile e mansueto. Così fa con i genitori, ma con le persone esterne e che non conosce è ipercritico, irritabile e spesso attaccabrighe e pronto al diverbio per qualsiasi cosa, anche solo per essere stato guardato. E' come se provasse rabbia per ogni essere umano, eppure cerca proprio i posti affollati e rumorosi. E' geloso fino all'ossessione nei miei confronti e pensa sempre che io lo tradisca, dicendo di essere stato tradito da tutte le ragazze con cui è stato. Fa fatica a conoscere nuove persone, perchè si sente sempre minacciato da esse, o entra forzatamente in disaccordo, o diventa scortese, o menefreghista. Però ha un suo gruppo di amici con cui è cresciuto, ma che lo ha portato più che altro a "eccedere": persone orientate al farsi del male o a farne agli altri; "ragazzate" pesanti o violente, droghe pesanti e luoghi come stadio-discoteche-skin. Anche lui ha fatto uso di droghe (ecstasy, cocaina e acidi) e ha passato questa fase "rabbiosa", e tuttora credo che questo tipo di cose lo divertano, anche se ha abbandonato l'abitudine delle droghe pesanti per darsi alle leggere. Il fatto è che io sono innamorata di lui perchè è una persona allo stesso tempo delicata e gentile, affettuosa, premurosa, che cerca di dimostrare in tutti i modi che mi ama. Ma questo solo in certi momenti, o periodi. La nostra storia va avanti con 3 giorni di litigi e 2 di amore folle, alternati. Non esistono vie di mezzo, o tutto o niente, o si fida di me ciecamente o non accetta neanche che rivolga parola a qualcuno (se uomo), o sono la donna della sua vita e vuole vivere tutta la vita con me o mi odia e mi disprezza (anche a parole molto pesanti e gratuite, senza fondamento),ogni aspetto della nostra storia è a due estremi che si alternano continuamente per periodi più o meno lunghi. C'è incoerenza in tutto questo, esagerazione per dettagli piccolissimi di vita che diventano importantissimi e vitali tanto da farci arrivare quasi a lasciarci ogni volta per poi rifare pace nel momento di razionalità e stare benissimo insieme di nuovo. Sono come dei picchi, ma basta nulla per scatenarli, le sue reazioni sono imprevedibili e teatrali, spesso violente e il più delle volte per cose impensabili. C'è come la volontà di creare i problemi, facendoli crescere man mano, e in quei momenti sembra che sia in lotta contro di me, ogni cosa (e questa è una sua inclinazione) viene detta e fatta in senso distruttivo anche se non coscientemente o appositamente, e la cosa che importa è sconfiggere il nemico, che in questo caso sarei io; ma il fatto è che i discorsi per sostenere queste liti sono incongruenti, non portano a nulla, tolgono solo energie e a volte si contraddicono o non sono reali. Si sente sempre criticato da me, addirittura quando cerco di parlargli di come mi sento o della nostra storia lui sente in queste parole (che sono solo espressione dei miei sentimenti!) una minaccia e una critica (è molto sensibile e insicuro). Io non so davvero come devo comportarmi, sia per non soffrire io perchè comunque sono coinvolta emotivamente, sia perchè sento che lui non sta bene e vorrei aiutarlo e non so come. E' come stare con due persone diverse contemporaneamente, angelo e diavolo coesistono in lui, quando è "angelo" è la persona che amo e che mi attrae, ma il "diavolo" represso è sempre in agguato e fa di tutto per allontanarci. Il fatto è che tutto questo avviene senza il suo controllo, senza la sua volontà, e spesso è depresso e si isola anche dagli amici per questo (ma anche apparentemente senza motivi). A me sembra di impazzire a mia volta, perchè non riesco a stare in equilibrio tra queste sue altalene e visioni distorte e pessimistiche della vita; ma so che mi ama quanto io lo amo, e fa di tutto per dimostrarmelo a modo suo, il suo amore per me è sincero. Mi è venuto il dubbio che possa soffrire di qualche disturbo psichico, perchè non è normale questo suo comportamento. Ma ad ogni modo, quello che mi interessa è capire se posso trovare un approccio migliore con lui, come posso migliorare questa situazione, perchè è veramente pesante e ne soffro doppiamente perché non ho una stabilità emotivo-affettiva così. Grazie fin da ora.