Come superare questo momento buio?
Gentili professionisti, ho 23 anni ed è da un anno che soffro di attacchi di panico. Sono in cura da uno psicoterapeuta che mi sta aiutando molto sotto questo punto di vista, ma da qualche mese mi sento in “gabbia”, ho continui pensieri negativi, sono piena di ansia, lo stare a casa mi provoca molta ansia, ma quando devo uscire non mi va mai, ho sempre paura che possa succedermi qualcosa di brutto, ho iniziato un percorso di studi da qualche mese, ma sento che non è quello adatto a me, sembra che a casa non mi capisca nessuno e non riesco a parlarne con nessuno, sono sempre giù di morale e ho continui pensieri negativi che mi disturbano… ho paura di essere cascata in depressione e nessuno se ne è accorto, sono terrorizzata dal fatto di essere affetta da qualche disturbo mentale e di diventare pazza da un momento all’altro, ho provato a parlare di queste cose al mio terapista mi ha detto che sono soltanto paranoie, ma come faccio a toglierle dalla mia testa?! Mi sento in gabbia ho un peso sullo stomaco come di “angoscia”, sento la mia testa che è piena di pensieri e non riesco a calmarla, sto tutto il giorno a rimuginare e a pensare “e se succede questo… e se succede quello…?” Sono sempre sull’orlo di avere una crisi di pianto, e molto spesso sono nervosa e non ho voglia di ascoltare nessuno. Non so più come fare, mi dicono di reagire ma sembra impossibile… ho paura di dovermi rivolgere ad uno psichiatra e di dover iniziare a prendere psicofarmaci.. spero di uscire da questa situazione il prima possibile. Grazie!
Cara Francesca,
dal suo racconto posso rendermi conto di quanto lei stia vivendo una situazione complicata e spero davvero che il suo terapista possa esserle di supporto in questo momento difficile.
Certa che stia già lavorando con lui in tal senso, ci tengo comunque a dirle alcune cose.
Innanzitutto, che non è colpa sua se non riesce a "togliere dalla testa" alcuni pensieri. Nel momento in cui si sforza di farlo, potrebbe alimentare involontariamente questo circolo vizioso. Forse questo può sembrarle paradossale, ma la nostra mente funziona così.
Paure, ansie, pensieri ossessivi (idee ripetitive e involontarie) possono impedirci di focalizzarci sul momento presente e monopolizzare la nostra mente e le nostre attività, creando un meccanismo difficile da interrompere.
Rispetto alla necessità di contenere questa sintomatologia posso suggerirle, come forse avrà già fatto il suo terapeuta che spesso una strada può essere quella accettare il pensiero ossessivo senza volerlo allontanare, per evitare che si manifesti con più forza e senza sosta.
Sessioni di Mindfulness possono esserle utili a questo scopo, così come esercizi di respirazione profonda o meditazione. La mindfulness però, sebbene possa aiutare a contenere lo stress, non è una psicoterapia, e le suggerirei comunque continuare il suo percorso per arrivare col tempo a capire l'origine di questa sintomatologia. Sebbene infatti il percorso psicologico/psicoterapeutico abbia come primo obiettivo la riduzione dei sintomi che interferiscono con il funzionamento nei vari ambiti personali e interpersonali, partendo da questi sintomi può risalire ai nuclei che hanno generato il loro manifestarsi e porsi come obiettivo finalel'opportunità di un cambiamento più profondo.
Rispetto la paura che mi sembra di cogliere riguardo l'eventualità di assumere degli psicofarmaci, posso dirle che trattamenti integrati possono essere maggiormente efficaci in caso di sintomatologia acuta.
Un lavoro congiunto del medico (psichiatra o psicoterapeuta) e del suo psicoterapeuta infatti può aiutarla a superare un momento particolarmente duro, senza per questo vincolarla all'uso di psicofarmaci a lungo termine, ma dando spazio ad un lavoro di profondità, contenendo i sintomi.
L'idea di intraprendere quest'altra tipologia di percorso, (o il sentire di essere indirizzati verso questo percorso farmacologico come "ultima spiagga" inevitabile, come mi è sembrato di cogliere dal suo racconto), può generare in noi pensieri, fantasie, paure. Le suggerirei di approfondire con il suo terapeuta anche il suo vissuto rispetto a questo.
Le faccio i miei più sinceri auguri per il suo percorso,
Dott.ssa Alessia Sabellico