Dott.ssa Anna Antinoro

Dott.ssa Anna Antinoro

psicologo, psicoterapeuta, analista transazionale

Mia figlia ha 3 anni, da sempre manifesta un particolare possesso verso le sue cose

Buongiorno, fatico un po' a riassumere la questione, che di per sè non è nulla di grave, ma rispetto ad altre piccole difficoltà in cui mi sembra di trovare il modo per essere empatica verso mia figlia e raggirare le piccole difficoltà che incontra, mi trovo incapace di gestire una sua particolare “gelosia“. Mia figlia ha 3 anni, da sempre manifesta un particolare possesso verso le sue cose, quelle che probabilmente le danno sicurezza (ha avuto la fase in cui non toglieva giacca e scarpe nemmeno per dormire...fase pannolino che non voleva togliere...tende a trattenere la cacca, non riesce a staccarsi da oggetti per noi banali come la carta di una cosa che ha mangiato x fare un esempio...vuole la certezza che io non la butti via...poi se ne dimentica). Ora, mi esprime chiaramente parlando molto bene, la difficoltà di ricevere amici in casa...non con tutti, ma con la maggior parte dei suoi amichetti (con cui solitamente ci vediamo in presenza dei rispettivi genitori)...non li vuole a casa nostra!! Felicissima di andare da loro, ma a casa nostra non vuole...Mi dice chiaramente che è per i suoi giochi, ma anche perchè a casa stiamo noi due, è come se li vedesse come un'intrusione nei nostri spazi. Poi però se capita che arrivi qualcuno va tutto bene..ma se le chiedo o la avviso per decidere insieme o per invitare qualcuno si oppone (e mi creda sul fatto che il suo opporsi non è gestibile “forzandola“, ho provato ma si trasforma in crisi ingestibili. Con lei funziona molto meglio il parlarne, ma a volte sono un po' in “crisi“ sul fatto che io sia condizionata da lei o che comunque non abbia il pieno “potere“ decisionale...ecco non so dove stia il limite tra la condivisione giusta con lei, e la fermezza decisionale mia per farle capire dove stanno i limiti. Tutto questo dovuto ad una nostra particolare situazione: mio marito è morto quando nostra figlia aveva 29 giorni...per cui tra me e lei c'è un forte attaccamento, che io cerco però di gestire in modo che sia una cosa naturale e bella ma non ossessiva o dannosa...non è semplice, ma ci sto provando! Ecco perchè chiedo un consiglio, perchè cerco di capirla dove serve, ma cercando di evitare che tutto sia ricollegato alla situazione come giustificazione di comportamenti che invece vanno “corretti“...Grazie mille se potrà darmi un suo parere.

Buonasera Carla,

innanzitutto voglio dirle che mi dispiace molto per quello che è accaduto a suo marito e a voi. Avere una bambina così piccola e dover affrontare un lutto così grande andando comunque avanti, non è affatto semplice. 

Detto questo , leggendo le sue parole iniziali pensavo ad una fase normale che attraversano i bambini in cui gelosia e possesso delle cose fanno da padrone. E' una fase chiamata di Egocentrismo, proprio perchè il bambino ha bisogno di un mondo e di cose che siano solo sue, compresa la relazione con la mamma.

In una situazione di perdita grande come la vostra però c'è un discorso ulteriore che secondo me è bene approfondire. Questa bambina sta sviluppando probabilmente un forte legame sulle sue cose per paura di perderle, un pò come il papà che, anche se non ricorda coscientemente, ha vissuto per quei giorni. La cosa che però ha vissuto in modo particolare è la sofferenza che lei probabilmente (e giustamente) ha provato e prova dopo questo dolore. Nei primi mesi di vita i bambini sono ancora in simbiosi con la mamma e si sentono una cosa sola con loro.  Penso che la bambina abbia sentito e vissuto la sua paura e il suo (di lei, Carla) attaccamento alla piccola ulteriore dopo questo evento. Un lutto ci va tempo per superarlo, e spesso vive attraverso meccanismi sottili per riemergere sotto altre forme e la paura della perdita aumenta considerevolmente.

Sua figlia funziona molto bene e l'attaccamento alle cose che ha sviluppata è una sana paura di perdita, quella che probabilmente ha vissuto anche lei. Bisognerebbe approfondire la gravidanza come è andata e se ha avuto dei vissuti legati alla paura anche in quella circostanza.  I bambini già da feto sentono e amplificano le emozioni della mamma.

Le dico questo non per stimolarle il senso di colpa ovviamente e, se così si sentisse, la invito a contattarmi per potermi spiegare. Quello che le voglio dire è che penso che sia importante, se già non lo sta facendo, che lei inizi un percorso con qualcuno che l'aiuti ad elaborare l'accaduto e che la supporti nella gestione della frustrazione della sua bambina. In modo da capire anche che cosa intende con crisi ingestibili o altre situazioni che sembrano non trovare via d'uscita. 

Perchè bisogna evitare di ricollegare tutto a quell'evento? Il permesso di provare dolore, penso che sia umano e se la sua bambina soffre per quello che è accaduto (esattamente come lei) è un segno di grande sensibilità e condividerlo insieme non può che dividere questa tristezza per andare meglio avanti.

Le ho scritto molte parole, qualora avesse bisogno di un chiarimento o le attivassi delle sensazioni, non esiti a contattarmi. Il contatto con se stessi, è la strada migliore verso il benessere.