Dott.ssa Angela Ragnetti

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Dott.ssa Angela Ragnetti

Psicoterapeuta

Un bambino che non è mio figlio

Buongiorno e grazie per questo spazio gratuito, Ho conosciuto la mia attuale ragazza 1 anno fa e siamo andati a convivere praticamente subito, lei ha un figlio di 4 anni che ha avuto con il suo ex compagno che è sud americano come lei, il suo ex compagno è sempre rimasto in sud America mentre la mia ragazza era andata la 4 anni fa per conoscere i suoi parenti è rimasta incinta ed è tornata qualche mese dopo aver partorito, il bambino adesso vive con noi, gli voglio molto bene e mi ci sto affezionando tanto, lui parla sempre di me con sua nonna e con chi conosce, suo padre lo vede solo in videochiamata raramente e senza poter comunicare data la barriera linguistica. In questi giorni che ha iniziato l'asilo e sente sempre la parola papà dai bambini e dalle maestre si è lamentato dicendo che gli manca il papà, chiedendo perché suo padre non lo viene a prendere ecc ecc. Io vorrei dirgli che io sono come il suo secondo papà, perché comunque lo sto trattando come un figlio e mi ci sto affezionando tanto, però non vorrei dire cose che magari non dovrei dire, quindi chiedo a voi come potrei gestire questa cosa? Dovrei dirgli che sono un suo secondo papà o meglio evitare? Grazie in anticipo

Buongiorno Gian,
le sue parole rivelano tutta la sua premura e attenzione nei riguardi di questo bambino.
Mi pare che parole del bimbo suscitino in lei apprensione e preoccupazione, e il punto mi pare sia: come rispondere? Cosa dire? 

Ebbene a mio avviso più che affrettarsi a rispondere, si tratta piuttosto di accogliere queste parole e di mettersi semplicemente in ascolto.
Mettersi in ascolto - quando si crea l'occasione spontaneamente e senza  chiedere - per farsi spiegare meglio cosa pensa desidera sente a riguardo.
E ancora più importante di farlo senza farsi prendere dalla fretta di dover dire o dare la risposta più corretta.
Spesso i bambini hanno mille risorse e sanno trovare le loro risposte e soluzioni, se solo gli si dà il tempo e lo spazio di poter dire, di poter raccontare.

La sua presenza, le sue attenzioni, il suo stile nell'educarlo rappresentano ciò di cui questo bambino ha bisogno.

Le faccio i miei migliori auguri.
Angela Ragnetti