Non so se mi fa più ansia pensare al mio probabile suicidio o l'idea di vivere così
Salve,
Mi chiamo Giorgia e ho 26 anni.
Se ripenso alla mia infanzia non ho nessun ricordo felice, mi ricordo solo dei costanti stati di ansia, del bullismo che subivo e del mio sentirmi già fuori luogo.
Adesso che sono adulta, la mia ansia è peggiorata e di molto dal fatto che non riesco a trovare nessun lavoro.
Contando che da quando mi sono diplomata (2014) sono riuscita a lavorare in tutto un anno, vivo con la costante paura (diciamo certezza) che non riuscirò mai a trovare lavoro.
Essendo una persona molto logica vedendo come vanno le cose, so che non lo troverò mai.
Il problema è che non posso trasferirmi per motivi familiari quindi devo vivere qui.
Solo che la vita qua mi soffoca. Sto a casa tutto il giorno davanti al pc o alla tv senza fare niente, a volte non riesco ad alzarmi nemmeno dal letto.
Quando i miei amici mi chiedono di uscire la sera anche solo l’idea mi da un’ansia pazzesca e quei giorni in cui riesco ad uscire mi annoio, sono incapace di divertirmi e rilassarmi, mi sento sempre come se dovessi stare in guardia da tutto e da tutti.
E anche quando sto a casa “al sicuro” l’ansia mi divora viva.
Mi sento un inutile spreco di spazio.
Il fatto che tutti quelli che conoscono lavorino ed io no mi fa stare malissimo perchè o c’è qualcosa che non va in me, o io non riesco a trovarlo.
Entrambe le cose sarebbero orribili perchè nel primo caso vuol dire che sono destinata a morire di fame, nel secondo vuol dire che sbaglio qualcosa nonostante io dia tutta me stessa.
Mando e porto un sacco di curriculum ma non mi richiamano. Non sarò la più bella o la migliore nei colloqui ma non capisco perchè soffrire di ansia mi debba precludere un lavoro e una vita normale. Sta cosa mi sta uccidendo.
Io ormai vivo con la consapevolezza che morirò ed è solo questione di tempo.
Il fatto che non troverò mai lavoro ormai è un stato di fatto e per una persona davvero responsabile e profondamente autonoma come me, il fatto di non poter essere autosufficiente alla mia età mi fa venire voglia di ammazzarmi.
So che il problema è quello perchè quando lavoravo, il mio umore era migliorato parecchio.
Non ho i soldi per fare nulla, quel poco che guadagno facendo lavoretti qua e la, va in bollette e spesa. Non ho svaghi di nessun tipo. Il mio hobby da cui guadagnavo qualche soldo era disegnare e lo faccio da quando sono piccola ma da circa 6 mesi ho smesso perchè non mi riesce più e non mi da più soddisfazione.
Non ho nemmeno i soldi per pagare una psicologa che mi possa aiutare e ho paura che non riuscirò ad averli in tempo.
Che poi anche se avessi questi soldi, conoscendomi non riuscirei a spiccicare una parola.
Non riesco ad esprimere quello che sento a parole. Nonostante io faccia molta autoanalisi, non riesco a parlare dei miei sentimenti neanche a persone amiche.
Questa non è vita.
Se penso alla mia vita e al futuro provo un dolore fisico immenso.
Se tiro avanti è solo perchè procurare un dolore a mio fratello e alla mia ragazza sarebbe troppo egoista da parte mia, ma onestamente io so che mi ammazzerò se va avanti così.
Mi sento come una morta che cammina, come se avessi le ore contate.
Sto male se penso che dovrò ammazzarmi e sto male se penso che dovrò vivere così.
Vorrei essere una di quelle persone che amano la vita ma non ho gli strumenti per farlo.
Non so cosa fare, accetto opinioni e consigli che mi permettano di uscire dal baratro del mio continuo paradosso .
Grazie.
Salve Giorgia, grazie per aver scritto.
In primo luogo è bene che lei sappia che dare pareri o consigli tramite questo spazio ad una storia che merita decisamente più attenzione, è molto difficile ma proviamoci comunque.
Più che la mancanza di lavoro (che purtroppo è una cruda verità nel nostro Paese, non possiamo nasconderlo), sembra che ciò che la soffochi sia non potersene andare da casa sua e tentare di trovare fortuna altrove. Su questo non posso pronunciarmi perché non c'è materiale per poterne parlare ma va bene così.
Per quanto riguarda la possibilità di farsi ricevere da un/una terapeuta (cosa che le consiglio vivamente di fare per smorzare tutta questa quota d'angoscia che la divora), le ricordo che può godere dei colleghi del servizio sanitare nazionale (gratuitamente) tramite impegnativa del suo medico di base. Questo è ciò che realmente mi sento di consigliarle per iniziare a smarcarsi dal suo personale paradosso.
Un abbraccio.