psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
il mio "handicap"
Sono Maria e ho 19 anni.
Vivo costantemente nella paura di essere abbandonata. Una decina di anni fa ho perso una delle persone più importanti della mia vita, mia zia, e non mi sono mai ripresa del tutto; ogni giorno affiorano i ricordi e cerco invano di reprimerli.
E per di più vivo nel senso di colpa di non averle mai mostrato veramente quanto ci tenessi a lei. L'ultima cosa che le ho detto prima che morisse è stata un insulto.
Tale perdita ha influenzato pesantemente la mia personalità e le mie relazioni sociali; prima ero una ragazzina molto vivace, socievole, spigliata, non avevo alcun problema a fare amicizia con le persone; mentre ora non ci riesco più.
Ho degli amici, se così si possono definire. Anzi convinco me stessa di avere degli amici, ma in realtà sono e sarò sempre sola nella mia bolla, nella mia zona di comfort. Con alcuni riesco a mostrare leggermente briciole di una vecchia me, con altri fingo di essere un'altra persona oppure mi comporto da persona normale quando invece dentro ho tantissima rabbia e dolore repressi che dovrei invece esternare per stare meglio con me stessa. Tendo sempre ad allontanare gli amici a cui tengo di più perchè so che senza di me staranno meglio. Non a caso mia madre mi ha più volte detto "per il tuo carattere schifoso non avrai mai un vero amico, un migliore amico (parola che io non oso neanche pronunciare)". Con la mia famiglia ho a tratti un bel rapporto. La maggior parte delle volte li tratto consapevolmente male non so per quale motivo. Forse l'unico membro della mia famiglia con cui mi trovo assai bene è mia sorella chissà perchè, forse perchè entrambe eravamo molto legate a mia zia e quindi, avendo provato gli stessi sentimenti, ci proteggiamo l'un l'altra.
Fatto sta che vorrei capire perchè sono cosi, perchè non riesco ad andare avanti...vorrei solo fuggire lontano e dimenticare ogni cosa, lasciare tutti i problemi alle spalle e rinascere proprio come una dannata fenice.
E per finire molte volte mi sento come Mersault, il personaggio de "Lo straniero" di Albert Camus, perchè ho il difetto/capacità di fregarmene di qualsiasi cosa, anche di qualcosa di molto grave.
Devo continuare a ignorare tutto e tutti, soprattutto il dolore, o riaprire lo scrigno del mio cuore?
Buongiorno Maria,
dal suo racconto mi sono vista con lei in seduta e saprei esattamente cosa fare e da cosa cominciare.
Il mio consiglio è di iniziare il prima possibile con una terapia EMDR per sciogliere tutto il malessere che la tiene ancora legata alla morte di sua zia.
L'EMDR è una tecnica psicologica che ha un forte riscontro scientifico sulla sua validità ed efficacia. Consente di elaborare gli eventi traumatici, di sciogliere quei nodi emotivi che soffocano il vivere quotidiano, che imprigionano le nostre energie.
Lei è una persona giovane, deve liberarsi dal peso del suo passato, non può accettare di vivere così e non può pensare di risolvere questa situazione da sola.
Mi faccia sapere com'è andata, un caro saluto