Come riesco a capire se vale la pena aspettare che possa scoprire la sua felicità?
Salve, ho 21 anni e una relazione da 6 anni con un ragazzo di 24. Il nostro rapporto è sempre stato molto intenso e particolare, a tratti morboso, ma molto adulto, caratterizzato da un'intesa mentale rarissima. Quest'estate ho deciso di lasciarlo perché ho iniziato ad aprire gli occhi su tante problematiche che nonostante il passare del tempo non sono mai migliorate. Tuttavia continuo a sentirlo, mi manca tantissimo e continuo a sperare di poter essere felice in qualche modo. Lui è una persona molto apatica, scarsamente emotiva e il principale motivo per cui ho deciso di lasciarlo è proprio la sua incapacità di essere felice nel presente, di vivere con leggerezza e godersi la vita. La nostra sessualità è sempre stata "compromessa" e resa complicata da una serie di suoi feticismi alla quale sono stata al gioco, ma che alla lunga mi hanno resa infelice, o comunque mi sono resa conto di sognare attenzioni diverse. Vorrei tanto poter risolvere le cose, fare un ultimo tentativo con lui, perché so che mi ama tantissimo, ma non agisce mai. Io penso abbia un qualche problema legato appunto alla sua apatia che lo contraddistingue da sempre, gli ho consigliato di andare da uno psicologo ma è troppo pigro per farlo. Eventualmente mi consigliereste di andarci insieme con lui per sbloccare questa situazione che va avanti da luglio?
Salve, pur comprendendo le difficoltà che lei sta vivendo in merito a questa relazione ed il dolore forte che sta provando per la perdita di una figura diventata nel tempo tanto importante nella sua vita, al punto che, se ho capito bene, sta anche pensando di tornare sui suoi passi, vorrei provare a proporle un punto di vista differente: e se porsi domande o fare ipotesi o riporre speranze su come/quando/se questo ragazzo possa trovare la sua felicità, e di conseguenza fare anche la sua di felicità, le stesse impedendo di curare direttamente la sua di felicità? Dalla sua domanda si comprende quanto dolore provochi questa situazione, e capisco che in alcuni momenti particolari possa diventare insostenibile, è allora che e l'unica soluzione sembra essere "tornare indietro", ma sono certo che col giusto supporto una persona capace di guardare oltre nebbia della routine quotidiana come lo è stata lei, può trovare la forza di guardare anche oltre l'altro, proprio lì dove inizia l'Io.
Dr. Angelo Cirillo
Ordine degli Psicologi della Campania
psicologo clinico, psicoterapeuta - Caserta