psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Perché non riesco più a mangiare come prima?
Salve, so benissimo che sarebbe meglio approfondire il problema con un professionista, ma vorrei fino a dove possibile farmi un'idea da deriva.
Tutto iniziò quando feci la prima dose di vaccino covid-19, dove svenni dopo 2-3 minuti dalla somministrazione. Premetto che non ho mai avuto problemi con i vaccini e non sono nemmeno un no-Vax, mi fido ciecamente dei medici.
Attualmente ho solo la prima dose dopo 3 mesi dalla prima per la paura che possa accadere nuovamente lo stesso episodio.
Sta di fatto che, dopo questo spiacevole avvenimento post vaccino non sono riuscito più a mangiare in posti che non fossero casa mia. Ogni qual volta venivo e vengo, invitato a mangiare fuori o a casa da qualche amico, mi viene da rigettare dopo i primi bocconi, comincio a pensare inevitabilmente a questo problema e alle sensazioni che avevo al risveglio dopo lo svenimento (tante voci che parlavano, calore corporeo, etc...) e come un problema che si autoalimenta cominciano i sensi di svenimento, si chiude lo stomaco, a volte si alza/abbassa la pressione e non riesco più a mangiare.
Come se non bastasse nell'ultimo periodo alla famiglia della mia ragazza è accaduto un bruttissimo avvenimento, questo ha fatto sì che si alimentasse il mio precedente problema estendendolo anche nelle circostanze di casa mia e attualmente anche quando solamente penso che devo introdurre qualsiasi alimento nel mio stomaco, mi si chiude e riesco a malapena a mangiare qualche boccone.
Ringrazio in anticipo per ogni eventuale risposta da voi professionisti.
Cordiali saluti.
Buongiorno Dennis,
il tuo sembrerebbe un caso tipico di agorafobia.
È facile che in questa situazione ci si finisca a causa di un evento sgradevole (spesso uno svenimento o un collasso fisico vario genere) dovuto a una causa fisica del momento.
Questa reazione, invece che essere associata alla propria situazione fisica del momento, viene spesso associata, dalla nostra testa, al luogo in cui ci troviamo o a quello che stiamo facendo, per cui, ritrovandoci in situazioni simili a quella, entriamo in ansia. L'ansia, poi, genera una serie di sintomi fisici tra i quali la chiusura dello stomaco e la nausea.
Le situazioni ansiogene iniziano quindi a essere evitate, ma questo genera solo maggiore ansia all'idea di uscire e restringe progressivamente il campo di quello che si riesce a fare.
Per uscirne, occorre invertire il circolo. Le suggerisco di iniziare un percorso di terapia cognitivo comportamentale.
In bocca al lupo!
Annalisa Dotelli
psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale - Piacenza