Dott. Antonio Cisternino

Dott. Antonio Cisternino

specialista in psicologia clinica e psicoterapeuta

Ho avuto una relazione con un altro uomo

Buonasera, spero possiate aiutarmi. All'inizio della frequentazione con il mio attuale compagno ci siamo dati la seguente regola: nessun impegno, ma non usciamo con altre persone. lui ha tenuto fede alla regola. io no: ho avuto una relazione con un altro uomo di cui ero molto presa, ma lui, sposato, non poteva darmi la relazione che desideravo, perciò ho portato avanti questa relazione parallela con il mio attuale ragazzo. all'epoca non c'era problema, non mi chiedevo neppure se fosse sbagliato o meno. quando mi sono accorta che con questo ragazzo poteva essere davvero una bella storia d'amore (come attualmente è) ho chiuso il rapporto con quell'uomo sposato. ora però la mia serenità non c'è più. sono innamoratissima del mio ragazzo e una vita con lui sarebbe ciò che di meglio potrei volere, ma mi sento in colpa. lui si è negato esperienze per obbedire alla regola, io no. e spesso mi viene da pensare che lui abbia il diritto di sapere con che persona ha a che fare, il che porterebbe alla rottura del rapporto. da un lato vorrei dirglielo, essere onesta a costo di perderlo perchè lui merita una donna sincera, dall'altro lato, quello egoista, non voglio perderlo. non so cosa fare e sto male. vi chiedo aiuto

Gentilissima,

Pirandello avrebbe detto: "E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose che sono dentro di me, mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume con il valore e il senso che hanno per sé, del mondo che egli ha dentro. 

Come entriamo in relazione con l'altro dipende da come le varie parti di noi entrano in relazione tra loro e qui sento che tende a separare la sua parte sincera, da quella che ha omesso una verità, come se l'una escludesse l'altra. Ed è proprio l'ambivalenza a creare il senso di colpa, poiché amiamo ciò che "odiamo" e "odiamo" ciò che amiamo. Sarebbe il caso di approfondire questo meccanismo rivolgendosi a un professionista: la vita oltre al bianco e il nero, ha tante sfumature di colori e prima di arrivare a dire agli altri è importante arrivare a poter dire a se stessi, ad essere onesti con se stessi e con le varie parti che vogliono entrare in gioco. Uso un'altra metafora...quando Caino (la parte cattiva) uccide Abele (la parte buona), Dio ammonisce chiunque dal toccare Caino. Il lavoro di accoglienza e di accettazione è una strada tortuosa, ma gli ostacoli si superano solo laddove vengono accettati secondo quello che è un significato soggettivo delle cose: se non accetta prima lei, è vero, può essere difficile poter presentare la verità e farla accettare ad altri.

A disposizione. Cordialmente.