Psicologo e psicoterapeuta individuale, di coppia e familiare
Non capisco questo momento.
Buongiorno, sono una signora di 49 anni, ho una bella famiglia con un marito e una figlia che mi adorano e un lavoro che amo.
Purtroppo da circa una decina di giorni, mi sento apatica, triste, spenta, senza motivazioni.
E' successo cosi tutto all'improvviso, una mattina del 2 giugno mi sono alzata con queste sensazioni.
Devo dire che a me il cambio di stagione ha sempre creato questi effetti negativi, anche con notevoli ansie e tachicardie.
Assumo da circa 2 anni il Seropram perchè quando mori mia mamma all'improvviso iniziarono a salirmi gli attacchi di panico, avevo paura anche di uscire di casa e cosi decisi di ritornare dallo psichiatra che mi ebbe in cura dopo il parto.
Nella mia vita ho dovuto purtroppo affrontare tanti lutti e poi pure l'insorgere del diabete mellito nella mia bimba che allora aveva 9 anni. Da li insorse in me la paura della morte( era l'anno 2012), l'ossessione fissa che un giorno moriremo, una situazione che non mi permetteva di vivere...Il mio pensiero andava sempre li ...Nulla aveva senso perchè tanto dobbiamo morire. Lo psichiatra mi dette il Seropram alla dose massima però mi accorgevo che stavo un po bene e qualche giorno male. Cosi mi rivolsi ad una psicologa che pratica la terapia breve strategica di nardone. Da li la rinascita..Dopo 10 sedute ero guarita e pensavo alla morte con allegria , non mi angosciava più il pensiero...Adesso non so perchè dopo circa 7 anni ho paura che il pensiero sia riaffiorato. Mi spiego...Mi sento apatica triste senza stimoli e penso che possa essere quello . Ho parlato con la psicologa e mi ha detto che secondo lei potrebbe essere stanchezza di darmi qualche giorno di tempo altrimenti ci rivediamo. Le sembra impossibile che la mia apatia sia ricollegata a quella paura ! Però io mi ci fisso e sto male...Mi date un consiglio?
Buongiorno Barbara. La sua storia personale ha di sicuro influenza su come lei vive oggi gli eventi di vita e rielaborare i traumi passati potrebbe essere un buon inizio di un percorso volto a individuare le sue necessità sottostanti al disagio. Rivolgersi alla sua psicologa è stata una buona mossa, la conosce e avrà già presente un progetto eventuale da sottoporle. In ogni caso è suo diritto farle notare le sue sensazioni e i suoi dubbi nei confronti della terapia, che possono essere anche visti come nuovi punti di partenza per un percorso maggiormente adatto alle sue necessità attuali.
Per un consulto più approfondito e se sentisse il bisogno di un secondo parere, mi rendo disponibile anche online.
Cordialmente,
dott. Alfonso Panella.
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