Buongiorno, sono divorziato con una figlia di 12 anni che frequenta la seconda media, in una scuola alla quale è iscritta dai tempi dell'asilo. Pertanto è ben inserita in un tessuto sociale di compagni di classe che conosce da diversi anni, e in una scuola nella quale si trova molto bene. Per motivi a mio avviso non così importanti (comunque di ordine economico/logistico), la mia ex-moglie vuole spostare mai figlia in una nuova scuola più vicina a casa sua dove farle frequentare la terza media. Ha avvisato di ciò mia figlia a mia insaputa (siamo in affido condiviso) creandole false aspettative sul suo futuro. Mia figlia ha reagito molto male, disperata all'idea di cambiare scuola. Successivamente è stata operata sulla ragazzina una pressione psicologia tale da farle credere che se non cambia scuola non potrà più vedere la nonna materna a cui è molto affezionata. Ciò è falso, ma il "plagio" pare funzionare così ora mia figlia dice di voler cambiare scuola. Non perchè in quella attuale non si trovi bene, anzi, non vorrebbe cambiarla...(me lo ha confermato lei stessa) ma perchè altrimenti pensa di non poter più vedere la nonna. Io ritengo che far cambiare scuola ad una ragazzina di 12 anni in piena pre-adolescenza, proprio all'inizio di un anno importante come la terza media, troncando le sue relazioni sociali e le amicizie, e inserendola in un nuovo tessuto didattico/relazionale in cui dovrebbe di fatto ambientarsi ripartendo da zero, sia una follia. Soprattutto in considerazione del fatto che non esiste una reale motivazione di urgenza tale da giustificare questa scelta, ma solo una comodità logistica ed economica della madre. Vorrei un vostro parere: è lecito supporre che un tale cambiamento sia sconsigliabile oppure da un punto di vista psicologico/didattico non c'è nessun motivo per sconsigliare un tale cambiamento ? grazie