Siamo SOLO una coppia di genitori: come affrontare la separazione
La separazione è sicuramente un momento della vita critico e contrassegnato da sofferenza, delusione e un profondo senso di fallimento. La famiglia è uno dei primi ambiti affettivi dell’individuo, luogo primario in cui si investono emozioni, energie, risorse, capire e divenire consapevoli che tale progetto non potrà continuare secondo le proprie aspettative e speranze è molto difficile. Si potrebbe quasi parlare di una elaborazione del lutto della propria idea di famiglia, un’idea che deve necessariamente essere rinnovata ed evolvere per poter ritrovare benessere e felicità.
Si, evolvere. Ma come è possibile? Come vedere la luce in una fase così critica della propria esistenza?
Innanzi tutto la crisi del rapporto coniugale non comporta la chiusura definitiva del rapporto, quando all’interno della famiglia sono presenti dei figli, un’idea che può sconcertare ma che racchiude in sé una verità profonda: essere genitori, per fortuna o purtroppo, rimane una verità costante di due adulti che decidono di non condividere più la loro vita. I figli costituiscono un ponte tra loro, da qui l’importanza fondamentale di fare si che la separazione rappresenti realmente un’occasione per la ex coppia di crescere, di evolvere, magari anche di conoscersi per davvero per la prima volta senza che questo comporti necessariamente un riavvicinamento a livello intimo e affettivo.
Evolvere significa quindi portare avanti il rapporto con l’ex partner sotto nuove vesti, con sfumature di significato differenti dal passato: l’altro come alleato nell’educazione, come complice nell’esercitare le funzioni genitoriali. Questo rappresenta in realtà uno dei principali obiettivi di una buona separazione, indipendentemente dalle dinamiche che hanno portato i partner a prendere tale decisione.
Possiamo pertanto immaginare come a seguito di un momento di disorganizzazione e caos all’interno della coppia (solitamente precedente alla decisione di separarsi), il rapporto possa poi arrivare ad un bivio: si continua imperterriti a combattere, a ‘farsi la guerra’ ed il rancore prevale sul buon senso, o si co-costruisce insieme all’ex partner un nuovo equilibrio.
Questa seconda possibilità permette davvero di ridefinirsi e riorganizzare gli schemi e le abitudini familiari, concordare le tempistiche e la gestione della vita dei figli, nella consapevolezza che la priorità è la loro serenità e allora si può davvero parlare di evoluzione. Solo adottando tale prospettiva si può affrontare con maggiore serenità l’evolvere delle tappe future del ciclo di vita della famiglia (crescita ed adolescenza dei figli, l’invecchiamento dei propri genitori, malattie e lutti etc.).
Non è forse la soluzione più semplice, ma è possibile chiedere aiuto a professionisti (terapeuti e mediatori familiari) che accompagneranno la coppia a superare i vissuti emotivi più negativi ed entrare così in questa nuova fase. Qualora invece si rimanga fermi ad un periodo di lotte, guerre, invidie e recriminazioni, non è possibile parlare di evoluzione ma si entra in una pericolosa fase si stallo, di ‘guerra civile’ dove le vere vittime sono solo i più piccoli.
Capire che si ha bisogno di aiuto ( da parenti, amici, professionisti) è sempre il primo passo fondamentale perché la persona possa ritrovare la serenità anche in un momento di profondo dolore; uscire dal proprio vissuto, farsi aiutare a vedere la situazione sotto altri punti di vista può quindi permettere, a livello sia individuale che di coppia, di superare il lutto della ‘famiglia perduta’ e vedere così che è davvero possibile iniziare un nuovo capitolo della propria vita.
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