Ansia-stress e nervoso per il lavoro
Buongiorno, purtroppo mi trovo in una situazione per me spiacevole, e non so come fare. Lavoro da 4 anni in una cucina. Mi sono affezionata a questo posto e ci lavoro quasi come se fosse il mio. Da circa 2anni sono iniziati i primi problemi.. disorganizzazione, turni massacranti..E per necessità io mi sono sempre sacrificata, venendo in contro in ogni modo alle esigenze del locale. Forse per il mio senso del dovere, non so. Infatti tutti poi se ne sono approfittati, ignorando i miei tentativi di imputarmi affinché capissero che avessi anche una vita e una casa da mantenere al di fuori del lavoro. A un certo punto, iniziano a non darci lo stipendio nei giorni stabiliti. E se ci arrivava, non arrivava mai per intero, ma la somma che il datore di lavoro decideva di darti “come anticipo ”peccato che poi per il saldo nonostante le pressioni da parte mia, arrivava sempre dopo parecchi giorni. Creandomi enormi disagi. Ho provato a parlarne per trovare una soluzione, che se ci fossero stati problemi, io ancora una volta sarei andata in contro a loro bastava saperlo, ma ovviamente fui soltanto presa in giro. I turni erano composti da 3 persone, ma quando toccava a me mi ritrovavo sempre da sola, perché tanto io “sono veloce” e quindi devo passare i servizi ad ammazzarmi piuttosto che lavorare in serenità. Poi, mi dicono che nonostante lavorassimo, questa azienda ha un grosso debito e che dovevamo sacrificarci ulteriormente. A distanza di quasi un anno, per le tensioni, e per tutti i problemi all’interno del locale. Sono arrivata ad avere gastrite nervosa, attacchi di panico, pianti, non dormo la notte, ogni volta che entro lì dentro mi sento una morsa alla gola, mi faccio il servizio con l’ansia ed esco che sono sempre nervosa, quasi mi si arrotolasse lo stomaco. Ci sono sempre problemi su problemi, il clima è uno schifo i miei colleghi anche. Sono arrivata al punto di andare lì e non parlare con nessuno, chiudermi nel mio lavoro e pregare che il turno finisca in fretta. Ho deciso di licenziarmi, con tanta sofferenza, ma ho deciso che per il mio bene è giunta l’ora di cambiare ma il mio datore di lavoro sta insistendo molto affinché io rimanga, e mi mette a disagio nonostante sono ferma nella mia decisione. Adesso sono a casa, in malattia perché tra tutto sono rimasta bloccata con la schiena, e l’idea di dover tornare lì dentro per gli ultimi 15 giorni mi terrorizza. Non ci vorrei proprio più mettere piede. Se ci penso sto male, come posso fare
Buongiorno Martina,
è grande il dispiacere nel leggere la sua sofferenza. Il mettersi in protezione da una situazione spiacevole seppur conosciuta e abituale può spaventare, ma è bene tenere a mente che la propria salute fisica e mentale sono una priorità.
Ha mai riflettuto sul senso del dovere e del sacrificio come sua modalità di interazione relazionale e quindi non solo legata all’ambito lavorativo?
Cosa la porta al sacrificio per dimostrare il suo impegno e il suo valore?
Le auguro di riacquistare la serenità e di avere una rete di riferimento familiare e amicale a cui appoggiarsi, in attesa di essere pronta ad affrontare in un futuro un percorso personale per conoscere se stessa e stare meglio.
dott.ssa Alessia Serio
Psicologa - Torino