La comunicazione efficace nella vita di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative, come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una sola via. Ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici, che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia, usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole che svalorizzano il partner o lo colpevolizzano, le parole che imbarazzano il partner, le parole egocentriche, il generalizzare ed assolutizzare ciò che si dice, le parole che disorientano l’altra persona, le istruzioni paradossali, infine il mettere fretta, il completare le frasi dell’altro, il parlare al suo posto.
Per migliorare la comunicazione all’interno della coppia, è prima di tutto utile comprendere cosa andrebbe evitato, esistono quindi delle modalità comunicative tendenzialmente fallimentari in un dialogo di coppia (G. Nardone, 2008).
Ad esempio, la tendenza a puntualizzare situazioni, sensazioni ed emozioni, nel rapporto con il partner, potrebbe sembrare la modalità corretta per evitare equivoci ed incomprensioni. Tuttavia, questa modalità potrebbe trasformarsi anche in un atto che alimenta i problemi , se utilizzata in modo eccessivo: discutere a livello razionale un qualcosa che si basa soprattutto su sensazioni, emozioni e sentimenti, potrebbe impoverire i legami.
Anche il recriminare ha effetti deleteri sul legame di coppia: quando ci viene in mente di recriminare qualcosa a qualcuno, dobbiamo tener presente che il risultato non sarà l’accettazione delle nostre ragioni, ma ad un rifiuto emotivo dal quale potrebbe scaturire un litigio.
Il rinfacciare contribuisce ad esacerbare invece che ridurre quel che dovrebbe correggere: colui che rinfaccia usa la propria sofferenza per indurre il partner a correggere determinati comportamenti. Purtroppo il partner tende ad arrabbiarsi, indisporsi ed accentuare invece che correggere i comportamenti bersaglio di critiche.
Anche il fare la predica, in un rapporto a due, si rivela una strategia comunicativa alquanto fallimentare. Criticare il comportamento altrui, sulla base di ciò che è giusto o sbagliato a livello morale, induce spesso a trasgredire le regole alla base della predica stessa.
Il giudicare il partner per i suoi fallimenti o per i suoi errori, invece, ci trasforma in un bersaglio della sua rabbia, determinata dalla carica negativa di frustrazione che già aveva in sè, e il nostro atteggiamento di giudizio ha contribuito ad accentuare.
Il dichiarare un sacrificio verso l’altro membro della relazione, contribuisce a farlo sentire in debito oltre che in una situazione di inferiorità.
Il costante ripetersi delle modalità di comunicazione citate, potrebbe determinare una comunicazione fallimentare e conflittuale all’interno di una relazione amorosa, nonostante esse si basino sulle migliori intenzioni da parte della persona che le mette in atto. Il problema dunque non nasce dalle intenzioni o dalle idee del soggetto, ma dalle forme di comunicazione messe in atto, che influiscono sul contenuto del messaggio e sul modo in cui viene accolto dal partner. Quindi, per creare delle buone relazioni, è indispensabile, oltre alle buone intenzioni, utilizzare forme efficaci di comunicazione. Bisogna imparare a empatizzare con il partner, a comprendere le sue prospettive, le sue idee, i suoi sentimenti e le sue emozioni, evitando di proporre le proprie idee e le proprie sensazioni, senza dargli la possibilità di esprimersi.
