Dott.ssa Adele Stucchi

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Dott.ssa Adele Stucchi

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Bambino 7 anni e mezzo ritiene la scuola inutile quindi non lavora in classe

Buongiorno,
se possibile vorrei un consiglio.
Premetto che fin dall'asilo mi è sempre stato detto che è un bambino molto vivace e che fatica a stare fermo.
Il mio bambino ha iniziato la scuola elementare facendo l'orario a tempo pieno (dalle 8 alle 16) a settembre 2016 ed ha compiuto i 6 anni a dicembre 2016. Il tempo pieno ci è necessario dato che entrambi lavoriamo. Fin dai primi mesi si è subito notato che la scuola non era di suo interesse, si annoiava a disegnare e la sua maggiore attività era di disturbare le lezioni ed i compagni, tutto sommato la prima elementare fra un richiamo e l'altro delle maestre in cui ripetevano a noi genitori il fatto che il bambino disturbava in classe ma che non c'erano problemi di apprendimento, siamo arrivati alla fine.
A settembre è iniziata la seconda elementare, a dicembre 2017 ha compiuto 7 anni. Le cose rispetto alla prima elementare non sono cambiate purtroppo, anzi. Per qualche mese hanno avuto una maestra in supplenza per quanto riguarda la matematica e qui secondo me sono peggiorate le cose, perché ha iniziato a rifiutarsi di lavorare. Le maestre ci hanno poi riferito episodi di maleducazione nei loro confronti, nel senso che il bambino le affronta e risponde loro a tono. Certo è che NON è QUESTO che gli insegnamo a casa, nella nostra famiglia l'educazione è alla base di tutto. Dopo qualche mese con questa supplente è rientrata la maestra di ruolo, ma il mio bambino continua a rifiutarsi di lavorare con questa maestra e con le materie che lei propone. Lui mi riferisce che si annoia, che la scuola non gli interessa. Le maestre a loro volta mi ribadiscono che lui risponde male a loro ed ai compagni. Inoltre le maestre riferiscono scatti di rabbia. A casa gli unici momenti di rabbia che notiamo è quando litiga col fratello maggiore, ma sono solo attimi. Non è uno da broncio prolungato.
In tutto questo disagio che ci sta creando con la scuola aggiungo che gli piace molto leggere.
Abbiamo provato in tutti i modi a far capire al bambino che la scuola è obbligatoria e che deve andare perché è un suo dovere come il nostro di genitori è lavorare, lavoriamo entrambi. Ha un fratello maggiore, hanno 4 anni di differenza, anche lui ha provato a fargli capire che la scuola a volte può essere noiosa ma che serve. Ma fino ad oggi non è servito a nulla. E le comunicazioni scritte delle maestre fioccano quasi ogni giorno.
Premetto che a casa ci sono delle regole e le rispetta. Se le regole non vengono rispettate ci sono delle punizioni.
Non è il classico bambino che dice sempre si, anzi, bisogna spronarlo per fargli farle le cose, poi però le fa. E' sempre stato un bimbo vivace ma sa essere anche molto dolce e sensibile. Per esempio se gli chiediamo di aiutare a preparare il tavolo oppure in altre faccende di casa lui lo fa.
4 anni fa ha perso la nonna e lui continua a dire di essere arrabbiato con Dio per avergliela portata via, motivo per cui quando c'è religione in classe spesso non segue la lezione.
Spero di essere stata sufficientemente chiara, ringrazio fin da subito chi vorrà darmi consigli su come aiutare il mio bambino ad accettare la scuola. Vorremmo tanto aiutarlo evitando quei comportamenti che le maestre ci segnalano ma che a casa invece non vediamo.
Ringraziando, porgo cordiali saluti.

Buongiorno sig.ra Luana

ho letto con interesse quanto riporta circa l'esperienza scolastica di suo figlio. L'elemento che mi colpisce e che trovo assolutamente centrale è la perdita della nonna e l'arrabbiatura con Dio colpevole di avergliela portata via. Ho l'impressione che questo lutto non sia stato elaborato, che le emozioni di questo bambino non siano state raccolte. Il comportamento scolastico è un sintomo, che vuole dire qualcosa di una situazione che il bambino non sa contattare nè tanto meno esprimere se non con questo comportamento.

Oltre ad essere psicologa, sono psicomotricista. In questi casi il mio consiglio è offrire al bambino uno spazio nel quale poter esprimere il suo mondo interiore, e un buon lavoro psicomotorio, visto che utilizza il corpo (veicolo principale d'espressione nei bambini, e non solo...)credo sia un ottimo strumento.

A casa invece, provate a dialogare con un linguaggio a lui accessibile, su quanto succede a scuola, forse sermoni e punizioni non sono in questo momento ciò di cui il bambino ha bisogno. Forse ha davvero bisogno di trovare qualcuno disposto ad accogliere quanto sta succedendo, a raccogliere le sue parole, i suoi sentimenti, provare a riconoscergli il diritto di essere arrabbiato, forse deluso, forse triste. Provate a dialogare senza svalutazioni nè giudizi, nè critiche ma con un atteggiamento accogliente e contenitivo.

Cordialmente