Dopo pochi mesi il mio compagno mi ha presentato sua figlia oggi 21 enne
Salve, sono una ragazza di 33 anni, Vivo da due anni con il mio compagno dopo tre anni vissuti a distanza. Dopo pochi mesi dalla nostra conoscenza il mio compagno mi ha presentato sua figlia oggi 21 enne che vive a pochi km dal padre con la madre. All' inizio della nostra relazione la figlia aveva sempre un ruolo marginale rispetto la nostra storia, in quanto il tempo che dedicavamo alla nostra conoscenza era dedicato esclusivamente a noi. Quando poi capitavano le occasioni condividevamo piacevolmente il tempo insieme anche con lei come è giusto che sia. Durante la relazione a distanza, lei nei miei confronti nelle occasioni di condivisione è stata carina e mi vedeva di buon occhio, lo stesso vale per me e in modo naturale mi sono interessata a lei come figlia del mio compagno, cercando di costruire un rapporto di complicità e cercare di trasmetterle quella fiducia che poteva avere nei miei confronti, non come nemica, neanche come amica ma come confidente. Ma da quando mi sono trasferita da lui le cose hanno preso una piega del tutto contraria. Lei molto viziata sempre dal padre si è sentita spodestata da un piano sul quale il padre inconsciamente l'ha sempre messa: quello di premiere dame. Nel tempo e con le delusioni e i colpi bassi subiti indirettamente da lei come ripicca per infliggere un colpo al padre sta facendo di tutto per mettere il padre in difficoltà e instillare in lui quei sensi di colpa facendo capricci, rivendicando quella posizione che lei si sente non avere più da quando ci sono io a condividere la mia vita con il padre. Sto passando un momento difficile perché mi rendo conto che l'unico a dover riequilibrare gli affetti è mettere dei limiti è lui che per anni non ha mai fatto, facendo più l'amico e il tuttofare per risolvere ogni tipo di ostacolo che la figlia ritiene di avere e che di conseguenza ha portato al fatto che questa ragazza a 21 anni in modo subdolo di adagiasse sulle risoluzioni che il padre le da per ogni cosa facendo i capricci e piangendo. Parliamo di una giovane donna e attenzione non sono qui a chiedere come eliminare la figlia dalla vita di lui!a lei in un occasione ho voluto ribadire che l'amore del padre per lei è un sentimento che viaggia su binari differenti e che non c'è competizione tra noi poiché le voglio bene. A 20 anni si ha fame di soldi, di fare di raggiungere di uscire con amici, non stare al capezzale del padre e atteggiarsi e comportarsi come moglie-amante-anima gemella del padre. Ho parlato spesso con lui di questa mia sofferenza perché IO non sono nella posizione di fare nulla, e lui si è accorto che con il suo troppo accondiscendere a ogni cosa e con il suo rapporto paritario aver sbagliato pur ritenendolo al fin di bene. Consapevole di voler cambiare metodo nei confronti della figlia mi rendo conto che lui si sente manipolato dalla figlia per i sensi di colpa che sente di avere per aver a suo tempo lasciato la madre della stessa. Divorziarono quando la figlia aveva 2 anni e lui è sempre stato presente in modo iperprotettivo. Il mio essere comprensiva sta raggiungendo il limite di sopportazione poiché sento che con me non è più sincera e mi vede come rivale mancandomi di rispetto. Un piccolo esempio: sebbene avessi detto al mio compagno di non dire nulla alla figlia, che dovevo prendere un treno in un giorno che lui era fuori per lavoro, essendo per educazione e indole una persona che non vuole chiedere nulla, soprattutto un favore alla figlia visti le recenti incomprensioni e tensioni, lui le ha chiesto di accompagnarmi, e mi sono ritrovata a domanda diretta sulla sua disponibilità nel farlo nella situazione di non poter dire di no, accentrando e ringraziandola per questo. Ci diamo appuntamento e viene con 20 minuti di ritardo senza neanche scusarsi per il ritardo. Non dovevamo fare spese ma dovevo prendere un treno. Riesco a prenderlo per un pelo quindi ho anche dimenticato quel episodio. Qualche tempo dopo, le invio diversi annunci per messaggio che avevo trovato in rete poiché sta cercando un lavoretto da fare per aumentare la paghetta e potersi togliere degli sfizi.. questa decisione non è partita da lei ma dal padre che le ha detto di farlo, ma non avendo la necessità poiché a soddisfare i capricci e i suoi vizi e sempre il padre, ha fatto passare molto tempo, con la scusa che per stampare dei fogli con annuncio di babysitter la stampante non funzionava... problema che il padre ha risolto, come anche per accompagnarla ad attaccare questi fogli nella città.. mi risponde che degli annunci tutti tranne uno non erano idonei perché c'era sempre un indicazione in cui lei non rientrava per poterli esaminare. Mi permetto di scriverle che non si deve fermare a quelli che potrebbero sembrare ostacoli ma che magari invece c'è possibilità di trattativa, alla base ci deve essere interesse però, che se non dimostra di avere sarà difficile che le caschi dal cielo.. messaggio che ho assolutamente letto al mio compagno il quale si trovava d'accordo. Il giorno seguente lei chiede al padre se era a conoscenza di ciò che le avevo scritto, lui dice di no, per non dare l'impressione alla figlia di sentirsi attaccata da entrambi. Ma il mio messaggio non era per attaccare. E le spiega che ho un educazione diversa, che sono diretta e che abituata a parlare senza mezzi termini e posso sembrare dura. Lei a questo risponde: però per chiedermi un passaggio per la stazione lo sa utilizzare un tono diverso“. Sono rimasta allibita, lui non ha detto nient altro. Mi sento disarmata di fronte alla realtà che lui non prenda le mie difese e ammetta che la figlia si permetta di dire cose del genere.
Gentile signora, capisco il suo disagio. Non è affatto facile superare le difficoltà di rapporto con la figlia del compagno, soprattutto se questa trova nella relazione con lei sentimenti, probabilmente inconsci, di gelosia, invidia, competitività. Purtroppo lei può fare veramente poco per cambiare le cose, tranne usare tutta la sua comprensione e capacità di mediazione. D'altra parte lei non pone alcuna domanda specifica e quindi non è chiaro cosa lei si attenda dal suo "sfogo". Se poi questo comportasse implicitamente una richiesta di aiuto PER SE'. nel senso di voler fare un percorso per chiarire le PROPRIE difficoltà in tale situazione, allora si tratta di fare un colloquio con uno psicoanalista. Cordiali Saluti.