Alla base del dialogo fallimentare, dobbiamo considerare la non consapevolezza del fatto che differenti modalità comunicative, costruiscono realtà differenti. Una modalità utile per dialogare in modo costruttivo e collaborativo con il proprio partner, potrebbe essere quella di evitare affermazioni e invece proporre domande che permettano di chiarire e comprendere le situazioni, che possano creare un clima collaborativo, orientandosi versa la soluzione dei problemi piuttosto che sulla ricerca del colpevole. Inoltre, chiedere verifica piuttosto che sentenziare, parafrasando le risposte ricevute, è un modo per rafforzare ciò che si sta costruendo, accellerando il processo di cambiamento costruttivo della situazione problematica. Si tratta in pratica di un gioco a somma diversa da zero, al contrario delle competizioni sportive ad esempio, nel quale i partners vincono o perdono entrambi (V. Neumann, 1944) . Per superare i disaccordi, inoltre, non bastano conversazioni cariche di significati o spiegazioni razionali, è necessario creare una complicità emotiva, trasmettere all’altro il desiderio di voler superare determinati conflitti e creare un clima di collaborazione. E’ importante riuscire a comunicare non solo attraverso la parola, ma soprattutto attraverso l’emozione, quindi attraverso il modo in cui viene detta la parola. Il tono di voce, un sorriso, un gesto, un abbraccio, spesso creano complicità e intesa. Come diceva San Tommaso d’Aquino, “ Non c’è cosa nell’intelletto che prima non passi per i sensi” (Tommaso d’Aquino, 1986) Tuttavia, per ottenere un cambiamento reale, è indispensabile non solo capire, ma anche agire diversamente.
Un piccolo segnale positivo da poter osservare alla fine di un dialogo o di un confronto è la serenità. Se quello che rimane di un dialogo è la serenità significa che la relazione è stata rinforzata dalla comunicazione appena avvenuta.
Una soddisfacente comunicazione di coppia, tendenzialmente presuppone il riuscire ad esprimere le proprie emozioni, esigenze personali e necessità di coppia in modo comprensibile per l’altro, sia a livello verbale che non verbale; il riuscire a comprendere i bisogni e le emozioni dell'altro mediante l’assunzione di un atteggiamento di ascolto e apertura. Malgrado l’apparente ovvietà di tali presupposti, "esprimere" e "comprendere" comportano un grande impegno. L’arte del comunicare in maniera efficace e costruttiva all’interno di una coppia, richiede un atteggiamento di umiltà e un allenamento costante, tuttavia, fatica e frustrazione iniziali, una volta superati, porteranno magici frutti. Infatti, l’amore da solo non basta ad alimentare una relazione, è soprattutto la capacità di comunicare che permette all’amore di fluire e regalarci intense gioie ed emozioni. Una buona comunicazione permette di creare un rapporto di conoscenza profonda e reciproca, di prevenire i danni causati dalla noia, dalla routine, dall’apatia e di promuovere un rapporto basato sul rispetto, sulla fiducia, sulla felicità e sul benessere di coppia.
Per poter parlare di comunicazione e di quanto questa sia importante all’interno di qualsiasi relazione, in particolare in quelle più significative come nella famiglia o nella coppia, è bene fare due premesse.
La prima: tutto è comunicazione, è inevitabile comunicare (Verrastro, 2007) . Anche quando non vogliamo dire nulla, anche i nostri silenzi, il nostro tono di voce, i nostri gesti, tutto è comunicazione, si comunica qualcosa di noi anche se noi consapevolmente non crediamo di farlo.
La seconda: la nostra comunicazione non sarà mai perfetta. Per quanto si cerchi di stare attenti alle parole utilizzate, inevitabilmente ci sarà sempre e comunque una parte della nostra comunicazione che sfugge alla consapevolezza ed alla volontarietà, e che è guidata dai nostri vissuti e dalle nostre emozioni.
Di fatto, la comunicazione non è mai ad una solo via, ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui risulterebbe riduttivo considerare la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare, ma occorre trattarla come un processo circolare che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (P. Watzlawick, 1967).
Mai come in questo periodo storico, caratterizzato dall’utilizzo della rete e di molteplici mezzi tecnologici che spesso facilitano gli scambi comunicativi tra individui distanti fisicamente, sembra necessario discutere circa le strategie di comunicazione nelle relazioni di coppia.
Una comunicazione errata può provocare disagi in ambito familiare, lavorativo o di coppia.
All’inizio di un rapporto di coppia, durante la fase dell’innamoramento, ognuno sembra particolarmente disposto a parlare e ad ascoltare. Col trascorrere del tempo, lo spazio comunicativo all’interno della coppia spesso si riduce, o comunque tendono ad instaurarsi dei copioni comunicativi spesso fallimentari.
Esistono parole che possono far male alla coppia: le parole
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento