Psicologia e Bioenergetica. Cuore, mente ed anima per un progetto della scuola primaria di Limite sull’Arno (Fi)
Occorre arrendersi, arrendersi al corpo diceva Alexander Lowen riferendosi alla necessità di abbattere le difese mentali ed i rimuginii a favore dell’ascolto dei messaggi del corpo, alla necessità di cedere ed allentare la presa, se necessario.
Nel nostro caso, con i bambini della scuola primaria, è stato necessario affrontare l’evidenza che a scuola ci si viene con il corpo, con il respiro, con tutte le tensioni emotive e muscolari, oltre che con la mente e la necessità di apprendimento.
Apprendimento che, purtroppo, negli anni si è inteso sempre più in un’ottica di tipo cognitivo, in termini di sapere sempre di più e meglio, appoggiando una visione del sapere fondata sull’acquisizione di strategie funzionali atte ad incrementare la capacità di memorizzazioni di nozioni diverse.
In tutto questo il corpo che funzione svolge? Dimenticato dietro ai banchi e costretto all’immobilità.
E la relazione con gli altri? Si parla molto di coinvolgimento degli alunni in lavori di gruppo, nella valorizzazione delle esperienze soggettive e alla loro condivisione ma alla fine viene valutata la prestazione singola e la capacità di rispondere individualmente e in modo adeguato alle domande poste.
Esiste una dimensione emozionale e corporea dimenticata che però si fa sentire e che spesso gli insegnanti temono. Il linguaggio del corpo costretto e dell’emozione inespressa si trasforma in agitazione, in tendenza al caos, in tutte quelle manifestazioni che spesso gli insegnanti temono e che non ne comprendono neppure le ragioni. Il lamento degli insegnanti circa i comportamenti inadeguati degli alunni spesso deriva da questo, ovvero dall’impossibilità per l’alunno di esprimere una parte di sé che sarebbe necessaria per favorire il benessere personale e la qualità delle relazioni interpersonali, consentendo lo sviluppo di quella tanto pronunciata “intelligenza emotiva” ma allo stesso tempo così poco praticata.
Le docenti della scuola primaria di limite sull’Arno (Fi) hanno deciso, in collaborazione con lo psicologo e pedagogista Andrea Guerrini, insegnante di sostegno ed esperto in pratiche bioenergetiche e gestuali, di attivare un progetto per tutte le classi della scuola primaria affinché venissero accolte le diverse problematiche di carattere comportamentale e relazionale della classe e promosso, allo stesso tempo, un lavoro corporeo per intervenire in maniera mirata e funzionale sulle difficoltà emerse.
Le insegnanti hanno compreso che lamentarsi per i comportamenti indesiderati non porta a nessun tipo di miglioramento.
Per intervenire in maniera efficace occorre osservare gli atteggiamenti, comprendere le dinamiche, intervenire sul corpo del singolo e del gruppo attraverso il respiro, il rilassamento, l’automassaggio, le meditazioni attive e la condivisione verbale e rappresentativa attraverso il disegno ed il colore.
Le classi prime: il passaggio dalla scuola materna non è mai semplice ed indolore. Dalle attività di gioco a carattere psicomotorio si passa ad attività più centrate sulla didattica e questo può essere difficile per il bambino. Inoltre, l’esperienza di una nuova classe porta con sé le difficoltà di integrazione, di accettazione dell’altro, del rispetto dei tempi e degli spazi in comune, ecc.
La presentazione è stata fatta utilizzando il gomitolo di lana. Ognuno pronunciava non il proprio nome ma come si sentisse in quel momento e dopo lanciava il gomitolo al compagno che in quel momento sentiva più vicino o più lontano. Si formava così una ragnatela che indicava la figura del gruppo. Seduti in cerchio ad occhi chiusi hanno iniziato a respirare e a rappresentarsi mentalmente l’immagine di ciò che sono andati a creare. Successivamente, dandosi la mano hanno potuto pronunciare le vocali (A, E, I O, U) provando a sentire le loro vibrazioni nei diversi distretti corporei e ricreando una sintonia gruppale. Da questa dinamica è emerso un maggior senso di vicinanza dei membri del gruppo ed hanno potuto così cominciare a prendersi cura l’uno dell’altro attraverso il massaggio alla schiena e all’ascolto del cuore e della pancia del compagno. Tornando in piedi gli alunni hanno sperimentato il lavoro di gruppo attraverso le camminate in ritmi di tempo diversi e provando a scambiare gli sguardi. Sono state successivamente verbalizzate le emozioni emerse anche attraverso il colore. Ognuno ha sentito qualcosa di diverso soprattutto attraverso gli sguardi che, in qualche modo, hanno risvegliato ilarità e gioia ma anche imbarazzo e paura. Attraverso la scelta del colore ed il suo utilizzo ognuno ha potuto esprimere ciò che sentiva in quel momento specifico e condividerlo con gli altri, facilitando la comunicazione del gruppo.
