Dott.ssa Anna Maria Rita Masin

Dott.ssa Anna Maria Rita Masin

Psicologo, psicoterapeuta, psicologo giuridico e forense

Mio figlio non mi ubbidisce

Buongiorno,
mio figlio di 7 anni, disubbidisce su tutto. Non vuole fare i compiti, non vuole lavarsi i denti, non vuole andare a letto....qualsiasi cosa io (sopratutto io) gli dica, lui non la fa, e sembra quasi che lo faccia per dispetto.
Tutte le cose sono gravi, ma in particolar modo, con il rientro a scuola ha peggiorato il suo approccio con i compiti. Le stiamo provando tutte e dopo aver provato con urla (che so benissimo non servano a nulla) punizioni (in bagno a riflettere) non farlo uscire a giocare con gli amici, da ieri siamo in versione "ZEN" per così dire e con calma abbiamo cercato di farglieli fare, ma trascorsa l'ora e oltre (erano le 9 e mezza di sera) abbiamo deciso di mandarlo senza i compiti svolti, per vedere cosa succede.
Preciso che anche a scuola perde tempo di continuo, nonostante non abbia difficoltà nè a scrivere nè a leggere nè a fare calcoli, ma se decide che una cosa non la vuole fare non la fa.
Non sappiamo più che carta giocare

Buongiorno Sig.ra Valeria,

sono la Dott.ssa Anna Maria Rita Masin. Prima di rispondere sarebbe opportuno sapere alcune cose: 1- suo figlio è sempre stato oppositivo?; 2- questa oppositività è solo e sempre con Lei oppure anche con suo marito; 3- è successo qualcosa di importante (secondo il punto di vista di suo figlio) in casa (separazione dei genitori, morte di qualcuno di significativo...nonni o anche un gatto/cane, nascita di un fratellino, cambio casa, ecc...)o a scuola (cambio classe, cambio insegnanti, cambio scuola, relazioni particolari tra i suoi amici, ecc...)? Queste notizie sono importanti...provi a pensare come se fosse suo figlio. Dopo questo, è importante con i figli che hanno uno o più comportamenti oppositivi, prescrivere i comportamenti: "Mi raccomando NON TI LAVARE I DENTI", "a scuola sicuramente ti hanno dato dei compiti MA TU NON LI FARE" e le parole scritte in maiuscolo dirle con auotorevolezza e guardandolo negli occhi. Poi passare al senso di responsabilità, non usare il senso di colpa: "sei tu che vai a scuola non io" oppure concordare con lui dei premi "se fai un compito avrai questo premio, se fai due compiti avrai due premi...ecc..se non ne fai neanche uno nessun premio/regalo...la scelta è la tua non la mia...sei libero di scegliere"(tutto da ricalibrare a seconda dei risultati). In questo modo il ragazzo è costretto a riflettere e a scegliere...ma la scelta sarà del ragazzo, non dei genitori a cui si oppone con tutte le sue forze. 

Mi faccia sapere