Il marito della mia amante è morto

Salve, sono un uomo di 59 anni separato da 10 anni, da più di 3 anni ho una storia d'amore con una donna di 57 anni che già conoscevo da tanto tempo, sposata da più di 30 anni con un "orco" che ha totalmente schiavizzata, soprattutto sessualmente, pretende rapporti sessuali a suo piacimento e lei per quieto vivere ha sopportato tutto questo. In questi anni lei ha cercato molte volte di separarsi ma lui minacciava "fuoco e fiamme" e lei non ha avuto la forza di affrontare questa guerra con il marito che nonostante tutte le angherie gli vuole bene in modo fraterno dopo quasi 40 anni di vita coniugale. È successo che il marito ha dovuto subire un intervento chirurgico, quasi di routine e dopo 3 giorni doveva essere dimesso, lei era sola a casa e siamo stati a telefono tutta la notte e spontaneamente abbiamo fatto l'amore per telefono, il caso ha voluto che la mattina seguente suo marito ha avuto un arresto cardiaco(inaspettato) ed è morto. Lei si sente in colpa sia per quello che la notte abbiamo fatto al telefono e sia per i continui litigi che inevitabilmente aveva con il marito perché si era da tempo rifiutata di fare la schiava sessuale. Io ho cercato di fargli capire che non è assolutamente colpa sua, anzi lei è stata una moglie che ha dovuto subire e non ci si può sentire in colpa perché si è rifiutata di fare la schiava. Lei mi ha detto che deve stare da sola e soffrire per espiare questa "pena" che secondo me non merita affatto, non lo so è come se si volesse punire, e solo così lei poi riuscirà a stare bene con me. Io ho rispettato la sua volontà e ci sentiamo 5 minuti al giorno, è sempre lei che mi chiama. Vorrei un consiglio da voi esperti su come devo comportarmi, anche perché noi siamo vicini ai 60 anni e poi non è che abbiamo tutto sto tempo, ed ogni giorno che si perde è un giorno che non torna più e quindi vorrei capire quali sono i tempi, che lei si renda conto che non ha nessuna colpa per quello che è successo. Grazie
P. S. Le ho consigliato un supporto psicologico ma lei non vuole.

Salve,

lei scrive da uomo innamorato e, come tale, è preoccupato per la sofferenza che la donna che vuole avere accanto prova.

Ma lei per quella sofferenza non può far granché, neanche rispetto al tempo necessario per superare tale dolore.

Mi chiedo però cosa le impedisce di comunicare a questa donna il suo di dolore, i suoi di sentimenti circa la situazione. Porre sempre l'altro prima dei propri bisogni non è la soluzione e ciò non aiuta questa donna a farle capire come il suo comportamento ha un effetto su di lei. E che se una coppia deve essere, lo si è in due.

Le auguro buona giornata.