Disturbi dell'Umore → Disturbi Depressivi e Bipolari
E’ molto frequente che un cliente giunga in terapia motivato dal bisogno di sentirsi più sereno e di “tornare come prima”, quando aveva voglia di fare e sorridere; o per raggiungere una “stabilità nell’umore” forse mai provata.
Spesso dietro alla tristezza profonda e alla mancanza di voglia di vivere ci sono separazioni e perdite. Queste possono riguardare persone ma anche luoghi, cose o entità, che sono state affettivamente importanti per la persona stessa e che da qualche tempo non ci sono più.
All’inizio della terapia la persona vive tali perdite spesso come “devastanti” e descrive il vuoto rimasto nella propria vita come “incolmabile”; non c’è nient’altro attorno che possa essere minimamente paragonabile a ciò che è venuto a mancare.
Altre volte la persona riferisce di sentirsi confusa per il fatto di sperimentare “sbalzi dell’umore” che non gli permettono di capire le preferenze e orientarsi nella vita in modo sicuro.
Altre volte ancora la persona riferisce che il senso di vuoto l’ha accompagnata per gran parte della propria vita e altre volte non ne ricorda l’origine.
Il desiderio di migliorare lo stato dell’umore indica che probabilmente la persona presenta un Disturbo dell’Umore. Nel caso della persona triste o disperata si tratta di depressione o distimia, nel caso della persona con umore ballerino si tratta di disturbo bipolare (molto probabilmente ma non sempre, poichè spesso si tratta di un Disturbo della Personalità).
Nel DSM-IV TR (Manuale diagnostico dei Disturbi Psichiatrici) i disturbi dell'umore vengono raggruppati in due categorie generali:
- i disturbi depressivi che comprendono il disturbo depressivo maggiore (depressione grave) ed il disturbo distimico (umore depresso costante per la maggior parte del tempo);
- i disturbi bipolari, una complessa categoria diagnostica che comprende il disturbo bipolare I, il disturbo bipolare II ed il disturbo ciclotimico.
I disturbi bipolari sono caratterizzati da un'alternanza dell'umore che può variare nei casi più gravi da importanti forme di depressione ad estremi di euforia di tipo maniacale.
Nella mia professione di psicologa clinica e psicoterapeuta, utilizzo un approccio “contrattuale”, per la risoluzione del problema che la persona mi porta, oltre che “diagnosticare” un eventuale disturbo facendo riferimento agli strumenti scientifici quali il DSM IV-TR (di cui sopra).
Credo profondamente che l’essere umano tenda all’Autorealizzazione. Ascoltando attentamente la persona, esplorando i suoi motivi di insoddisfazione e scoprendo i suoi desideri, mi è capitato spessissimo di individuare assieme alla persona stessa le sue mete, oltre che il modo esclusivamente personale di raggiungerle.
Il cammino non è privo di ostacoli; alcuni sono grandi altri più piccoli.
Nella fase iniziale del percorso predomina la parte della persona “regressiva”, carica di sofferenza. Gradualmente la parte regressiva diminuisce per lasciare più spazio alla parte sana, “l’alleato alla crescita” responsabile del benessere.
In alcuni momenti la persona fà grandi tratti in avanti, in altri ha la sensazione di tornare indietro. Non c’è mai un tornare indietro, poichè le cadute fanno riposare e anticipano i salti in avanti.
Questo è il cammino a due chiamato lavoro terapeutico (psicoterapia).
Ogni persona realizza un proprio personale cammino; le strade sono infinite e il cliente indica le proprie preferenze; il terapeuta lo aiuta a rimuovere gli ostacoli.
E’ emozionante scoprire l’imprevedibile percorso che ogni persona sceglie, ma ancora più entusiasmante è arrivare alla meta, sapendo che entrambi, cliente e terapeuta, hanno contribuito alla Vittoria.
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