Genitori padroni ed egoisti
Buongiorno sono Barbara, ho 45 anni, sposata con un marito che adoro e con due figli ormai grandi di 22 e 18 anni. Il mio declino inizia all'età di 19 anni, quando in un incidente stradale muore mio fratello maggiore. Mi sono trovata con due genitori completamente ossessionati da me. Appena diplomata non ho avuto alternative se non andare a lavorare obbligatoriamente nell'azienda di famiglia. Mio marito che all'epoca era il mio fidanzato anche lui era entrato a lavorare con noi al posto di mio fratello è si è accollato un sacco di responsabilità. Quando decidemmo di sposarci i miei ci obbligarono ad andare a vivere in una appartamento nella loro casa, io avevo 21 anni, mi dicevano che se fossi andata a vivere altrove si sarebbero impiccati. Ora la situazione è pesante all'inverosimile, loro hanno 75 anni, sono egoisti e cercano di comandare la nostra vita, anche quella dei miei figli e io sono sempre tormentata e non riesco a dargli contro. Pur di farli felici piuttosto rovino la mia vita, quella dei miei figli e di mio marito. Mi sento in dovere di farli felici, di non farli soffrire più. Non so come comportarmi, non posso troncare i rapporti, perchè lavoriamo insieme, abbiamo un'azienda, il che significherebbe chiudere. Con loro non è possibile dialogare o cercare un confronto, sono pronti a mortificarmi e rinfacciarmi tutto quello che mi hanno dato: si credono esseri perfetti onnipotenti, hanno litigato con tutti i rispettivi fratelli e sorelle, hanno pochi amici con i quali si frequentano di rado. Sono arrivata al limite e anche il rapporto con mio marito ne risente, perchè siamo diventati i loro burattini e lui giustamente non accetta di farsi trattare così. Tutte le domeniche siamo obbligati a pranzare insieme altrimenti si offendo, dicono che i loro amici hanno dei bravi figli che passano le feste insieme e noi invece se andiamo via siamo degli ingrati. Sono arrivata ad odiare i miei genitori!
Buongiorno Barbara,
mi rammarica molto la situazione familiare che lei descrive. Il trauma per la perdita di suo fratello ha creato un vuoto all'interno dell'assetto familiare non indifferente, così come pesante risulta il dolore che ancora pare affliggere voi tutti.
Le consiglio un percorso psicologico di natura familiare per individuare innanzitutto la qualità dell'elaborazione del lutto passato e per riconnettere se stessa all'interno delle dinamiche familiari che causano ancora molta sofferenza. Il mio orientamento consente un'analisi della storia familiare personale al fine di rielaborare traumi, lutti e dinamiche familiari disfunzionali.
L'approccio in sè permette un allargamento, futuro e non obbligatorio, anche ad altri membri della sua famiglia nucleare, per ricreare un senso di famiglia che possa differenziarsi dalla generazione precedente e costruire insieme la stessa possibilità per i suoi figli, affinché non ricada anche su di loro questa modalità fusionale di relazione familiare.
Le auguro che lei e la sua famiglia possa ritrovare sollievo e serenità.
dott.ssa Alessia Serio
Psicologa - Torino