Dott.ssa Anna Stefania D'Antuono

Dott.ssa Anna Stefania D'Antuono

Psicologa, Psicoterapeuta

La mia fidanzata non vuole separarsi dalla madre

Sono papà quarantenne di un bimbo di 4 anni (figlio unico). Io e la mia “compagna” siamo fidanzati da oltre 10 anni, non siamo sposati ed attualmente non conviviamo. Abbiamo provato la convivenza ma è durata soltanto pochi mesi, sei. Durante la convivenza fatta nei primissimi mesi di vita di nostro figlio, sono stato in casa della mia fidanzata che vive ancora con la madre (vedova da 7 anni circa). La convivenza “allargata” è purtroppo fallita per un sacco di motivi e dopo circa 6 mesi ho deciso, per la serenità di tutti, di andare a vivere da solo a pochi kilometri di distanza. Vedo mio figlio uno massimo due volte a settimana, non sono mai da solo con lui, poiché spesso capita che usciamo tutti insieme (madre della mia compagnia compresa). La mia fidanzata non vuole separarsi dalla madre. Durante la convivenza ho sofferto molto, per il fatto che mi ritenevano inutile all’accudimento del bimbo (dargli il biberon, fare il bagnetto, cambiargli il pannolino mi era negato), dicendomi che non era capace oppure semplicemente sono cose che fanno le donne. Verso la madre della mia compagna nutro odio e rancore, perché ha una figlia quasi quarantenne che ha protetto e viziato così tanto nella vita, che sono certo accadrà anche al bimbo. La mia fidanzata non vuole mediazioni familiari, non vuole psicoterapeuti, non mi lascia il bimbo se non alle sue regole e come vuole lei, praticamente comanda tutto, se mi oppongo rischio di perdere quel poco di buono che è rimasto nel nostro rapporto di coppia.. cosa mi suggerite di fare?

Gentile Gianluca

si avverte fortemente dalle sue parole il disagio con cui sta vivendo la paternità e la dimensione di coppia.

Dalle sue parole, mi sembra di capire che la sua compagna preferisca appoggiarsi, per la crescita del vostro bambino, a sua madre piuttosto che a lei, il papà del piccolo.

Le sue parole lasciano intendere che ella non sia disponibile in questo momento a modificare l'organizzazione e la struttura familiare.

La sua decisione di allontanarsi appare comprensibile tuttavia credo che lei rischi di scivolare verso un atteggiamento arrendevole che la potrebbe portare a diventare sempre più "trasparente" e "inutile" non solo agli occhi delle due donne e di suo figlio ma anche ai suoi stessi occhi.

Io le suggerirei di contattare uno/una psicoterapeuta, preferibilmente familiare. Sarebbe importante avere per lei uno spazio dove portare il suo disagio di papà al fine di rafforzare le sue competenze assertive e comunicative: la mia impressione è che lei stia perdendo fiducia in se stesso e che ponga le sue richieste in maniera poco convincente, oscillando dalla passività all'aggressività, atteggiamenti che non aiutano in genere ad esprimere agli altri in modo efficace i propri bisogni e desideri.

Io ricevo a Venezia Centro Storico (Zona Ponte di Rialto) : se crede può contattarmi, sarò felice di ascoltarla.

Cordiali saluti

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Dott.ssaAnna Stefania D'Antuono

Psicologa, Psicoterapeuta - Venezia

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