Le classi seconde e terze: in questa fase del percorso scolastico i bambini consolidano il loro ruolo, in un contesto in cui le richieste didattiche aumentano. E’ facile che emergano emozioni come rabbia, noia e atteggiamenti di irrequietezza.
Accogliere questi aspetti è stato importante, ecco perché abbiamo iniziato a lavorare sul grounding, il radicamento al suolo e la verbalizzazione delle tensioni muscolari avvertite in quel momento. Sciogliere le tensioni attraverso gli esercizi del Qigong, come reggere la sfera e sostenere il cielo, hanno consentito l’apertura delle spalle e del torace, favorendo una respirazione più profonda. Tutto questo ha facilitato la verbalizzazione e la condivisione delle emozioni liberate.
Lavorare sulla spinta e sulla trazione ha consentito ai bambini di sperimentare il desiderio. Attraverso la spinta si è potuto rappresentare a livello corporeo la volontà di allontanare qualcosa da sé, al contrario, la trazione ha aiutato a visualizzare ciò che ognuno desidera per sé, l’obiettivo da mirare e le strategie per raggiungerlo. Il disegno di quanto emerso e la condivisione hanno consentito ad ognuno di capire qualcosa in più di se stesso e del gruppo con il quale interagisce
Le classi quarte e quinte: per le quinte è la fase del distacco, per le quarte la preparazione ad una maggiore autonomia e alla necessità di sviluppare una maggiore fiducia negli altri per consentire una maggiore possibilità di azione e di collaborazione per il raggiungimento di obiettivi comuni. Provare a guidare il compagno bendato, sostenerlo quando cade, essere sempre presenti affinché l’altro non si faccia male, rappresenta la possibilità e la consapevolezza di cosa signifchi prendersi cura. Sperimentare la fatica di essere sempre presenti affinché l’altro possa star bene è una fase importante per riuscire a decentrarsi e mettersi nei panni dell’altro attraverso il corpo.
Sostenere la fatica della presenza dell’altro caricando il corpo del compagno sulle spalle e provare a verbalizzare la sensazione di come ci si senta una volta ritornati alla normalità, ha significato per molti iniziare a sentire su di sé il peso delle responsabilità dell’altro.
Sono state espresse emozioni forti, come la rabbia, attraverso l’urlo e il gesto della zampata della tigre, ripresa in qualche modo dagli stili delle arti marziali orientali, inoltre mimando con le braccia il volo degli uccelli ed abbassandosi di scatto il busto, è stato possibile liberare le tensioni vibrando la vocale “A”. Passare dalla tensione alla distensione, dalla rabbia al rilassamento, dalla pesantezza alla leggerezza è servito per comprendere il corpo nelle sue dinamiche, prestando attenzione al Qui ed Ora e a come il respiro cambi in base alle situazioni. Dopo aver passato al vaglio le diverse tonalità emotive è stato possibile condividere in maniera costruttiva le proprie emozioni, utilizzando le strategie comunicative di tipo Gordoniano, in cui ognuno dice come si sente quando accade qualcosa o come il comportamento di qualcuno lo faccia sentire in una certa maniera. Grazie a questa metodica è possibile risolvere i conflitti in cui ognuno, parlando per sé e di sé, di come si senta, evita di accusare gli altri e così si agevola la comunicazione senza arroccarsi dietro conflitti irrisolvibili. Affrontare i conflitti in maniera costruttiva è possibile ed i vantaggi sono stati enormi.
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