Mi sento perso
Salve, sto provando a scrivere qui perché forse vorrei trovare una risposta ma nello stesso tempo non ci credo minimamente. Tra un mese compio 22 anni e mi sento una nullità. Non penso di esserlo da sempre, diciamo che le cose in generale non vanno bene e nonostante tutto vorrei trovare la vitalità che dovrebbe caratterizzare quelli della mia età. Ma sento di non riuscire a concretizzare nulla. Sto giorni interi a perdermi nel nulla in tutti i sensi. Dovrei laurearmi ad aprile ma faccio tutto con un livello di concentrazione e voglia pari a zero. Mi devo "strattonare" per forzarmi a studiare e male. Sento molta ansia nell'aspettativa dei miei 3 anni di università che avrebbero dovuto formarmi e percepire di essere più sicuro. Le persone che lavorano e che fanno un lavoro che odiano riescono comunque ad avere qualcosa di concreto,anche semplicemente il salario a fine mese. Io dopo aver dato un esame qualche giorno fa (diritto pubblico) preparato malamente e con un voto che rispecchia la preparazione, mi sono chiesto: perché non ho avuto l'energia di prepararlo bene? Cioè non lavoro,non devo fare nient'altro che studiare per qualcosa che dovrebbe piacermi,dato che l'ho scelto. Ovviamente la risposta è che non sono mai stato sicuro di nulla nella scelta scolastica,e anche in generale nella scelta della vita. Sento di non avere gli strumenti per decidere perché non so nemmeno che cosa potrei fare,cosa sarei in grado e cosa no. Ho questa bruttissima abitudine di guardare quello che fanno gli altri e paragonarmi anche se so quanto sia stupido e inutile. Mi alleno, non sono considerato "brutto" e ho pochi amici e ma buoni. Non ho una relazione da più di 1 anno perché l'ho rovinata non riuscendo ad essere onesto con me stesso e a capire cosa volevo. Dopo quella relazione mi sono chiuso. Non sono nemmeno benestante, siamo una famiglia numerosa e ci sta solo mia madre. Dovrei non sprecare l'opportunità di fare l'università con la borsa di studio (per reddito) perché non avrei assolutamente l'opportunità di rifare tutto. Inoltre dopo che mi laureo dovrei scegliere la magistrale e cercando ho trovato università davvero solide e che fanno la sicurezza concreta di imparare a fare qualcosa, ma "ovviamente" non so se continuare il mio indirizzo anche perché non ho avuto nessuna soddisfazione nel fare questi 3 anni, non vorrei ripetere la cosa. Sono sicuro che sbaglio a voler cercare qualcosa che appassioni da morire, ma ho 22 anni e sono giovane, però sento che dovrei essere molto più su e molto più responsabile. Vorrei andarmene e riscoprire chi sono e cosa so fare. Data la mia condizione economica percepisco un forte bisogno inconscio di dover fare la cosa più giusta per poter "guadagnare" e l'indecisione mi blocca. Mi sento solo. Vorrei solo dire :"nonostante tutti i problemi amo fare questa cosa e anche se mi da 2 spiccioli io mi sento più sicuro e soddisfatto facendola". Ho dei pensieri da anni di quello che mi piacerebbe fare, ma penso sempre che i miei pensieri non siano reali, nel senso che quello che penso sia qualcosa che mi piace, in verità è solo euforia temporanea, dopo due volte mi stanco. Per esempio ho suonato la batteria per 2 anni poi ho smesso, anche se mi piaceva, perché non avevamo spazio per tenerla e perché quando avevo la possibilità di suonare, non lo facevo. Mi distraevo con altro. Alla fine mi sono convinto, e forse è vero, che non mi piace suonare la batteria, o comunque non è la mia passione.
Mi capita pure di immaginare di non avere niente e nessuno, così da capire davvero cosa voglio fare. Oppure avere un qualche shock così da "svegliarmi". Sono pure consapevole che non è necessario arrivare fino a questo punto per capirlo, anzi sentirlo. Ci sarebbero altre migliaia di cose da dire, mi sento un po' meglio a scrivere qualcosa, in un certo senso e riesco a chiarire un po' meglio per lo meno quello che sento. Penso che dovrei andare da uno psicologo, ma significherebbe soldi e il dubbio di trovare qualcuno che non sia in grado di aiutarmi mi limita, come anche il fatto di dirlo. Avevo chiesto delle sedute con lo psicologo dell'università ma dopo il coronavirus era disposto solo via Skype,cosa che ho rifiutato perché non mi sentirei a mio agio e non avrei nemmeno uno spazio dove poter stare tranquillo e parlarne.
Salve Francesco, grazie per aver scritto.
Quello di cui lei parla, sembra proprio una ''mancanza di spazio'', uno spazio nel quale caos si perde il desiderio che potrebbe orientare la sua vita. Dopotutto lo ha detto lei stesso: casa sua è numerosa.
Le scelte, quelle che ha preso e quelle che prenderà, sono davvero quelle che desidera? E qualora non lo fossero, sarebbe disposto a lasciare andare ciò che non lo rende felice, sicuro? C'è una frase di uno psicanalista francese, Jacques Lacan, che trovo illuminante: ''Chi perde, vince''. Un percorso psicoterapico volto al sapere del suo inconscio, potrebbe essere la via più indicata per i suoi obiettivi.
Un caro saluto,
Dr. Rivera Garcia Andres
San Benedetto del Tronto (AP)