Come aiutare mia figlia di 12 anni a non essere esclusa dalle amiche?

Buongiorno, sono la mamma di una ragazza di 12 anni e di un bimbo di 7. Il mio secondo figlio è arrivato dal mio attuale compagno poichè il papà della mia bimba ci ha lasciate quando lei aveva solo 4 mesi. Non ha mai partecipato alla sua crescita ed è sempre stato fin ad oggi un papà completamente assente. I loro incontri si sono ridotti a massimo 3 volte l'anno e durante questi incontri le sue aspettative vengono puntualmente tradite... Quando la bimba era più piccola era molto semplice (almeno in apparenza) gestire questa essenza poichè sia io che il papà adottivo insieme al nonno materno facevamo di tutto per non farle mancare nulla. Oggi la situazione è cambiata...mia figlia trascorre dei momenti in cui visibilmente soffre di questa mancanza e mi ha fatta partecipe della sua sofferenza. Più volte mi ha chiesto perchè non la contatasse in modo assiduo ed io le ho spiegato che non è assolutamente colpa sua ma alcuni adulti scelgono di vivere liberi senza il peso di alcuna responsabilità. Premessa questa situazione, il problema che più mi affligge in questo periodo, è che la osservo mentre interagisce con la amiche e noto che tende principalmente ad isolarsi, a non lasciarsi andare a non ridere, a non emozionarsi. Ho paura perchè vedo che poi si sente esclusa dalla spensieratezza delle altre e non so come aiutarla. La sprono a lasciarsi andare ma è come fosse bloccata.
Vedo che si sente inferiore rispetto alle altre ragazzine, come se le mancasse sempre qualcosa. A scuola è bravissima e studia danza classica da 7 anni. Anche a danza è un'allieva modello, come a scuola, solo tante volte soffre perchè si isola.
Davvero grazie per l'attenzione.

Cara Maria, per un figlio la separazione da uno dei genitori rappresenta sempre un' esperienza dolorosa di perdita con la quale è faticoso convivere. Sono purtroppo rari i casi di padri che pur interrompendo il legame con la moglie, riescono a mantenere un rapporto costante e continuativo con il figlio, da cui in realtà non ci si dovrebbe mai separare, ma così non è. Lei è stata molto brava nel fornire a sua figlia la risposta migliore riguardo alla scarsa presenza paterna: ha cercato comunque di salvaguardare l' immagine del padre senza screditarla o metterla in cattiva luce. Molto corretto il suo atteggiamento, in quanto è riuscita a mettere una barriera tra i suoi sentimenti o le sue considerazioni e i sentimenti che sua figlia prova nei confronti del padre. Credo che crescendo e maturando capirà da sola i veri motivi per cui suo padre non ha sentito la responsabilità genitoriale sulle sue spalle.

Per quanto riguarda la sua preoccupazione riguardo ai comportamenti attuali di sua figlia, dagli elementi e informazioni che fornisce, mi sembra di percepire che una buona parte dei comportamenti o atteggiamenti della ragazza siano da attribuire alla fase evolutiva in cui sta entrando: l' adolescenza, che come forse lei ricorda o se non lo fa la invito a farne memoria, è uno dei periodi più delicati e difficili per l' essere umano. Cambiamenti d' umore repentini, insofferenza verso regole che prima venivano accettate senza discutere, critica nei confronti del mondo, chiusura ed isolamento, difficoltà nel gestire le emozioni. Non so se nella scuola di sua figlia è presente uno sportello di ascolto rivolto ad alunni e genitori. nel caso ci fosse, la invito ad usufruirne prima lei per confrontarsi con una collega che certamente parlandole potrà aiutarla nello sciogliere le sue preoccupazioni...In seconda battuta anche sua figlia potrebbe recarsi allo sportello o nel caso la scuola non ne fosse provvista, ipotizzi l' opportunità di qualche colloquio con una professionista.

Le faccio tanti auguri augurandomi di averle fornito qualche spunto utile di riflessione.

La saluto cordialmente.

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Dott.ssaAntonietta Sajeva

Psicologo, Psicoterapeuta - Rimini

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