Dott.ssa Ambra Filippelli

Dott.ssa Ambra Filippelli

Psicologa e Psicodiagnosta

Ruoli familiari

Buonasera, mi chiamo Susanna e vorrei un parere esperto in merito a specifiche dinamiche della mia famiglia. Ho avuto un padre affettuoso ma purtroppo periferico rispetto a mia madre, genitore e coniuge dominante. Seconda di 4 figli, intorno ai 13 anni, mia madre inizia a esprimere rabbia nei miei confronti, rabbia legata al fatto che iniziai a frequentare un ragazzo che a lei non piaceva. Mi vietava di uscire e, un pomeriggio, dopo essere rientrata da una breve uscita con la "complicità " di mia sorella maggiore, mi accolse all'ingresso di casa prendendomi per i capelli, sferrandomi calci e pugni...mia sorella aveva fatto la spia. Da allora, mi picchiò diverse volte, restò settimane senza rivolgermi la parola, mi faceva seguire dai miei fratelli più piccoli. Insomma, a tutti fu evidente che ero quella sbagliata della famiglia. Per cui, anche i miei fratelli e mia sorella hanno assorbito questa opinione di me...la pecora nera...e si sono sempre arrogati il diritto di prevaricare su di me. Io sono cresciuta anelando amore incondizionato, che ho trovato in mio padre ma, dal momento che l'ho sempre desiderato da mia madre e dai miei fratelli, ho cercato di piacere loro in ogni modo: sono stata accondiscendente, non ho detto dei no che avrei voluto dire perché non potevo fare ciò che mi chiedevano, ho per lungo tempo chiesto consigli perché profondamente insicura; ho a volte raccontato dei complimenti che ricevevo per cercare di attirare l'attenzione di mia madre, che mi ha sempre detto che sono brutta e che niente mi sta bene addosso ( non sono mai stata brutta, anzi, però mi sono sentita tale per molto tempo). Sono sempre stata brava negli studi e mi sono laureata a pieni voti perché amavo studiare e ho raggiunto i miei obiettivi professionali. Ma c'è sempre quel vuoto: perché mia madre non mi ama incondizionatamente? Oggi, ho imparato a dire no quando non mi è possibile fare ciò che la famiglia mi chiede. Sono presente ma svincolata dall'obbligo di esserci sempre. Sono soddisfatta di aver raggiunto questo obiettivo. Mio padre è morto 4 anni fa e ne sento la mancanza. Ho 2 figli e un marito. Ho sofferto di attacchi di panico per diversi anni e, anche lì, ero la malata della famiglia. Ho smesso di condividere altri attacchi di panico...proprio oggi, mentre esprimevo un mio parere a mia madre che esprimeva squalifica per ciò che dicevo, le ho chiesto la ragione di ciò. Mi ha risposto che non le piaccio...ho realizzato che ancora oggi prova ciò che provava per me 30 anni fa...

Buongiorno, Susanna! Ho letto attentamente, quanto espresso sinteticamente, in ciò che ha scritto; ma, che ha fatto arrivare, perfettamente, la sofferenza profonda che ha potuto sperimentare già dai tempi più antichi della Sua vita! Credo che, una volta presa coscienza di determinate dinamiche che  rendono, senza meritarlo, "vittime designate ", in un ambito di relazioni familiari (ma, soprattutto, da parte della figura materna), ed elaborate adeguatamente, con l'aiuto d'un Esperto (ovvero, dandosi gli strumenti necessari che possano ampliare i propri schemi cognitivi, attraverso ulteriori "strumenti", soprattutto difese psicologiche adeguate) bisognerebbe sviluppare la capacità di diventare, per se stessi , il Genitore che avremmo meritato, di cui avremmo avuto bisogno, il riferimento sano che dovrebbe  avere ogni Minore, nella propria fase evolutiva primaria. Questo si può realizzare, attraverso un Percorso psicologico personale che risolva, i cosiddetti "nuclei irrisolti"... perché "la psiche non ha tempo!"...e, poi, con l'accettazione del proprio passato, della propria storia, poterne fare risorsa!...

Dott.ssa Ambra Filippelli